Fagnano Castello: reintegrato il consigliere Mollo
“Il tribunale amministrativo regionale ha restituito valore ai principi democratici della intangibilità dell’opinione delle minoranze. Giustizia è stata fatta “
Ha esordito così il capogruppo dei Democratici Progressisti in Consiglio regionale Giuseppe Giudiceandrea alla notizia del reintegro di Gennaro Mollo nel Consiglio Comunale di Fagnano Castello in provincia di Cosenza.
La vicenda inizia quando il consigliere Mollo decide di far effettuare delle analisi sulla potabilità delle acque nel comune di Fagnano. (Ad onor del vero questa stessa analisi era stata fatta eseguire dal consiglio comunale precedente e uno dei firmatari del documento era il sindaco, allora consigliere). Le analisi effettuate e fatte pervenire dall’ Asp portano alla luce la precarietà degli impianti del servizio idrico e la non potabilità delle acque in alcune zone del paese. Il consigliere rende partecipe i cittadini della problematica emersa e viene segnalata anche se in “avviso invisibile”, come dice Mollo, dallo stesso primo cittadino. Mollo però compie l’errore di diffondere la notizia proprio mentre in paese si sta svolgendo la sagra della castagna. Questa sua “leggerezza” lo porta secondo il Sindaco, a ledere l’immagine del bel paese di Fagnano. Il Sindaco denuncia il consigliere per allarmismo verso la popolazione e chiede un risarcimento dei danni provocati all’immagine del paese. Ad aggiungere benzina sul fuoco, l’insinuazione da parte del Sindaco secondo cui il consigliere comunale avrebbe ottenuto i risultati delle analisi un po’ sottobanco essendo lui un dipendente Asp.
Oggi il Tar respinge tutto e Mollo dopo un anno di rinvii e discussioni, rientra nell’assise comunale.
“Il caso di Gennaro Mollo – ha detto Giudiceandrea - avrebbe potuto rappresentare un pericoloso e antidemocratico precedente. La speranza è ora che il risarcimento del danno liquidato in favore del consigliere Mollo non debba gravare sulla cittadinanza fagnanese ma venga addebitato in capo ai consiglieri e al Sindaco che, illegittimamente, ne avevano votato e dichiarato la decadenza“.