CAMBIO | Renzi in Divisa vara la Finanziaria dei Generali.

Retweet > Italia fuori della Nato: il sogno fallito della sinistra al potere. Perché come afferma la ministra Pinotti “il primo punto in agenda deve essere quello del contrasto all’ISIS. La Coalizione internazionale si è progressivamente allargata e comprende ora 60 Paesi. Come già detto, intendiamo incrementare il numero di Carabinieri, in modo da intensificare la formazione delle Forze locali destinate a controllare i territori strappati all’ISIS, evitando il pericoloso vuoto di potere che segue alla fase dei combattimenti.” <


Vito Barresi | Direttore di ‘CAMBIO’ Quotidiano Social

Ma Renzi da giovane ha fatto il militare? Comunque sia da quando il fiorentino è al Governo la sua scelta è stata nettamente incline a tutelare il sistema economico-militare che impera nella Difesa prima di tutto atlantico-statunitense e poi quella nazionale. Che, dicono gli esperti, spazzando via l’art.11 della Costituzione e con esso la sovranità del Parlamento, è divenuto sempre più l’asse strategico e dominante delle istituzioni costituzionali e repubblicane.

L'ACCORDO STRATEGICO TRA I DUE 'MATT'

Molto probabilmente frutto di un intesa tra i due “Matt” (Mattarella e Matteo) la legge di Stabilità 2016 ribadisce con chiarezza il ruolo e il peso rilevante che il cartello politico-militare ha assunto nel corso di questi due anni di Governo a marca Pd. Tutta la struttura istituzionale, economica, politica si troverebbe infatti in una fase di rapida ristrutturazione strategico-militare che porta in primo piano, in termini di centralità e comando, 
l’asse Forze Armate, Nato, Azioni militari nell’era della globalizzazione, Difesa, Nato, 
Alleanze Occidentali, Presidenza della Repubblica e Governo.

IL TRIO MILITAR-POLITICO ITALIANO: RENZI, LADY PESC MOGHERINI E LA PINOTTO

D’altra parte di tutto si può accusare Renzi tranne di non dire in anticipo quale sia il suo sincero pensiero e che cosa farà di conseguenza. Proprio nel vertice Nato 2014, che si svolse nel sontuso scenario di Celtic Manors, raggiungendo in pullman il Castello di Cardiff, accompagnato dal Ministro della Difesa Roberta Pinotti e da Lady Pesc Federica Mogherini, Renzi ebbe a ribadire che per lui "il vertice Nato è sicuramente un vertice che occupa le pagine dei giornali per l'importanza delle decisioni prese sull'Iraq, per le ultime novità, ma il partecipare è stato innanzitutto una grande emozione". Una dichiarazione di sensibilità subito tradotta in quella nuova visione internazionale, politica e strategica, che agli italiani molto probabilmente è ancora poco visibile anche se in se stessa evidentemente molto chiara. I leader della Nato decisero, infatti, di "invertire l'andamento di riduzione dei bilanci per la difesa" e di portarli al livello del 2% del pil entro 10 anni. Così è scritto nelle conclusioni del vertice della Nato tanto cheil segretario generale si è disse "rassicurato" dall' impegno politico preso "per la prima volta" da tutti i leader.

TUTTO SI TAGLIA IN ITALIA TRANNE LE SPESE MILITARI

Questa la filosofia della Finanziaria 2016, assecondata dalla nuova ideologia renziana, collante di questo inedito blocco economico e sociale che regge la sua maggioranza anche in vista delle prossime scadenze elettorali.A sua volta Renzi, come si deduce anche dal lungo videodocumento postato in allegato, non si dichiarò affatto contrario ad aumentare le spese per la Difesa, osservando che se l'Europa considera la spesa per la Difesa "strategica" allora andrebbe tolta dal Patto di stabilità, rispondendo alle sollecitazioni per portare la spesa in Difesa al 2% del Pil. Come aveva annunciato e promesso in sede internazionale al Summit Nato del Galles, Renzi ha poi eseguito fedelmente e calato in finanziario i punti essenziali dell’accordo firmato in quel vertice. A parte gli Stati Uniti che investono nel militare il 4,5% del loro pil, a raggiungere la soglia del 2% sono solo la Gran Bretagna, Grecia ed Estonia mentre l’Italia solo apparentemente sembra destinarvi l’1,2%. Una percentuale di denaro pubblico che rapportata alla spesa pubblica darebbe altri risultati se solo si osservasse che in base ai dati ufficiali relativi al 2013, pubblicati dalla Nato nel febbraio 2014, l’Italia spende per la «difesa» in media 52 milioni di euro al giorno. Una cifra in cui sono inserite diverse altre voci tali che per il Sipri, la spesa militare italiana (all’undicesimo posto su scala mondiale) ammonta a circa 70 milioni di euro al giorno.

L'EX SOTTOSEGRETARIO CROSETTO: DA FORZA ITALIA ALL'INDUSTRIA BELLICA

Così anche se più o meno tutti tacciono su questo argomento, tranne l’Aiad. In curiosa contemporaneità con il vertice Nato, proprio dal 2014, le rdinei di quest’associazione che rappresenta le aziende nazionali del settore, da Finmeccanica a Fincantieri, sono state prese da Guido Crosetto, ex parlamentare di Fi e fondatore, con Giorgia Meloni e Ignazio La Russa, di Fratelli d'Italia, che lasciata la politica, stato nominato questa mattina presidente dell'Aiad. Già sottosegretario alla Difesa chiamato a svolgere questo ruolo di rappresentanza di un'intero comparto industriale, su proposta di Finmeccanica, ma con il gradimento di tutte le aziende del settore aerospaziale e della difesa, Crosetto è divenuto in questi mesi il consulente più ascoltato del ministro della Difesa Roberta Pinotti sul fronte del supporto internazionale alle imprese del settore, settore su cui le sue idee sono ben connotate. Per Corsetto ‘la scelta di avere l’industria della difesa è politica. Non esiste un’industria della difesa se non c’è l’investimento pubblico. L’export è una conseguenza, le aziende più brave crescono e riescono a vendere anche all’estero. Ma tutte le aziende fanno ricerca e sviluppo con i soldi del proprio governo, anche negli altri Paesi. C’è una soglia sotto la quale l’industria della difesa non esiste. Non è una questione di essere una lobby delle armi, ma una scelta politica».

QUANTI SANNO CHE L'ITALIA HA DICHIARATO GUERRA ALL'IS?

Ma il punto dirimente di quella che fu la proattiva partecipazione di Renzi alle scelte militari della Nato e dell’alleato Usa fu certamente la forte e significativa dichiarazione che “l'Italia è parte della coalizione internazionale contro lo stato islamico, annunciata oggi dagli Usa al vertice Nato.

CAMBIODOC

videodocumento, Renzi al Vertice Nato 2014, fonte Presidenza del Consiglio