L’isola napoletana ha ospitato il primo torneo internazionale di scacchi intitolato allo statista russo. In gara, oltre cinquanta professionisti da tutto il mondo che, tra mosse di re e cavalli, hanno ricordato le storiche partite dei celebri russi, avvenute proprio a Capri
di NICOLA SELLITTI , RBTH*
Scacco matto a Capri, in onore di Lenin. Nei giorni scorsi sull'isola napoletana c'è stato il primo torneo internazionale di scacchi intitolato allo statista russo. In gara oltre 50 professionisti, da ogni parte d'Italia e da Russia, Serbia, Grecia, Spagna, Filippine. Tra cui Olga Zimina, con origini russe ma che gioca sotto la bandiera italiana. Tutti sull'Isola, curiosi, oltre che per superare gli avversari tra mosse di re e cavalli, di saperne di più sulla passione di Lenin per il gioco. E la mente rivolta subito a quella fotografia che ha fatto più volte il giro del mondo: Lenin al tavolo per una partita contro Aleksandr Bogdanov, alias Aleksandr Malinovskij, intellettuale di spicco del partito bolscevico, stimato dallo stesso Lenin. Era il 1908, tra il 10 e 17 aprile sulla terrazza di Villa Blaseus, in via Klopp, una delle poche istantanee di Lenin in esilio già da due anni.
È la sola immagine che illustra una fase decisiva della lotta filosofica contro le deviazioni del movimento rivoluzionario. Negli anni a venire la stessa foto subiva diversi ritocchi, mentre l’originale mostra Maksim Gorky seduto su di una balaustra che osservava la scacchiera, accanto a lui, unica donna in piedi, Natalia Bogdanova, Lenin (che era andato a trovare Gorky) e il compagno rivoluzionario Aleksandr Bogdanov mentre riflettevano sulle strategie per provare a superarsi. Gorky era già uno scrittore di fama mondiale, viveva il suo primo pezzo di storia italiana da esule, sette anni a Capri per creare una scuola per propagandisti rivoluzionari, emigranti russi di talento, tra scrittori più o meno famosi, musicisti artisti. Assieme per pensare, studiare come sovvertire il potere degli Zar. Un flusso di coscienza alimentato anche dagli scacchi.
“Molti restano i ricordi di Lenin giocatore di scacchi sull’isola di Capri – aggiunge il presidente del Club scacchi di Capri Michele Sorrentino, la mente del torneo -, le voci storiche di Capri lo dipingono come un giocatore sanguigno, impetuoso e permaloso al punto che quando perdeva non concedeva rivincite”. Una descrizione che collima con le memorie di Gorky: “Quando … perdeva, si rattristava come un bambino”. Testimonianze, tratti di una dimensione umana privata, riservata. Come quella del Lenin pescatore che avrebbe imparato dai barcaioli capresi la pesca a mano, con il filo avvolto al dito. E pare che, abboccato un pesce, lo statista russo che avrebbe messo fine alla dominazione zarista qualche anno dopo dicesse “drin drin”, per questo ribattezzato “drin drin” dai capresi, da lui ritenuti più lenti nel lavoro rispetto ai russi. Oppure che definisse Capri con “mare bello, vino buono”, dalla terrazza su cui si dilettava con gli scacchi.
“Il torneo porta il nome di Lenin per la sua passione per gli scacchi, che avvolge in realtà tutta l'Isola. E l'anno prossimo ci sarà di sicuro la seconda edizione. A Capri si è vissuto, attraverso quelle partite a scacchi, uno dei momenti più importanti del Novecento – spiega il presidente del Club scacchi di Capri – Tutti i partecipanti si sono informati sulla leggenda di Lenin a Capri e delle partite di scacchi. Nel 1982 sbarcò qui il campione russo Anatolij Karpov per una gara simultanea. Karpov era stato informato che una signora del posto custodisse la scacchiera in legno usata da Lenin, da Malinovskij, da Maksim Gorky. Andammo a casa di questa signora e il campione russo cominciò ad accarezzare la schiacchiera, le pedine come fossero sue figlie. Era emozionatissimo”.
* Articolo apparso su Russia Beyond the headlines che qui si ringrazia