di Vito Barresi
Expo 2015 con lo stemma dei Bronzi sulla valigia? Si, si può, forse possibile, ma solo se sarà direttamente lui, il Matteo Renzi, ex sindaco della città del Davide, a sposare la giusta causa, promuovendo e inaugurando, quello che già si sente sussurrare, diverrebbe il luogo più visitato dell'Esposizione Universale, un nuovo Louvre della bellezza italiana, altrimenti denominato Padiglione Bronzi di Riace, un fantastico, attuale, post modernissimo spazio culturale tutto e solo per la regione più Cenerentola d'Italia. Così sembra pensarla la stragrande maggioranza dei calabresi, sempre pronti a dividersi su tutto, ma questa volta quasi unanimi e più decisamente entusiasti nell'approvare la proposta, accarezzare il progetto di trasportare a Milano le due prestigiose statue dall'inestimabile valore artistico, politico, turistico ed economico-finanziario.
Insomma, per dirla alla Sigmund Freud, solo l'autorevolezza (sicuramente corroborata da blindatissimi pareri tecnici) di Matteo Renzi, come un tempo quella di Sandro Pertini che ne decise l'esposizione a Roma, potrà infrangere il tabù dell'inamovibilità dei Bronzi. Tanto che i due Totem, fin qui ostaggi di certa archeologia italiana, saranno finalmente liberati dalla indegna ghettizzazione in cui sono stati relegati da una quanto meno dubbia e discutibile, per non dire scientificamente infondata e amministrativamente reversibile, regola di briscola di burocratica conservatoria.
Che poi queste straordinarie opere d'arte siano realmente inamovibili è tutto da dimostrare dal momento che l'intera loro esistenza è stata sempre un esodo, un tragitto, fin dall'odissiaco spostamento iniziale, un vero e proprio naufragio senza spettatori, avvenuto nella notte dei tempi, quando non si badava ad alcuna misura di sicurezza, dunque, in condizione di rischio totale, tanto è vero che affondarono catastroficamente nel silenzio di un mare geloso, rimasto custode per millenni della loro misteriosa scomparsa.
Tornando alla cronaca per stringente attualità, la storia smentisce la balla archeologica della loro inamovibilità, poiché gli annali ricordano i loro tanti viaggi della speranza per essere salvati, restaurati e fruiti. Un carnet de voyage degno di un grand tour ottocentesco che s'avviò proprio dalla praia jonica di Riace puntando verso Reggio Calabria, dopo il ritrovamento ferragostano da parte del sub Stefano Mariottini. Poi da Reggio Calabria a Firenze, presso il Centro di Restauro, per una lunga permanenza quinquennale, culminata con l'esposizione di sei mesi nelle sale del Museo Archeologico fiorentino, e infine, apoteosi di pubblico e visitatori (ben oltre 700 mila, in meno di quindici giorni, dal 29 giugno al 12 luglio 1981), dall'Arno al Tevere, a Roma nel Palazzo del Quirinale, tornando nella loro definitiva collocazione a Reggio.
Una volta tanto, nel bel mezzo d'agosto, sulle piazze come in riva al mare, qui non si discute più dei mai carenti delitti eccellenti, personaggi della mala e della buona vita spiaccicati sotto i raggi spietati dell'estate (dal potentissimo politico Ligato al giudice Scopelliti) ma di questi due silenziosi e pazienti calabresi bellissimi, messi al centro del mondo non con il marchio d'infamia della 'ndrangheta, quanto ammirati custodi, dignitari di bellezza e armonia, nuances, sfumature, suggestioni chiuse a conchiglia dentro il significato/significante di un love mark di valore assoluto, esteticamente universale.
Loro, da cinquant’anni senza alcuno scudo di protezione e promozione istituzionale, si difendono da soli respingendo orgogliosamente e pacificamente ogni insulto del kitsch dilagante.
Anche se per qualcuno quello dei Bronzi in viaggio per Milano è una minaccia non si sa da chi e da che cosa, che li porta convulsamente a difendere la propria concezione quasi privatistica di un bene pubblico di grande attrazione, a irridere e denigrare qualsiasi progetto di promozione e fruizione.
Quasi come se i due Bronzi con la valigia, emigrati nudi senza nemmeno il biglietto di ritorno, fossero la copia di Totò e Peppino che tra la Galleria e il Duomo vanno alla ricerca della malafemmina.
Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.