Bologna. Tra sgomberi e beni comuni scoppia l’Intifada dei Tortellini contro il sindaco Merola

La chiamano ‘Intifada dei Tortellini’ quella che ormai da molte settimane sta dilagando dentro e fuori le mura del ‘ring’ cittadino del capoluogo emiliano. Importante snodo turistico del Nord Italia, persino recentemente lusingata da una troupe di giornalisti del New York Times, che ne hanno tessuto le lodi di accoglienza e umanità, la vita cittadina è in questi giorni letteralmente messa a soqquadro per via di uno scontro sociale molto duro che vede fronteggiarsi, ormai senza più margini di confronto, il sindaco del capoluogo emiliano, l’uscente Virginio Merola del Pd, con un sempre più vasto schieramento di occupanti, centri sociali, movimenti studenteschi, associazioni di diritti popolari, espressioni della cultura gay e lesbica, forze politiche d’opposizioni e nuovi soggetti con in testa la ‘Coalizione Civica per Bologna’, ispirata e diretta, dal ex parlamentare Mauro Zani, che scagliandosi contro Merola, ha invitato i suoi concittadini a partecipare al ‘ballo dello sgombero’ per mettere alla porta l’attuale giunta.

Procedendo ad alzo zero con una linea dura dipanata con sfratti collettivi, sgombero di palazzine, case e locali occupati abusivamente, la svolta repressiva del sindaco bolognese sembra aver sorpreso non solo gli occupanti degli stabili ma soprattutto l’opinione pubblica democratica e tollerante della città. La Polizia e la Municipale ha portato via con la forza un certo numero di persone che alloggiavano da tempo mentre in strada si organizzava un presidio di una cinquantina di protestatari.

L’accusa rivolta a Merola, secca, acuminata, diretta è quella di essere divento il capo partito di una potentissima lobby immobiliarista che punta ad espellere da sotto le Torri non solo i centri sociali e le associazioni che rivendicano i beni comunali quanto essenzialmente quella enorme popolazione nomadica degli studenti che affittano a lotti di stanze appartamenti d’epoca con pochi soldi. La crociata contro ‘il popolo del poco-fitto’ avrebbe come scopo aprire una vera e propria autostrada ai grandi monopolisti immobiliari, per riconvertire l’offerta in chiave turistico-insediativa.

Accusato di aver assunto in questi mesi conclusivi del suo mandato il ruolo aspro e rigido del buttafuori antipatico, o per chi vuol dir meglio, dello sceriffo ‘tra la via Emilia e il West’, Merola ha dato un colpo di acceleratore a un progetto di colossale ristrutturazione del centro storico, sviluppando così quel processo di ‘israelizzazione’ di Bologna (altrimenti detto la ‘gerusalemmizzazione’ di un sempre più degradato dedalo di vicoli e piazzette) che dalle immagini caricate sui social non sembrerebbe certo una rappresentazione propagandistica dei suoi prossimi competitor.

Adesso dopo Atlantide si punta al Làbas, il centro sociale di via Orfeo. Nell’ex caserma Masini, di proprietà di Cassa depositi e prestiti, c’è il progetto di realizzare un albergo, una trentina di alloggi, attività commerciali e ristorative.

CAMBIO/DOC

Nel videodocumento una scena degli scontri tra forze dell'ordine e dimostranti a Bologna che segnala l'eloquenza di questa speciale Intifada dei Tortellini.