Appalti: dal primo gennaio cambia tutto, Consip si prepara
Dal 1° gennaio entrano in vigore le nuove norme sugli acquisti della pubblica amministrazione. Tutti i Comuni al di sotto dei 180 mila abitanti non potranno più gestire direttamente le gare d'appalto di livello "europeo", cioè superiori alla soglia dei 200 mila euro di valore e dovranno aggregarsi tra loro. Potranno continuare a gestire in proprio gli acquisti di valore inferiore. Un passo avanti decisivo verso la semplificazione della platea degli enti pubblici titolati a gestire gli appalti.
Oltre alla Consip - la società del ministero dell'Economia che già opera per gli acquisti delle amministrazioni centrali dello Stato - le centrali regionali d'acquisto ed alcune altre, per un totale a regime di 35 entità. È probabile che una parte della riorganizzazione del settore possa confluire sulla stessa Consip, che nel 2014 ha gestito gare per 18 miliardi di euro d'acquisti "presidiando" un totale di spesa pubblica di 40 miliardi. Il 2015 segnerà però anche per la Consip uno snodo organizzativo complesso, perché la società, insieme con la Sogei, entra a far parte a pieno titolo del cosiddetto elenco Istat, cioè del novero di società pubbliche che, secondo le nuove regole Sec Eurostat, concorrono a costituire il conto consolidato della PA.
Questa ratifica istituzionale però comporta, per le società aderenti, l'obbligo di sottostare a una serie di norme operative molto restrittive soprattutto in materia di gestione del personale (assunzioni, retribuzioni, avanzamenti) e consulenze, ovvero proprio le materie più sensibili quando si tratti di riorganizzare la produzione di un'azienda. Anche l'Expo 2015 avrebbe dovuto rientrare in questo novero, ma è stata esonerata. Il paradosso, che riguarda tanto Consip quanto la Sogei, è che queste due società centrali, chiamate nei prossimi mesi a gestire forti innovazioni, subiranno questi vincoli, mentre le loro "omologhe" regionali no. A meno di qualche norma che intervenga a sanare l'evidente contraddizione. (AGI)