di Vito Barresi
Ma davvero lo stato italiano, il governo Matteo Renzi, il Quirinale Napolitano, il parlamento dei nominati delegittimato dalla corte costituzionale, tutti insieme hanno paura della secessione veneta? A quanto pare proprio di sì, vista la stretta repressiva contro i “serenissimi secessionisti” veneziani.
Arresti che fanno discutere dal nord al sud, tornando a far germogliare in tutta Italia il sentimento neoromantico di Carlo Cattaneo, solida fede liberale, fautore di un federalismo della libertà, in grado di coniugare indipendenza e pace, libertà e unità, in una federazione europea garante della pace e della felicità economica dei popoli.
Europa con la voglia matta della secessione.
In Scozia, prossima al referendum per separarsi dalla casa madre britannica, Belgio e Catalogna.
Per non dire di fiamminghi, baschi, corsi, moravi, della Frisia, della Slesia, della Scania, della Transilvania, dei magiari persino degli Inuit nella Groenlandia.
Un ritorno alla vecchia cartina ottocentesca dell'Europa divisa in stati e staterelli, prima e dopo il Congresso di Vienna, che non nasce dal caso ma dalla profonda crisi di identità e futuro che già dalla prossime elezioni rischia di scuotere le fondamenta della giovane Unione.
E c'è chi si chiede quali dinamiche metterebbe in moto l'indipendenza del Veneto, per esempio in una grande area geografica, periferia dell'Europa continentale ma di fatto avanposto di quella Mediterranea. Tanto da far risuonare la domanda 'chi ha paura di chi?' se il Sud si sveglia mobilitandosi per trarre ogni vantaggio da una sua più connotata soggettività politica?
I carri armati di cartone del Veneto, con la loro inquietante rappresentazione di un disagio enorme verso lo stato italiano, potrebbero favorire un vero proprio effetto domino, sgretolando un'ormai anacronistica unità d'Italia. Tanto che oltre ad una confederazione veneta nel bel paese dominato e represso da una monolitica oligarchia politica potrebbero nascere almeno altri cinque stati indipendenti.
Non a caso, sulla scia dei 'serenissimi secessionisti', i fautori del ritorno al modello del Regno delle due Sicilie avvertono che ciò che conta è non credere più ai falsi sacerdoti dell'unità nazionale. Ma quale catastrofe italiana? La transizione sarà soft e risparmiosa.
Proprio come proverbialmente sanno fare gli scozzesi.
100INWEB, VITO E I FATTI DELLA PERIFERIA DEL MONDO
Da oggi - e mi auguro per un lungo periodo - iniziamo questa nuova rubrica, 100inWeb, ospitando la sagacia popolarsemintellettuale (me ne passi il neologismo) di un amico prima che di una firma intelligente del panorama calabrese.
Vito Barresi seguirà, da ora in poi, e dalle nostre colonne, i fatti salienti della regione senza tralasciare quelli dell’Italia e del mondo intero che si riverberino, in qualche maniera, nel nostro vivere quotidiano di regione periferica, di sud dell’Europa; più vicina all’equatore che non alla globalizzazione.
Com'è suo solito, con una punta di sarcasmo, a volte con pungente ironia, Vito ci accompagnerà giornalmente nelle vicende di attualità, politica e costume che meritino un tantino di attenzione in più.
Mi auguro che la rubrica riscuota l’interesse di tutti i nostri lettori che, in una manciata di secondi, vogliono approfondire gli argomenti e, alla fine, lasciarsi andare anche ad un sorriso: mai così salutare come in questi tempi.
V.R.