Il montepremi era alto per i quarantuno funzionari Rai, Mediaset e La7 che ci stavano allo scambio e la mercimonio. Di che natura fosse lo ha accertato un'inchiesta che porta la firma del pubblico ministero romano Paolo Ielo. Sul fascicolo spicca l’intestazione con i nomi e le indicazioni delle società facenti capo all'imprenditore David Biancifiori che avrebbero ottenuto l'affidamento di lavori e servizi nelle televisioni, ovviamente previo il pagamento in denaro e quant’altri favori, assunzioni pilotate, benefit vari, premi in vacanze in località per vip e jet set. Gli iscritti nel registro degli indagati dipendenti Rai, in qualità di pubblici ufficiali, viene anche imputata la corruzione, mentre per coloro sotto contratto con le private l'appropriazione indebita.
La Guardia di Finanza ha nei mesi scorsi eseguendo ben 60 perquisizioni dai cui accertamenti il nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle, ha desunto notizie di reato a carico di società David Biancifiori, che avrebbe attuato il piano criminoso attestando sovrafatturazioni dei lavori eseguiti. Il magistrato Paolo Ielo che coordina l'inchiesta, Biancifiori - deve rispondere di concorso in corruzione e appropriazione indebita, false fatturazioni e turbativa d'asta.
Biancifiori, è titolare di un’azienda che offre servizi di supporto alle produzioni tv, vale a dire gruppi elettrogeni, scenografie, impianti audio e regie mobili anche all'estero attraverso le due società "D and D lighting ad truck" e "di.Bi.Technology". Gli inquirenti hanno passato allo scanner l’edizione di Sanremo del 2013, quell’anno presentato da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Alla discovery dell’indagine la Rai rese noto di "garantire la massima collaborazione all’Autorità Giudiziaria" precisando che l'area interessata dalle indagini è stata "oggetto di verifiche interne che hanno comportato interventi organizzativi e disciplinari".
Mediaset disse di essere parte lesa nell'inchiesta, che "i dipendenti accusati di infedeltà sono stati sospesi in attesa di ulteriori elementi" e che l'azienda collabora alle indagini. La7, sempre in una nota, "si riservava di costituirsi parte civile nell'eventuale processo penale per chiedere il risarcimento di tutti i danni subiti". Paolo Ielo è Pubblico ministero a Roma dal 2008. In precedenza è stato nel pool Mani Pulite a Milano durante l’inchiesta Tangentopoli. Nel capoluogo lombardo, è stato Giudice per le indagini preliminari.