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"La longevità è allo stesso tempo desiderio e paura per l'uomo moderno. Il desiderio di vivere a lungo è insito nella nostra natura e si unisce al sogno dell'immortalità. La paura invece riguarda il modo in cui invecchiamo e la dubbia qualità di una vita più lunga." Umberto Veronesi
Il mondo non è un paese per vecchi? Tutto da vedere non solo come in un film ma anche nella realtà contemporanea. Settanta anni, pensionato e vedovo, Ben è un di quelle evidenti espressioni del grande cambio della civiltà occidentale, sempre più caratterizzata dall’avanzata delle pantere grigie, la società degli anziani, quella terza e la quarta età, fasce anagrafiche che stanno profondamente trasformando la mappa culturale, consumistica, sociale e mentale della vita attuale. Tutta colpa del vecchio baby boom del dopoguerra se oggi il mondo è grigio e non più blu. Secondo calcoli statistici nel 2030 la generazione del baby boom entrerà nella sfera dell’anzianità, provocando un incremento del 25 % della popolazione statunitense, composta da gli oltre 65enni.
Ma torniamo alla storia di Ben, un uomo che non si rassegna a ridursi un Umarello americano destinato soltanto a guardare il mondo dalla carrozzella mentre tutti gli altri corrono veloci intorno a lui. Interpretato da Robert De Niro, il protagonista di un nuovo film che è nelle sale cinematografiche italiane dal 15 ottobre, affronta i pregiudizi e le difficoltà che la generazione dei nonni 2.0 è costretta a subire la disparità e la minorità di una vecchia società che inesorabilmente varcato il confine dei sessantenni ti confina verso un’implacabile e ingiusta emarginazione, sprecando un immenso capitale sociale di esperienza e saperi accumulati nel corso di una esistenza. Così Ben decide di non spegnere i motori e parcheggiarsi in un giardinetto, ma di ricominciare tutto daccapo, ripartire dalla gavetta, attratto da un curioso programma di stagisti senior offerto dalla start-up About The Fit, un e-commerce di abbigliamento. Per lui c’è un posto di assistente della fondatrice dell'azienda, Jules, più giovane di 40 anni. Jules è un control freak molto rigorosa, che non sta mai ferma, iperattiva sul lavoro a tal punto da azzerare la propria vita personale. Da qui nasce una vera e propria ammirazione per il nuovo arrivato.
Vincitori del premio Oscar Robert De Niro e Anne Hathaway, con questo film dal titolo originale The Intern, un dramedy scritto e diretto dalla candidata all'Oscar e pluripremiata regista Nancy Meyers (Tutto può succedere, L'amore non va in vacanza) e co-interpretato dall'Adam DeVine di Pitch Perfect e della serie tvWorkaholics, esplorano una realtà emergente, un mondo diverso oltre la pensione che non è soltanto la fine di ogni progettualità e desiderio. In una società che invecchia anche troppo precipitosamente gfli anziani stanno diventando i nuovi motori dell’economia, non solo perché hanno più capacità di spesa dei giovani nel paniere dei consumi ma anche perché rappresentano una risorsa da non sprecare per via della grande disponibilità di tempo a disposizione.
Scena centrale, la disperata ricerca di una mail perduta inviata per errore da Jules: tutti sappiamo il dramma una mail spedita a un indirizzo sbagliato e quel che ne consegue in termini di agitazione psicologica. Lo stagista inaspettato è un film che porta sullo schermo la questione dell’allungamento della vita, la longevità come desiderio e paura dell’uomo e della donna moderna.