Cambio > LETTA CONTRO RENZI. Il Partito Democratico snaturato dal “compromesso" Verdini

19 marzo 2016, 15:00 100inWeb | di Vito Barresi

Addio Camera con vista sul Parlamento ormai ridotto da Renzi a un ‘bivacco’ di fascistissima memoria (“Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.”) occupato dalle truppe dei Lanzichenecchi in transumanza, alla testa del caporale di giornata Denis Verdini. Arrivederci a Parigi dove il più prestigioso e rispettabile tra i profughi politici italiani si rifugia in volontario esilio dopo aver lasciato alla lettura popolare la sua ‘recherche du temps perdu’, il libro 'Andare insieme, andare lontano', in cui Enrico Letta, già Presidente del Consiglio, fino alla sera prima delle piccantissime telefonate di Matteo sul suo conto, finalmente confessa il suo più grande errore di analisi politica, imperdonabile e fatale, il non aver compreso che nel Paese qualcosa era cambiato dopo lo straordinario successo elettorale, assoluto e percentuale, del Movimento Cinque Stelle. La confessione di Letta ("Se c’è un errore che ho fatto negli ultimi anni è stato non leggere con chiarezza e profondità il risultato elettorale del 2013: è successa una cosa nuova nella politica italiana, una forza politica che predica atteggiamenti e politiche profondamente diverse ha preso il 25%") per quanto ormai postuma e ininfluente sullo scenario istituzionale ormai devastato dal renzismo, è avvenuta nella suggestiva cornice di un particolare ‘studio’ di psicoanalisi della politica, appositamente allestito nel Cortile dell'Archiginnasio di Bologna, in una notte di afa estiva, proprio nel giorno in cui la Camera dei Deputati, spostava ad altra data da destinare la presa d’atto delle sue dimissioni da parlamentare. Una serata non inutile non fosse altro per poter constatare che nel salotto buono della vecchia Bologna democratica e antifascista, non ci sono più né gli Andreatta né i Prodi, e che quanto meno sfugge all’autore di ricordare nella galleria dei padri nobili, gli eroi solitari uccisi per mano del terrorismo rosso, quei martiri di una nuova democrazia sognata, le vittime illustri di un’alternanza denegata e tradita, Roberto Ruffilli e Marco Biagi. Ad ascoltarlo in platea ci sono anche, invisibili all’unica telecamera della tv locale, anche gli osservatori del PD bolognese, chissà se gli stessi che lo silurarono all’unanimità scrivendo che galleggiare non era più possibile e che al Paese non serviva più un governo come il suo. Di modo che stenografando il commento sull’ormai famoso dialogo tra un impegnato e un non so, nelle figure autentiche di un alto generale della Guardia di Finanza e del segretario nazionale di un grande partito di sinistra, mi ritorna in mente il ‘Maledetti Toscani’ di Curzio Malaparte dove si legge d’attuale “che le anime dei toscani son maschie, come si vede da quelle che escon di bocca ai morti nel Camposanto di Pisa, a rispondere alla malvagità coi calci bassi, al sospetto con i morsi alla gola, ai baci sulla guancia con le dita negli occhi...”


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Tanto che sollecitato dalla fascinosa analista Monica Guerzoni, Letta incornicia in parole deluxe il poco edificante riassunto degli appassionati sentimenti di solidarietà politica che albergavano al telefono nella testa di Matteo Renzi: “la realtà ha ampiamente superato la finzione, nel senso che poi anche quella telefonata stessa con quei concetti, con quegli aspetti comportamentali, mi sembra raccontano di una forte differenza che c’è tra quello che si dice per un verso in privato e quello che si dice in pubblico. Ora c’è sempre nella vita delle persone una differenza tra quello che si dice confidenzialmente in famiglia e quello che si dice in pubblico però c’è un limite alla distanza tra le due cose. Fermo restando che poi le intercettazioni non dovrebbero uscire quando non sono penalmente rilevanti però quello che io ne ho tratto è una distanza a mio avviso incolmabile tra i concetti espressi in riservatezza e la rappresentazione esterna che si da rispetto alle cose…”

Dunque le dimissioni di Letta non sono una fuga, neanche un Addio alle armi, in stile hemingwayano, ma vanno altrimenti intese come il paradigma della crisi morale in cui oggi si trova e si contorce il PD di Renzi. Un partito che ritorna fatalmente a quella doppia morale che lo stesso Letta critica ripetutamente e insistentemente, proclamandosi orgogliosamente contrario alle nuova legge elettorale, esattamente per gli stessi motivi per cui si oppose alle pretese in materia di Silvio Berlusconi.

