Continuava gestire beni sequestrati, obbligo dimora per lametino

Catanzaro Cronaca

Una misura cautelare dell'obbligo di dimora è stata eseguita dagli agenti del commissariato di Polizia di Lamezia Terme nei confronti di Vincenzo Perri, 38 anni, ritenuto responsabile di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato.

L'uomo, secondo le indagini della Polizia, nel periodo in cui il suo patrimonio era sottoposto a sequestro, contravvenendo ai relativi vincoli giudiziali disposti sui suoi beni, ha esercitato in modo sistematico attività di gestione e direzione dell'impresa, continuando a percepirne i proventi. (AGI)

h 18:44 | Non potrà uscire di casa dalla 22 alle 6 Vincenzo Perri, 38 anni, l'uomo al quale la polizia di Lamezia Terme ha notificato una misura cautelare con obbligo di dimora, perché responsabile di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato. La misura è stata emessa dalla Corte di Cassazione. A Perri è stato imposto l'obbligo di dimora in quanto la sezione anticrimine del commissariato di Lamezia, su disposizione del sostituto procuratore Santo Melidona, ha rilevato che nel periodo in cui il suo patrimonio era sottoposto a sequestro, pur consapevole dell'esistenza di vincoli giudiziali sui suoi beni, ha esercitato in modo sistematico attività di gestione e direzione dell'impresa, continuando a percepirne gli utili. Gli aspetti tecnici di tale provvedimento sono stati illustrati questa mattina nel corso di un incontro con la stampa dal dirigente del commissariato Lametino Antonio Borelli, e dal suo vice, Lucia Cundari. Borelli ha spiegato come Perri "si frapponeva tra i clienti e l'amministratore giudiziario riscuotendo i canoni mensili degli immobili sequestrasti, andando a trattare per i cantieri aperti dalla ditta Cogepe che era di sua proprietà. Continuava sostanzialmente - dice Borelli - a fare il padrone nonostante i beni gli fossero stati sequestrati".

"La storia di questa misura cautelare - aggiunge poi - è un po' lunga. In un primo momento la misura cautelare per Perri era stata negata dal Gip e si era proceduto con un ricorso in Cassazione che ha invece ritenuto come la misura cautelare fosse congrua rigettando la tesi del Gip e avvalorando quella della Procura". Questa misura fa sì che Perri non possa uscire dalla sua abitazione dalle 22 alle 6 del mattino. Il dirigente del commissariato lametino ha tenuto poi a sottolineare come "le indagini che abbiamo condotto sono simili a quelle di solito effettuate dalla guardia di finanza perchè si tratta d'investigazioni di natura contabile che ci hanno permesso di risalire ai movimenti di denaro, soprattutto in entrata, di Perri il quale riscuoteva anche assegni che erano intestati direttamente alla Cogepe". Tali movimentazioni avrebbero fatto guadagnare a Perri circa 50.000 euro prima che l'azienda ritornasse nella sua piena disponibilita' con il dissequestro del novembre 2011. Il primo dirigente Borelli non nasconde, inoltre, che ci sono ulteriori accertamenti per rilevare altre responsabilità. Gli inquirenti hanno infine ricordato che Vincenzo Perri è cognato di Angelo Torcasio avendone sposato una sorella ed ha ricevuto un' intimidazione ad un bar di sua proprietà su corso Nicotera lo scorso anno a luglio. (AGI)