Frode all'Ue: in manette 5 imprenditori della Piana di Gioia Tauro, i dettagli

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Frode all'Ue: in manette 5 imprenditori della Piana, i dettagli

L'operazione è stata denominata in codice "Aristeo". Oltre 200 fiamme gialle sono impegnate nelle province di Catanzaro, Reggio Calabria, Teramo, Pescara, Catania, Lucca e Roma, per dare esecuzione anche ad un decreto di sequestro preventivo di opifici industriali, strutture turistico-alberghiere, immobili e quote societarie, nonché per svolgere anche perquisizioni, sequestri di documentazione e notifiche di informazioni di garanzia. Si tratta - secondo gli inquirenti - della più importante operazionefinora svolta in Italia nel settore delle frodiai danni dello Stato e dell'Unione Europea. Gli inquirenti serebbero riusciti ad individuare ed a neutralizzare una pericolosa consorteria criminale ideata e promossa da diversi imprenditori originari o residenti nella piana di Gioia Tauro che, nel corso degli anni, pur avendo "collezionato" su tutto il territorio nazionale numerose segnalazioni all'autorità giudiziaria da parte di diverse forze di polizia, continuavano a perpetrare rilevanti delitti di natura patrimoniale e fiscale. L'indagine è stata avviata nell'ottobre 2007 grazie ad una attivitàdi intelligence svolta dalla sezione frodi comunitarie del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro nei confronti della "S.i.m. s.r.l." e della "I.c.o. s.r.l." volta a verificare la legittima percezione di milionari contributi pubblici per la realizzazione di specifici programmi di investimento in Calabria. Le indagini, coordinate dal procuratore della repubblica presso il tribunale di Palmi, Giuseppe Creazzo e dal sostituto procuratore Stefano Musolino, sono state estese nei confronti di ulteriori soggetti economici direttamente riconducibili all'organizzazione che, nel corso degli anni, avrebbe creato un vero e proprio "impero economico" attraverso l'avvio e la gestione di numerose attività in Calabria, in Abruzzo, in Puglia ed in Sicilia - grazie alla concessione di ingenti contributi pubblici in base alla legge 488/92, pari complessivamente a 85 milioni851.852,33 euro.I principali strumenti illeciti utilizzati saebbero stati o stati la sovrafatturazione dei costi ed il fittizio apporto di "mezzi propri" da parte dei soci. Lo sviluppo degli accertamenti avrebbe consentito di fare emergere l'esistenza di una vera e propria consorteria criminale particolarmente specializzata nell'organizzare truffe finalizzate all'indebito conseguimento di pubbliche contribuzioni. Attraverso un collaudato sistema basato su soggetti economici creati ad hoc - fra i quali si collocano, come semplici episodi di un piu' vasto progetto illecito, proprio la "S.i.m. s.r.l." e la "I.c.o. s.r.l." - sarebbe stato realizzato il disegno fraudolentofinalizzato all' indebita percezione di cospicue risorse pubbliche grazie alla legge 488/92. Ulteriori accertamenti sono stati asvolti nei confronti della "Olearia Jonica s.r.l.", della "Abruzzo impianti s.r.l." e della "Oliveri Vincenzo s.r.l.", societàbeneficiarie di contributi pubblici destinati alla realizzazione di singoli programmi di investimento aCaltagirone (Ct), Mosciano Sant'Angelo (Te) e Borgia (Cz). Gli accertamenti eseguiti avrebbero permesso di riscontrare come l'organizzazione criminale individuata abbia posto in essere articolate transazioni finanziarie sia in Italia che all'estero, attraverso diversi soggetti economici e persone fisiche compiacenti. L'esito delle indagini - tutt'ora in fase di svolgimento con riguardo alle ulteriori società riconducibili al "gruppo Oliveri" beneficiarie di contributi pubblici - ha permesso sinora di segnalare alla magistratura 19 persone fisiche e 7 soggetti giuridici, nonché di accertare oltre all'indebito beneficio di pubbliche provvidenze, l'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 35 milioni di euro.

Gli arrestati

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