Nella cronaca locale crotonese di questi giorni si ripresentano con una certa insistenza due annunci relativi a dei lavori pubblici: la rotatoria di Via Nazioni Unite (al Palakrò per intenderci) e la realizzazione del Cimitero Giardino. Trova ampio spazio infatti, sia sui giornali che sui social, la discussione in merito, e con essa la diffusione di sempre più fotografie, specialmente delle fasi di lavorazione.
di Francesco Placco
I lavori pubblici, in fondo, sono una delle cose più interessanti da seguire e valutare in ogni città, non solo in campagna elettorale.
Vengono decise le rivalutazioni di intere aree e si decide anche l'immagine che avrà la città in futuro, la sua conformazione. Insomma, la popolazione è attenta a queste cose, e la politica lo sa bene.
Molto spesso infatti capita che i cavalli di battaglia di questo o quel candidato siano proprio delle opere pubbliche: imponenti, a volte rivoluzionare, in altri casi di ordinaria amministrazione.
Certo è che il mondo politico ha sempre sfruttato le opere pubbliche, quando in modo retorico (“Noi l'abbiamo fatto, loro no!") quando in modo elettorale (“Noi lo faremo, gli altri no”).
In Calabria, però, le opere pubbliche non sono mai state molte e fin troppo spesso ci si è ritrovati con gli stessi progetti condivisi anche da candidati avversari.
E questa condizione, oggi come non mai, si è palesata proprio con il Sindaco di Crotone, che si sta facendo promotore di diversi progetti che, in campagna elettorale, erano stati proposti dalla sua diretta avversaria, la Barbieri.
Uno su tutti il cimitero giardino, progetto “rivoluzionario” illustrato dall’ex candidata sindaco del Pd nelle sue tavolette colorate che, indipendentemente dal primo cittadino eletto, troverà probabilmente il modo di venire al mondo.
Si tratta, in soldoni, di sbancare ulteriormente il calanco per creare dei terrazzamenti che, nel progetto originale, arriverebbero addirittura sino in cima alla collina d'argilla.
Ma non è il solo progetto “rubato” - anzi, meglio dire condiviso - dagli avversari politici. Anche la rotatoria di Via Nazioni Unite è un progetto antecedente alla giunta Pugliese, che venne approvato addirittura nel 2014. Ma sappiamo come funziona: l'ultimo arrivato si prende sempre tutto il merito.
In fin dei conti, oltre alle belle idee di più di qualcuno sappiamo bene che non si può rivoluzionare una città da cima a fondo e che, volere o volare, i progetti proponibili ed applicabili si riducono sensibilmente al momento delle valutazioni.
Non c'è nulla di male nel proseguire il lavoro di una giunta precedente, né nel “copiare” i progetti di un avversario.
Però, va anche detto che proprio perché i progetti validi sono pochi, nel corso delle campagne elettorali vi è un abuso spropositato delle opere pubbliche e molte delle promesse fatte vengono dette giusto per avvicinare l'elettore.
Nel frattempo passano i mesi ed i “programmi” spariscono nel nulla. Nel vero senso della parola: tutti i siti web pubblicati in periodo elettorale sono scomparsi, e con essi i Pdf con gli stessi programmi.
Nonostante gli sforzi, a due anni dalle consultazioni non si notano progressi sui temi forti proposti da La Prossima Crotone, come l'ammodernamento del porto e dei suoi servizi, ma anche la raccolta differenziata (scesa drasticamente al 9%), la lotta all'abusivismo edilizio e fognario o anche solo il decoro dei luoghi turistici.
Tante belle opere pubbliche che in un modo o nell'altro sono finite nel dimenticatoio se non in secondo piano nella discussione pubblica, dove abbondano comunicati e selfie su una rotonda in costruzione.
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“Poco vi importa in fondo del Francesco Placco che scrive. Uno tra tanti, ed è giusto così… Per quel che mi riguarda, cerco di essere un cronista di questi tempi. Non tanto in generale, quanto in locale”.
Così si definisce Francesco, un giovane (per noi giovanissimo), nemmeno trentenne, da anni impegnato in “solitaria” con un suo blog dal nome controverso di “Briganteggiando”.
Da oggi inizia una sua nuova “avventura”, sul nostro quotidiano; non più da solo. Una scelta condivisa, entusiasta. Per lui, forse, la giusta e sana aspirazione per una crescita professionale; per noi un ritorno a quelle “origini” in cui ci dicevamo fieri nell’arruolare giovani forze, menti fresche, scevre da condizionamenti esperienziali.
Un modo per affrontare snellamente e al passo dei tempi tematiche seppur “forti” e complesse che attanagliano la vita sociale della nostra terra: col punto di vista - ora ancor di più - di chi ha ancora tanto da sognare e costruire.
Allora, benvenuto a bordo; con l’augurio che i nostri lettori ne sappiano apprezzare spunti e riflessioni.
V.R.