Banche e mafia: inchiesta Unicredit. Fabrizio Palenzona messo sotto accusa dalla procura di Firenze

Per Unicredit “Denaro Protetto” è solo ‘la polizza assicurativa che tutela la stabilità economica familiare nel caso si verifichino eventi imprevisti che potrebbero alterarne la situazione finanziaria.’ Nient’altro? Potrebbe non essere così seguendo la logica che i magistrati di Firenze stanno usando per svelare tutta la connection e i retroscena di ben più complessi intrighi e pericolose relazioni. Oppure pensavate che la storia non ritornasse come nella famosa Congiura dei Pazzi, in cui i banchieri fiorentini dell'epoca tentarono di uccidere Lorenzo il Magnifico?

LA DISCOVERY DI UN’INDAGINE PESANTE. L’INTRECCIO TRA MAFIE E BANCHE SULLO SFONDO FIORENTINO

Sono stati i Carabinieri del Ros a perquisire la casa del vicepresidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona, nome di primo piano nel mondo politico bancario italiano, che appare ben in vista nell’elenco degli indagati dalla Dda di Firenze. Un’inchiesta scottante, con possibili risvolti politico- finanziari impressionanti. Al centro i collegamenti con la criminalità organizzata, in un ampio e allarmante quadro di fitte e coperte infiltrazioni mafiose nel settore delle banche italiane e dell’alta finanza.

PROTAGONISTI E COMPARSE.

Secondo l'accusa mossa dal Procuratore Generale della Repubblica di Firenze, Domenico Creazzo, collaborato dal Sostituto Procuratore Generale Alessandro Crini (da poco reggente della Procura di Pisa) e la sostituta Angela Pietroiusti, il vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona è accusato di reati finanziari, con l'aggravante dell'art.7 per aver agevolato clan mafiosi, avendo sostenuto, insieme ad altri indagati, le attività del costruttore Andrea Bulgarella, di Trapani ed esercente imprese in Toscana, in quel di Firenze, Pisa e Lucca.

Bulgarella, specializzato in affari immobiliari, avrebbe accumulato un'esposizione bancaria di circa 65 milioni di euro, coinvolgendo anche una piccola banca di credito cooperativo, la Bcc di Cascina (Pisa), che Bankitalia ha commissariato per gravissime criticità gestionali. Bulgarella, per tappare la voragine, si sarebbe rivolto a Unicredit per coprire il debito, rivolgendosi a Palenzona ed altri manager, da cui avrebbe ottenuto favori e altri finanziamenti nonostante la sua insostenibile posizione verso la Banca.

Nell'inchiesta non è contestato l'articolo 416 bis ma, solo per alcuni indagati, l'art.7. Tuttavia, per gli investigatori del Ros l'imprenditore Bulgarella viene ritenuto aver collegamenti, per via indiretta, col boss Matteo Messina Denaro, latitante da decenni.

‘Tali rapporti, sostengono i magistrati, hanno consentito a Bulgarella’ e di conseguenza al clan di Messina Denaro “di conseguire reciproci vantaggi, consistiti per il Bulgarella, attraverso la sua condivisione nei propositi d’infiltrazione della cosca nell’attività economico-imprenditoriale, del settore dei calcestruzzi, di non trovare ostacolo alcuno e di avere un trattamento di favore nella propria attività, inizialmente nel settore delle costruzioni e degli appalti e successivamente in quello turistico-alberghiero, soprattutto quando ha trasferito i suoi interessi in Toscana”.

CAMBIODOC.1

Nel videodocumento allegato le opinioni e gli approfondimenti di Fabrizio Palenzona sul tema Banche e Politica.