Sono una trentina gli aspiranti consiglieri regionali espressione del territorio crotonese, e partecipano all’assalto del palazzo in tutti gli schieramenti. Tra chi è matematicamente certo di entrare e chi ci prova lo stesso, ad oggi un po’ tutti sembrano aver dimenticato i temi caldi del territorio.
di Francesco Placco
Sarà colpa dell’euforia, del brivido della corsa elettorale, o del poco tempo a disposizione in vista del voto, tra appena tre settimane. Non c’è molto tempo, per organizzare dibattiti e confronti.
Sembra un dejavù della scorsa tornata elettorale, dove tutto il tam-tam di dichiarazioni, comunicati, proclami e quant’altro si è affannato e sovraffollato in poco meno di due settimane.
In Calabria c’è davvero tanto da fare. Ci sono, senza ombra di dubbio, delle importanti priorità di cui tener conto, in una visione globale di questa regione, nell’ottica di sviluppo futuro. Bisogna dunque mettere da parte ogni campanilismo, evitando però di trasformare il tutto in mero disinteresse. Magari, proprio in una logica elettorale.
Ed in quest’ottica, i silenzi dei candidati crotonesi stanno già creando qualche malumore. In piazza la voce è una: si sono venduti tutti a Catanzaro, si dice scherzosamente (ma non troppo) riprendendo la storica rivalità con il capoluogo.
Ed a dimostrazione di ciò, ci sarebbe il fatto che i temi del territorio crotonese, ad oggi, non sembrano aver fatto capolino nel dibattito politico.
Se n’è accorta anche la stampa nazionale, che nei giorni scorsi ha ripreso la questione della Datel di Crotone: al netto dell’intricata vicenda in corso, tra aste deserte ed il timore del “progressivo svuotamento” dell’azienda, la sorte dei circa 3 mila lavoratori non ha ancora avuto modo di essere affrontata.
Come intendono, i vari aspiranti consiglieri regionali, fare pressione sui rispettivi leader di partito per tentare di risolvere questo problema? La questione sarà affrontata, o si lascerà campo aperto ad altre crisi e vertenze lavorative?
D’altronde la Datel non è l’unica patata bollente del crotonese. C’è ad esempio, come ricorda più di qualcuno, la questione delle infrastrutture, temi che non sono esclusivamente del crotonese, e che dunque vanno affrontati a livello Regionale.
C’è la questione dei rifiuti, con la necessità di trovare, proprio con la Regione, una soluzione definitiva ad un problema che non può più essere considerato emergenziale. E di recente, anche la questione dell’acqua, con la possibilità-necessità di sfruttare i fondi previsti dal Pnnr.
Quali sono i programmi, le idee, le soluzioni, i modelli di riferimento dei nostri aspiranti rappresentanti? Chi di loro si farà portavoce delle istanze del territorio, indipendentemente dall’esito che avrà nelle urne?
A meno di non avere un bacino elettorale già definito, questi temi - assieme a tanti altri - dovrebbero essere il pane di questa campagna elettorale. Perché non basta rifarsi alla solita retorica di una Calabria migliore fatta di argomenti vaghi (il sole, il mare, il cibo), c’è bisogno di soluzioni vere a problemi veri. Non pezze a colori.
Magari c’è ancora tempo, in queste settimane rimaste, per sentire quale idea del territorio abbiano i nostri candidati. Tutti, di ogni schieramento. Come vogliono non solo la Calabria, ma anche il marchesato, la presila, la cona, tutto il crotonese in un futuro prossimo. E soprattutto, come vogliono farlo.