Francesco Meringolo su vittime sul lavoro nel vibonese

Vibo Valentia Attualità

"Ancora morti sul lavoro". Lo dichiara in una nota Francesco Meringolo Segreteria Nazionale FGS - Responsabile Lavoro e Welfare.

"È toccato a 3 donne. Una italiana, - continua la nota - alla guida di un Doblò e due rumene. È accaduto nel vibonese e non è un incidente unico o raro, già qualche anno fa persero la vita dei lavoratori stranieri travolti, sui binari,da un treno. Nel furgone c'erano in tutto sei donne. Ancora vittime di una "piaga sociale" chiamata caporalato. Nel sud Italia il fenomeno è ancora esteso. Era poco più di un anno fa che sulla Sa-Rc, a 500 metri dallo svincolo di Rosarno vidi una Fiat Punto prima serie nera. Sembrava ci fosse qualcosa di strano e, più mi avvicinavo e più il "qualcosa di strano" appariva nella sua terribile realta. L'auto era completamente poggiata sull'asfalto e dal lunotto posteriore si notavano teste di colore. Erano essere umani ammassati come carcasse di animali dopo il macello. Non su una strada interpoderale, ma sulla Sa-Rc. Erano uomini che nella piana che va da Gioia Tauro a Rosarno lavorano in agricoltura e vivono in situazioni disumane sfruttati dalla 'ndrangheta. Fino a quanto lo stato non farà sentire la sua presenza, per il mezzogiorno non potrà esserci futuro, ma solo rassegnazione, solo sensazione di normalità in un contesto che normale non è. In Calabria e in tutto il Mezzogiorno c'è tanta gente onesta e per bene, ma troppo spesso rassegnata. Le parole di scomunica - conclude Meringolo - ai mafiosi di Papa Francesco a Cassano, possono segnare il punto di partenza del riscatto di questo lembo dimenticato di Europa, ma solo se lo stato farà sentire forte la sua voce."