Mafie: Fai propone a Maroni progetto "Tutor antiracket"

Catanzaro Attualità

Mafie: Fai propone a Maroni progetto "Tutor antiracket"

"Tutor antiracket" Lamezia Terme e' il titolo di un progetto, che il Fai (Federazione Antiraket Italia), ha presentato al Ministro dell'Interno nel corso dell'Assemblea nazionale dell'associazione, in corso di svolgimento a Lamezia Terme, ed alla quale prendono parte diverse associazioni antiraket. Un patto individuale di sicurezza, che il Fai propone per assicurare, con credibilita' e autorevolezza, agli imprenditori "esterni" la possibilita' di investire nel Sud senza la prospettiva di convivenza con la mafia. Un patto che favorisca gli investimenti perche' spiega il Fai "uno dei principali effetti della presenza mafiosa e' la quasi totale assenza di investimenti stranieri al Sud. E' evidente - aggiunge - che la principale ragione che scoraggia l'afflusso di risorse nelle area a forte presenza mafiosa e' l'esistenza di forme di condizionamento criminale ai danni delle imprese". Per il Fai chi "potrebbe investire sa bene che deve mettere in conto il rapporto con le varie mafie, accettandone le richieste o opponendosi ad esse; comunque determinando un rilevante costo aggiuntivo non solo sotto il profilo economico. Di fronte a questa situazione gli investitori stranieri orientano le loro scelte verso altre aree". Da qui la scelta di proporre all'attenzione del Ministero dell'Interno un progetto, un patto si sicurezza individuale che ha l'obiettivo "di agevolare la collaborazione delle imprese con le forze dell'ordine, offrendo concrete garanzie alle stesse imprese in una efficace prospettiva di fiducia prevedendo il soggetto di mediazione nelle articolazioni del progetto. Il "patto individuale di sicurezza" viene sottoscritto, da un lato, dall'impresa che chiede d'essere assistita e, dall'altro lato, dal Coordinatore del progetto e dal Prefetto competente per territorio (si intende il luogo dove sara' realizzata l'attivita' economica o dove essa e' svolta), dopo che da questi vengono verificati i requisiti soggettivi in capo all'impresa secondo la vigente normativa antimafia. Il "patto di sicurezza", spiega la Fai, "obbliga l'imprenditore alla non-acquiescenza e alla leale collaborazione rispetto a ogni tentativo di estorsione, intimidazione o condizionamento di natura criminale in qualunque forma esso si manifesti nei confronti dell'imprenditore, degli eventuali componenti la compagine sociale o dei loro familiari (richiesta di tangenti, pressioni per indirizzare l'assunzione di personale o l'affidamento di lavorazioni, forniture, servizi o simili a determinate imprese, danneggiamenti, furti di beni personali o in cantiere, ecc.)". Inoltre il patto prevede che "negli eventuali codici etici dell'impresa si stabiliscano dei vincoli, coerenti alle finalita' del progetto, per i dirigenti e i quadri aziendali. Ogni tentativo - aggiunge la Fai - dovra' essere segnalato al responsabile del progetto che assistera' l'impresa nel rapporto con le forze dell'ordine anche al fine dell'individuazione dei modi idonei a ridurre l'esposizione diretta". Nel progetto e' previsto che "l'imprenditore si impegna a richiedere alle eventuali imprese subappaltanti e agli altri fornitori (a partire da un dato importo) la sottoscrizione nell'ambito del contratto di una clausola di rescissione in danno nel caso di acquiescenza ai condizionamenti criminali". Ed inoltre "l'impresa si impegna all'assoluta lealta' dei comportamenti: il venir meno di tale impegno incrina il rapporto di fiducia e comporta l'unilaterale rescissione del patto di sicurezza da parte del Coordinatore del progetto, sentito il Prefetto competente". Il progetto prevede che "con la sottoscrizione del patto il comitato predispone misure di vigilanza a favore dell'impresa nell'ambito degli ordinari servizi di prevenzione sul territorio. Su proposta del Coordinatore del progetto il Prefetto convoca il Comitato per l'adozione di specifiche misure di protezione a fronte di una elevazione del rischio". Mentre "le forze dell'ordine su conforme decisione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica eseguono adeguate misure di vigilanza nei confronti delle imprese sottoscrittrici e offrono la loro collaborazione alla struttura di gestione del progetto.