Lamborghini. Perquisizioni a Bologna nell’industria simbolo dell’auto italiana.

ReTweet > L’auto è un settore che può dare una grande opportunità di sviluppo, grazie a chi investe e grazie alla passione dei lavoratori. Oggi un giorno molto bello per tutti noi, un giorno di gioia. Faccio i complimenti all’Emilia Romagna, al tessuto sindacale dell’Emilia Romagna, ma anche agli amici di Audi e Lamborghini, Lamborghini porta a Sant’Agata Bolognese un minimo di 500 posti di lavoro in più, con un investimento di 700-800 milioni, che si avvicina al miliardo di euro. Non è che il primo passo. Matteo Renzi <


Si può sbagliare certo come capita di questi tempi alla Volkwagen. Ma poi vallo a passare lo sbianchino su una firma e su una faccia al momento dell’inaugurazione di un grande evento dell’economia e dell’industria come è stato per Renzi l’accordo per rilanciare Lamborghini a Bologna. "Ieri era un giorno molto bello, un giorno di gioia, adesso siamo fortunati perchè tutti i giorni Stefano Bonaccini e Federica Guidi mi ripetevano… ‘stiamo per chiudere con Lamborghini, stiamo per chiudere con Audi.. perché era il segno, importante per una regione l’Emilia Romagna che si possono avere investimenti di alta qualità, si può rilanciare un settore dell’automotive che ha sofferto tanto in questi ultimi dieci anni ma che sta ripartendo alla grande e che può dare per la qualità del lavoro e per la capacità imprenditoriale di chi investe oltre che per la passione dei lavoratori una grande opportunità di sviluppo..”

Oggi invece le giuste parole di un premier, convinto e tenace nella sua battaglia per la reindustrializzazione del Nord Italia, si sovrappongono sulla notizia del momento, nell’epoca in cui rischia di crollare un grande simbolo della storia autobilistica mondiale, trascinando con se anche il marchio di fabbrica della Lamborghini di Bologna, messa sotto sopra dall’arrivo della Guardia di Finanza. Il controllo è stato richiesto dalla procura di Verona che ha aperto un fascicolo su Volkswagen Italia in quanto Lamborghini fa parte del gruppo della casa automobilistica tedesca, che ipotizza il reato di frode in commercio e truffa. Fulminea la dichiarazione di Carlo Rienzi, presidente del Codacons, il quale ha puntalizzato che “solo pochi giorni fa avevamo chiesto di disporre perquisizioni a tappeto nelle sedi italiane di Volkswagen e presso le abitazioni private di dipendenti e manager, allo scopo di acquisire documentazione circa lo scandalo delle emissioni falsificate, al pari di quanto disposto dalla magistratura tedesca. La nostra ipotesi era proprio quella di una possibile frode in commercio a danno dei consumatori, per la quale ci siamo rivolti alla magistratura e all’Antitrust». «Se dalle indagini della Procura di Verona dovessero emergere illeciti, si rafforzerebbe ancor di più la class action avviata dal Codacons dinanzi al Tribunale di Venezia, che al momento registra la pre-adesione di oltre 12.000 automobilisti».

Non si conoscono ancora i nomi dei manager indagati né si è conoscenza se tra di essi possa esserci anche il presidente e ad di Lamborghini Stephan Winkelmann che nei mesi scorsi insieme con Renzi aveva presentato nel dettaglio l’investimento di Sant’Agata in Emilia Romagna. In quell’occasione l’industriale tedesco rese noto che l’investimento sarebbe stato diluito nell’arco temporale «di tutto il ciclo di vita del modello». L’ad di Lamborghini non fornì cifre precise ma parlò di un investimento di «diverse centinaia di milioni di euro, comunicando che la superficie del sito di Sant’Agata sarebbe passeta dagli attuali 80.000 metri quadri ai 150.000». Un progetto che a tutt’oggi ancora prevede l’arrivo sul mercato del Suv, che per il momento si chiama ancora Urus per il 2018, allorquando “saranno prodotte 3.000 vetture l’anno. Questo significa che la nostra produzione a Sant’Agata bolognese sarà più che raddoppiata visto che oggi produciamo 2.530 vetture l’anno”.