L’avvenuta mutazione antropologica del ceppo originario democratico, per dirla in breve l’inaridimento del primigenio germoplasma dell’Ulivo, apre per tutti una voragine profonda nel sistema politico che né Civati né altri sono da soli in grado di affrontare e risolvere. Da qui l’attesa di un passaggio cruciale, un possibile, al momento inimmaginabile, superamento del renzismo. Un futuro cioè che si dovrebbe concentrare in una nuova sostanza politica unitaria. Un’Araba Fenice, soltanto intravista e suggente come un baleno, dopo il voto referendario greco. Una forza, un programma, un’alleanza di unità popolare, capace di spingere gli elettori europei, nei loro singoli stati, a sintetizzare i significativi risultati non solo di Cinque Stellle ma anche di Syriza e di Podemos.


Enrico Letta AGAINST RENZI. The Democratic Party distorted by the "compromise" Verdini. Enrico Letta dissidence in exile? - Against the "wicked pact" Renzi-VerdiniFarewell Room overlooking the Parliament now reduced by Renzi to a 'camp' of fascistissima memory ( "I could do this deaf and gray classroom a bivouac of handpieces: I could bolt the Parliament and form a government exclusively of Fascists. I could, but I do not at least in this first half, he wanted. ") occupied by the troops of Landsknecht in transhumance, the head of corporal Denis Verdini day. See you in Paris where the most prestigious and respectable among the Italian political refugees took refuge in self-imposed exile after leaving the popular reading his 'recherche du temps perdu', the book 'Going together, go away', in which Enrico Letta, already Chairman of the Board, until the evening before piccantissime calls of Matthew about him, finally confesses his greatest political analysis error, inexcusable and fatal, the failure to understand that something had changed in the country after the extraordinary electoral success, absolute and percentage, the Five Star Movement. The confession of Letta ( "If there is a mistake I made in recent years was not read with clarity and depth of the election results of 2013: something happened in the new Italian policy, a political force that preaches attitudes and policies deeply several took 25% ") as now posthumous and unimportant on the institutional scene now devastated by renzismo, took place in the picturesque setting of a particular 'study' of psychoanalysis of politics, specially set up in the courtyard of the Archiginnasio of Bologna, in a night of summer heat, the very day on which the House of Representatives, moved to another date to be allocated the acknowledgment of his resignation from Parliament. One evening not useless if only to be able to see that in the parlor of the old democratic and anti-fascist Bologna, there are no more nor Andreatta nor Prodi, and that at least escapes the author to remember in the gallery of noble ancestors, the heroes solitary killed at the hands of the red terror, the martyrs of a new democracy dreamed, the illustrious victims of alternation denial and betrayed, Roberto Ruffilli and Marco Biagi. To listen to him in the stalls there are also invisible to the only local TV camera, even observers of Bologna PD, I wonder if the same that torpedoed unanimously writing that float was no longer possible and that the country was no longer a government Like his. So that shorthand commentary on the now famous dialogue between a busy and I do not know, in the authentic figures of a top general of the Guardia di Finanza and the national of a large leftist party secretary, comes back to me the 'Cursed Tuscans' Curzio Malaparte where current law of "the Tuscan souls are masculine, as we see from those that come forth from the mouths of the dead in the Campo Santo at Pisa, to respond to evil with low kicks, the suspicion with bites to the throat, kisses on the cheek with his fingers in the eye..." _vitobarresi@camBioQuotidiano