Nibali. Una maglia gialla sullo Stretto

21 luglio 2014, 13:00 100inWeb | di Vito Barresi

di Vito Barresi *

Ve le ricordate le facce de 'Il clan dei siciliani', un film del 1969, diretto da Henri Verneuil, tratto dall'omonimo romanzo di Auguste Le Breton, genere poliziesco, con Jean Gabin, Alain Delon, Lino Ventura, Irina Demick, Amedeo Nazzari, Sydney Chaplin, Philippe Baronnet, Marc Porel, Elisa Cegani e il calabrese Leopoldo Trieste? E le musiche, la colonna sonora inalienabili dall'onirico cinematografico, del grande Ennio Morricone? Bene cancellate le prime e conservate le seconde perché adesso in Francia quel che conta non è più la cassata, la marranzana o i romanzi di Camilleri ma il nuovo 'mito' del Tour de France che ha il volto, le gambe, i muscoli, i cicli e bicicli, di Vincenzo Nibali, la prima maglia gialla nella storia dello sport issata sullo Stretto di Messina.

Orgoglio, entusiasmo, passione, tutto per lui, il Nibali che fa sognare, riportando ai paracarri anche i francesi, lui immenso, che la Sicilia e la Calabria stravedono e lo amano all'ennesima potenza! Vittoria su vittoria, scalando le epiche cime regno degli scalatori di ogni tempo Vincenzo Nibali ha conquistato il cuore della Francia profonda guadagnando una manciata di secondi di irraggiungibile celebrità su Porte e su Valverde.

Il ciclista messinese, 29 anni, 64 chili, leader indiscusso del team Astana, la formazione dello stato kazako, gode non solo di un ottimo stipendio annuo ma anche dell'indiscusso status di capitano che lo sospinge ad ottimizzare ogni suo requisito prestazionale.

Distese infinite d'infuocate pianure rurali, sembrava di essere a Palermo o a Messina, mancava solo il venticello dell'appenino siculo, l'aria fresca dei Nebrodi, delle Madonie, dei Peloritani a lui tanto cari come ricordi d'infanzia. Poi lo stacco dentro l'agognata altitudine, nella salita finale, dove guardare in retrovista i suoi avversari, volendo prima di tutto controllare la gara. Quando ha visto che gli altri rompevano ai cambi, ha accelerato per agguantare i piloti che erano testa.

Vincere con la maglia gialla, dà un'altra dimensione alla vittoria. E se la sua squadra soffre con lui anche i gregari sono felici. Una vittoria straordinaria. Il siciliano dell'Astana racconta gli ultimi km fatti in compagnia di Majka e Konig prima di allungare a 3.300 metri dall'arrivo. Cosa può temere Vincenzo Nibali che indossa la maglia gialla così tranquillamente? Certo non le brutte allusioni del quotidiano Le Monde, perchè al momento, a cui lui che è oggi il più promettente e grande investimento sportivo del ciclismo, risponde con la frase meridiana, 'chi si dopa è un imbecille'.

Quando è stato che l'ultimo tricolore giallo ha tagliato il traguardo sugli Champs-Elysées? Nibali, romantico perdente in giallo titola a tratteggio Liberation. Meglio non pensarci. Parigi è ancora lontana, nonostante in questo Tour 2014, Vincenzo sta dimostrando che lui è il più forte, costruendo il suo primato tappa per tappa.

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* autore del saggio "Roland Barthes al Tour de France", Edizioni Periferia