CAMBIO | Sondaggio contro Renzi. Maggioranza italiani sfavorevole legge unioni omosessuali.

Retweet > Renzi avrebbe sottovalutato la vistosa quanto enorme avversione degli italiani all’adozione dei bambini da affidare alle 'family gay'. Tra la coscienza degli italiani e l’opinione dei politici, secondo svariati sondaggi, oggi su questo tema, ci sarebbe un vero e proprio baratro. Quasi il 60% degli elettori non sarebbero d’accordo sul fatto che una coppia omosessuale possa crescere un figlio\a. Un dato che avrebbe impressionato fortemente il Presidente del Consiglio fino a renderlo più cauto e possibilista sui tempi di approvazione del decreto Cirinnà. <


Vito Barresi | Direttore CAMBIO Quotidiano social

Non uno ma più sondaggi tra loro incrociati, realizzati e provenienti da istituti demoscopici tra loro politicamente differentemente orientati, sono da giorni sul desk di Matteo Renzi a Palazzo Chigi, che sta compulsando dati e risultati che non lo lasciano sereno. Combattuto tra la coscienza e la doxa degli italiani, tra il sentire profondo di famiglie, cittadini, credenti e laici e l’opinione prevalente che si è consolidata nel popolo sovrano, Renzi deve far quadrare le promesse di approvare la legge sulle unioni omosessuali e un coefficiente di contrarietà al matrimonio gay che è vistosamente salito in questi ultimi mesi e che rappresenterebbe la maggioranza del Paese. In base alle inferenze statistiche, alle risposte dirette e alle verifiche incrociate oltre il 55 per cento degli italiani è contrario alla legge che i parlamentari dovrebbero votare, schierati sul fronte del no alle unioni civili così come sono state formulate nel provvedimento della relatrice Cirinnà, nel mentre solo il 38 per cento del campione consultato si è dichiarato favorevole a tali unioni, restando solo un 7 per cento senza opinione. Una maggioranza di contrari al matrimonio gay che si solidificherebbe in un granitico 67 per cento tra i cattolici praticanti e, sorprendentemente, nel 42 per cento per i non cattolici.

IL DDL CIRINNA' MESSO POLITICAMENTE ALL'ANGOLO

Politicamente di fronte a questo esito il ddl Cirinnà, non esisterebbe più, messa di fatto fuori gioco dallo stesso Renzi che teme il sovrapporsi in calendario del voto sulla riforma costituzionale e del bilancio poiché non c'è in Parlamento una maggioranza possibile per una legge sulle unioni civili perché tale legge non ha il consenso del Paese. Una maggioranza silenziosa ma poi non tanto a dire di quel che sta avvenendo nelle principali piazze, davanti alle pievi e alle cattedrali, a Roma come a Canicattì, a Bologna come a Cerignola, dove in migliaia con tenacia protestano contro la nuova legge di Renzi e Boschi. Accanto al mega raduno del Family day ovunque vengono organizzate veglie di preghiere e altri momenti di obiezione e tra queste si distinguono i raduni del movimento delle Sentinelle in Piedi.

Di fronte alla scelta di che cosa riconoscere nelle unioni civili etero e in quelle omosessuali gli intervistati approverebbero il diritto a stare al fianco del proprio partner in un momento doloroso come appunto un ricovero ospedaliero (72 per cento dei favorevoli) oppure ad ottenere una parte dell’eventuale eredità (55 per cento di sì), nel mentre altri presunti diritti, sono nettamente negati. Tra questi due nello specifico: la reversibilità delle pensione del convivente (con il 68 per cento dei contrari) e ancora di più la possibilità di adottare bambini (il fronte del no arriva all’85 per cento del campione).

TUTTI I SONDAGGI AVVERTONO RENZI: ATTENTO AL PASSO FALSO

Nel febbraio 2009 un sondaggio Ispo aveva rilevato una percentuale del 25% di favorevoli ai matrimoni tra gay e i restanti intervistati contrari o (in minima parte) indecisi. Successivamente una ricerca Eumetra evidenziava che la quota di chi approva il matrimonio tra omosessuali fosse quasi raddoppiata, raggiungendo il 47%, quasi la metà degli italiani sopra i 18 anni. Un sondaggio Demos (commissionato da Repubblica ) portava la percentuale di favorevoli al 53%. La differenza sociologicamente più significativa è rappresentata dal parametro generazionale, dall'età. I giovani, la fascia che giunge a 35 anni, il matrimonio gay sarebbe un diritto da riconoscere, per i due terzi degli intervistati (64%). Anzi tra gli studenti, l’opinione favorevole sale al 78%. Tra 35 e 45 anni la mela si spacca a metà mentre la tendenza si capovolge radicalmente dai 45 anni agli oltre 65 anni, che in tre intervistati su quattro si oppongono al matrimonio gay.