di Vito Barresi
Eccolo, il Signore delle Camelie, quasi a luci spente sul proscenio, vestito di quel suo ormai proverbiale fascino anti fanè, a dire ancora che per lui le erbe son sempre desideri che non sfioriscono mai.
Rieccolo, Franco Bergamaschi, padre e leader del 'lovemark' più famoso dell'erboristeria italiana, riprendersi, unico e solo tra gli espositori presenti al Sana, tutta intera la platea e le gallerie del Palazzo dei Congressi, alla Fiera di Bologna. Arrivato anche quest'anno dalla sua piccola patria lodigiana, dove il team dell'Erbolario, in barba a ogni segnale recessivo, continua a inventare grandi miracoli cosmetici e a innovare fascinose profumazioni, è lui che con familiare disinvoltura apre la kermesse di presentazione della prossima stagione del dono, il quando verrà Natale tutto il mondo cambierà, scandendo il congeniale mantra che ne autentica l'originalità, con un grazie, grazie, mille volte grazie, a tutti voi che siete qui con noi.
Quanto basta per rivitalizzare il sogno di democratizzare la bellezza rendendola accessibile a ogni donna, risignificare l'alto profilo etico di una cosmetica senza crudeltà sugli animali, di un'impresa che ama aprirsi agli orizzonti esotici globali restando fermamente radicata nella tradizione e nel territorio del proprio Made in Italy totale.
Tutto in breve davanti a un pubblico di oltre mille addetti ai lavori provenienti da ogni parte d'Italia, per fare spazio all'anteprima in vision aziendale della collezione autunno-inverno, un viaggio immaginifico, tra parole, musiche, paesaggi e momenti, affidato alla voce narrante di Raffaella Amonini, tra le collaboratrici più preziose della 'dinasty' padana, insieme alla fondatrice e direttore tecnico del laboratorio ricerca e sviluppo, Daniela Villa e al rampollo cadetto Luigi Bergamaschi.
Da tanta esperienza, pazienza e cura dei particolari, vengono fuori le novità, tre linee che toccano il cuore ed emozionano i sensi, Accordo Arancio, Verbaluce, con un posto di spicco per Camelia, un vero e proprio omaggio a quella Camellia japonica importata in Europa dal gesuita padre Kamel, celebrata in letteratura da Dumas e nel teatro da Giuseppe Verdi, con Traviata, protagonista di una intramontabile opera lirica, la parigina che amava adornarsi solamente di quello splendido fiore.
Tutto si tiene sull'onda di questa vera e propria radio natura che trasmette fashion, luxury, celebrities, lifestyle, sulla lunghezza d'onda del Sana. Anche l'irruzione critica del contro filosofo in house Enrico Bertolino, chiamato a rimarcare i progressi e le potenzialità di mercato del settore erboristico in base ai dati di un Indagine Doxa su un campione nazionale rappresentativo, con lo scopo principale di quantificare e profilare gli italiani che fanno acquisti in erboristeria, secondo le marche e le motivazioni.
Un occasione per il cabarettista e conduttore di divagare lungo le linee dei suoi sempre spiazzanti pensieri laterali. Andando oltre il parallelo giapponese dell'isola delle camelie, Bertolino sceglie i cinesi, e non come pretesto, per scandagliare le tendenze e i cambiamenti in atto nella società e nell'economia. Sì, proprio quelli che a Milano in vista Expo 2015, hanno aperto nuovi ristoranti, installandosi proprio in una centralissima road delle trattorie meneghine. Gli stessi che, nel mentre fan dire al trattore italiano rimasto ad aspettare sull'uscio che loro faran da mangiare solo ai cinesi, nel frattempo non chiudono mai, osservando un turno H24, tanto che mentre il ristorante italiano resta vuoto, quello del grande oriente rosso sta aperto no stop. Fin dal mattino, primo turno per scolaresche, torpedoni e turisti, poi seguito dal secondo, a beneficio d'imprenditori, manager, impiegati, e infine il terzo per quelli che come Enrico non hanno niente da fare e che hanno girovagato per l'intera giornata.
Insomma un inno a svegliarsi, un monito agli italiani a rimotivarsi, senza più dare niente per scontato. Neanche il successo di un brand fragrante ed elegante che forte del suo 'case study' vuol rubare alla luna la sua magica luminosità, magari facendola rivivere sul viso stanco di un Paese, su cui compaiono impietose più di qualche copiosa ruga.
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