Armi chimiche. L’ombra del rottamatore sul porto di Gioia Tauro

24 aprile 2014, 20:00 100inWeb | di Vito Barresi

di Vito Barresi

Adesso si che si potrà ben dire che anche per il governo Renzi è arrivato il giorno della rottamazione. E non di trucioli di nespole e noccioline tropicali quanto neanche di più araldiche e pacifiche province d'Italia, tosto rimesse in storica discarica, ma di un vero arsenale di armi chimiche, tanto pericoloso da far paura a mezzo mondo. Dopo quasi sessanta giorni sulla tolda del governo del bel fiorentino, mesi calmi come un oceano in crociera, sopratutto per quella sua ministra calabrese così tenacemente voluta al proprio fianco, Carmela Lanzetta, appare all'orizzonte il primo scoglio in vista Mar Tirreno.

Armi chimiche siriane destinazione Calabria, una minaccia che renderebbe periglioso e persino 'tempestoso', il tranquillo scadere dei primi mesi di navigazione governativa dell'ex sindaco di Monasterace, messo in testa al dicastero degli Affari regionali.

Come è noto per la cronaca, nel campo lungo di un conflitto crudele e lacerante è entrato al principio del 2014 il Porto di Gioia Tauro. Nello stagnante sito commerciale calabrese da mesi è iniziato un conto alla rovescia per l'avvicinarsi in banchina della Cape Ray, il cargo americano dove saranno smaltite le armi più pericolose dell'arsenale chimico siriano.
Nel frattempo dal giorno della decisione italiana di garantire le bitte del megaporto reggino molte cose sono cambiate. Prima di tutto l'assetto di governo con l'uscita di Enrico Letta e l'avvento di Matteo Renzi che, e non si fa per dire, la stampa britannica descrive e illustra proprio con il nomignolo di 'demolition man'.

Del ministro Maria Carmela Lanzetta, nativa di Mammola, provincia di Reggio Calabria, classe 1955, adesso si sa tutto tranne quale sia, in questa specifica fase politica, dove è protagonista di vertice della 'rivoluzione renziana', la sua 'autorevole' posizione ufficiale sulla calabro destinazione delle armi siriane.

Se cioè raccoglierà, o al contrario si mostrerà sorda, per ragioni di un'intervenuta 'realpolitik', il cosiddetto grido di dolore degli antagonisti. Nella Piana in tanti attendono conoscere se vi sarà continuità o discontinuità tra le decisioni di Letta-Bonino e quelle di Renzi-Lanzetta.

Per il momento il ministro Lanzetta non ha diffuso alcun commento. Mentre per il suo collega Maurizio Lupi, rimasto Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, niente è cambiato rispetto a prima. Bene Gioia Tauro, terminal per armi chimiche. Non si sa per l'ambiente ma almeno per il governo Renzi non dovrebbe esserci alcuna conseguenza.