Una vita da ultimi: presidiamo quasi con orgoglio il fondo di innumerevoli classifiche, e non ce ne curiamo. Non cerchiamo soluzioni nè rimedi. Tutt'altro: la politica se ne disinteressa, impegnata com'è a vivere in una bolla fatta di alterchi e parole, nel totale disinteresse del territorio che da decenni è il più povero d'Italia.
di Francesco Placco
Qualche settimana fa mi è capitato di recuperare una rivista neanche troppo vecchia, pubblicata nel dicembe del 2006. Un intero numero era dedicato alla città, ed il primo editoriale, riepilogo anteposto ad interviste e foto, è una sintesi sostanzialmente immutata nel tempo: a Crotone piove sempre sul bagnato. Titolo ripreso anche da un altro articolo (QUI), pubblicato nel dicembre dello scorso anno.
Ora, a distanza di 15 anni esatti da quella pubblicazione, la nostra condizione non è cambiata. Per una strana coincidenza, il mese di dicembre ci porta di nuovo a sbattere col muso contro l’amara realtà che ci circonda, facendo scoppiare ogni bolla di percezione e facendo cadere, almeno per un istante, il solito clichè del mare, del sole, della bella vita. Perché siamo ultimi in tutto (LEGGI).
Possiamo star qui a puntare il dito contro gli indici “troppo specifici” del consueto rapporto de Il Sole 24 Ore, o accusare – come sempre più frequente – la classifica di “nordismo”. Abbiamo sempre rasentato il fondo, al punto che oggi la notizia non viene neppure riportata in molti quotidiani online. Anche perché, in fondo, cosa ci dice di diverso dal solito? Ci ricorda solo cose che sappiamo bene.
Ma se in quindici anni non siamo riusciti a migliorare in nessun indicatore, un campanello d’allarme dovrebbe pur suonare. Certo, siamo in buona compagnia, ma non è una scusa per l’immobilismo cronico del territorio crotonese. Eppure non se ne discute. Non se ne prende neppure atto. Neanche un impegno, una promessa a far meglio. Macché: il resto di niente.
Se la popolazione risponde a queste mancanze con un’oramai endemica emigrazione – mentre qualcuno si gratta il capo chiedendosene il perché – c’è infatti da registrare l’atavica indifferenza delle istituzioni. A Crotone è in corso un’agguerrita (e comica) guerra per la conquista della Provincia che amministra il territorio più povero d’Italia: ma ciò non è neppure argomento di dibattito tra i due candidati. E sul dibattito in corso, meglio stendere un velo pietoso.
Ma ancor più agguerrita (e comica) è la condizione nella massima assise comunale, con i consiglieri di maggioranza in preda a deliri di dubbia natura ed aizzati uno contro l’altro (LEGGI): a parole vogliono fare tutti “gli interessi dei cittadini”, ma l’interesse mio, nostro, non lo fa un comunicato o una diretta sui social. Questi, semmai, servono solo per soddisfare l’ego di qualcuno.
Ma a Crotone piove sempre sul bagnato. E se la bolla della politica non si rompe, continueremo a collezionare tante inutili guerre contro i mulini a vento, che nulla porteranno se non l’attesa conferma di essere ultimi in tutto.