di Vito Barresi
Ma in tempi d'avvento degli 'Iwatch' quanto vale un Rolex analogico sul polso fermo di una bella Black Bloc alle prese con le sue bombolette contro l'Expo 2015 di Matteo Renzi?
Una fortuna si dirà, non solo se è il frutto illegale di un'effrazione col botto, altrimenti impossibile e vietata dai sistemi anti taccheggio dei megastore della Apple quanto sopratutto se racconta al mondo globale la storia di un primo flop mediatico che non si scorda mai.
Si, perché questa volta gli spin doctor dell'agenzia fiorentina che sovraintende al Ministero della Gloria di Matteo Renzi, pare che l'abbiano davvero toppata ma di brutto, di brutto, di brutto, proprio come andava ripetendo nelle sue surreali avventure svizzere il poliziotto ticinese Rezzonico.
Una vera e propria imprudenza a mezzo stampa dettata a caldo alle agenzie nazionali ed estere, con cui Renzi ha bollato con lettere scarlatte, grondanti rabbia e indignazione, ‘i soliti farabutti col cappuccio e figli di papà coi Rolex’ che, invece di raffreddare il fuoco sulle banche e sui Suv incendiati negli scontri di Milano, hanno urtato e indispettito la più prestigiosa multinazionale dell'ora esatta, pronta a rispondere al nome e al brand dell'insuperabile Rolex, orgoglio dello stato elvetico che vanta a titolo di moderna nobiltà gli orologi a cucù e quelli del lusso senza tempo.
Nell'interesse della precisione che contraddistingue l'ormai mitologico stile Rolex, l’amministratore delegato italiano della casa madre, come si sa, ha divulgato su carta intestata una lettera al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Interni, contestando implacabilmente il merito delle loro dichiarazioni. Insomma una vera e propria messa in stato d'accusa che adombra dubbi sull'immagine brillante, politica e personale di Renzi e contrassegna ancor più negativamente la catastrofica ouverture dell'Expo 2015 finita in beffa senza sold out, tra lacrimogeni e fumogeni.
Renzi forever? La Rolex fa cucù. Anche perché la mano 'tres chic' della bella Black Bloc, vera BB tra i vip attuali, non è quella di Bava Beccaris che sparava sul quarto stato nella Milano popolare di fine Ottocento, bensì di una femmina forte, di polso, che maneggia con perizia e calibratura le bombolette spray per tracciare il suo rifiuto 'No Expo'.
Il tutto armonicamente coordinato, un capolavoro di eleganza che farebbe sussultare persino il centenario Gillo Dorfles, per la manifesta sprezzatura con cui indossa, autentica grazia regale, un gioiello taroccato, forse persino avuto in omaggio da un fascinoso quanto romantico facinoroso che lo aveva gentilmente prelevato, senza autorizzazione della ditta, proprio da qualche brillante vetrina sfasciata ai venditori di oro comprato sotto costo, per via della crisi che ha falcidiato gli ori domestici e i forzieri dei delicati affetti familiari, del sempre più proletarizzato ceto medio meneghino.
Appena dopo gli scontri una bella ragazzina in metrò mi aveva fatto vedere il suo video, implementato e sovrapposto in tempo reale le immagini dei Black Bloc con il soundtrack Carlos Santana - Black Magic Woman. A un certo punto mi ha detto: adesso prova a pensare a un discorso di Renzi. Why don't you exploit your contacts in the bank! Non ti pare?
Come dire quando è moda è moda. E questa volta, nella giornata d'inaugurazione di ciò che doveva essere l'exploit del buon Matteo, i Black Bloc si sono dimostrati molto, ma molto più avanti del provincialotto Renzi, per non dire dell'Alfano terruncello: loro sì, almeno vestivano in nero alla Giorgio Armani.
In breve quel che sta accadendo sul proscenio internazionale del glamour Renzi rischia di passare, come un politico afflitto da un malcelato complesso freudiano dell'invidia del Rolex, un venditore di fumo sconfitto in casa dagli allegri fumogeni dei Black Bloc.
In chiusura che dire di più alle alte sfere perfette dell'olimpionica elvetica Rolex?
Perché non vi incazzate mai quando il simbolo della vostra premiata ditta finisce nelle cronache del malaffare e della corruzione, sempre e copiosamente arricchita da regali di lusso, tra cui spiccano il 'must' e il 'trunzo', gli irresistibili Rolex. Impeccabilmente puntuali agli appuntamenti nello scambio doni di ‘ndranghitisti e camorristi, imprenditori e politici corrotti.
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