di Vito Barresi
Il 14 Agosto del 2014, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, venne in visita a Napoli, Reggio Calabria e in Sicilia, a Gela e a Termini Imerese. A Napoli si fermò presso l'azienda K4A spa Knowledge for aviaton, recandosi successivamente presso la Fondazione IDIS-Città della Scienza per la firma del protocollo d’intesa “Bonifica del SIN di Bagnoli-Coroglio”. A Reggio Calabria ebbe un incontro con gli amministratori locali presso la sede della Prefettura. Nel pomeriggio effettuò tappa in Sicilia, dove a Gela intervenne in Municipio e poi a Termini Imerese dove in Comune incontrò amministratori locali e rappresentanti dei sindacati.
L’asciutto resoconto, ancora on line sul sito governo.it , privo com’era di roboanti annunci, lasciava almeno intendere di un lusinghiero interesse verso il sud, forse l’intento, almeno in potenza, di rimuovere i rottami di un’angusta questione meridionale, il pensiero in costruzione di una bozza programmatica per affrontare il nesso cruciale che inchioda l’Italia contemporanea alla sua contraddizione strutturale.
Purtroppo, esattamente un anno dopo, arriva l’impressionante resoconto di una tragica scomparsa del Sud, il libro nero di Svimez che conferma il tracollo economico e sociale dell’intero Mezzogiorno, come pura la mancata discontinuità, ovvero la piena continuità tra il modello Renzi e le scellerate politiche ferocemente antimeridionalistiche dei governi berlusconiani di chiara impronta leghista, assistenzialistica e clientelista.
"Il Sud è ormai a forte rischio di desertificazione industriale, con la conseguenza che l'assenza di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie potrebbe impedire all'area meridionale di agganciare la possibile ripresa e trasformare la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente". Questa la nefasta profezia raccontata e argomentata analiticamente nel Rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno 2015. Come mai, viene da chiedersi, siamo passati dalla centralità della ‘Questione Meridionale’ alla sua ‘marginalità’, per non dire alla sua disutilità politica, al superfluo storico e ideologico? Perché dal meridionalismo egemonizzato dal Partito Comunista Italiano, siamo approdati al meridionalismo ignorato, accantonato degli ex comunisti, fino all’ultima versione del governo Renzi?
Strumentalizzazione, oblio e rimozione, per dirlo più corrivamente la ‘rottamazione della Questione Meridionale’, sono insieme tre aspetti di un unico fenomeno. Sulla fine del meridionalismo storico sappiamo molto meno del suo principio. Si vorrebbe far passare per indiscusso il collegamento tra la fine della ‘Questione Meridionale’ e la conclusione dell'intervento straordinario nel Mezzogiorno quando in realtà vi sono anche altri gradi di separazione che legano la crisi del meridionalismo all’avvento, rimasto ampiamente e acriticamente sottovalutato, della sinistra post comunista al potere, con la conquista di importanti vertici istituzionali, dalle varie presidenze della repubblica ai governi di centro sinistra.
Secondo alcuni analisti e osservatori, il PD sarebbe oggi l’erede storico e il protagonista contemporaneo di questo crudele e perfido ‘tradimento del Meridionalismo’ da parte della vecchia sinistra ha spiazzato il Mezzogiorno e le sue voci intellettuali, le sue forze vitali a tal punto da esporlo al vilipendio leghista, all'attacco di forze retrive e autoproclamate separatiste che hanno fattualmente sospinto all'abbandono di ogni politica di sostegno e crescita di intere aree del Sud Italia, tra cui spicca in particolare la Calabria.
La Calabria è il paradigma della scomparsa del Sud. Improvvisamente implosa, sprofondata nell’inferno della ‘ndrangheta e dell’orribile, un sociale inconfessabile e violento, si è ridotta a una regione invisibile. Una fotografia drammatica del quadro economico meridionale è fornita dagli aggiornamenti congiunturali. Numeri, grafici e sommari racchiudono in sintesi l’intera gravità dei contenuti: l’economia regredisce qualitativamente come una maglia che si restringe nel cestello di una lavatrice. In un perenne clima d’incertezza e ansia, l’economia del Sud si è completamente fermata. Ora ristagna in una palude di crisi, disoccupazione ed emigrazione. Ecco perchè nel suo complesso tutto il Mezzogiorno, non solo la Calabria, si è tramutato in uno sfasciume pendulo sul mare.
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