CAMBIO | Nella scatola nera la verità sull’aereo russo caduto in Sinai

Non ci sono sopravvissuti nello schianto dell’Airbus-321 decollato da Sharm el-Sheik e diretto a San Pietroburgo. I corpi sono stati trovati carbonizzati a cinque chilometri dal luogo dello schianto. Le autorità russe: “Prematuro avanzare ipotesi. Aspettiamo i risultati delle scatole nere”


dI EKATERINA SINELSHCHIKOVA, RUssia Behond THe headlines

Non c’è ancora, in Russia, una versione ufficiale sulla tragedia aerea avvenuta sabato 31 ottbre, nella quale hanno perso la vita 224 persone. Le autorità aspettano “informazioni attendibili” dalle scatole nere. Per il momento i servizi competenti della Federazione Russa si astengono dal dichiarare una versione in merito alla schianto dell’Airbus-321, decollato da Sharm el-Sheik e diretto a San Pietroburgo. Secondo il ministro russo dei Trasporti Maksim Sokolov, solamente l’esame delle scatole nere potrà far luce sulle cause della tragedia. Scatole nere tra l’altro che sono già state rinvenute, ma non è ancora chiaro se verranno esaminate in Russia o in Egitto. Rosaviatsiya (l’Agenzia federale per il trasporto aereo) sostiene che per il momento non ci siano informazioni sufficienti per sostenere che alla base della catastrofe aerea ci siano dei guasti tecnici e degli errori da parte dell’equipaggio. “Per il momento non ci sono informazioni attendibili sulle cause dell’incidente, e quindi non ha senso avanzare e discutere delle tesi”, riferiscono da Rosaviatsiya.

Le ipotesi - Alcuni mezzi di informazione avevano riportato la notizia secondo la quale i terroristi dello Stato Islamico avrebbero rivendicato la catastrofe aerea. Una versione però smentita dal Ministero russo dei Trasporti, cha ha definito “non affidabile” questa notizia. Così come ha detto in un’intervista rilasciata aKommersant FM il direttore generale dell’Aviazione civile “Aeroport” Viktor Gorbacev, si esclude che le cause possano essere di origine atmosferica, come un fulmine, visto che, come riportato dal Centro Idrometeorologico, le condizioni climatiche erano buone, con una visibilità di dieci chilometri. A quanto pare, sostiene Gorbacev, potrebbe esserci stata una causa esterna, magari anche un errore da parte dell’equipaggio. Tuttavia, fa notare il presidente onorario del Comitato intergovernativo dell’aviazione, Magomed Tolboev, “è difficile credere che non fosse stata eseguita un’adeguata manutenzione all’apparecchio”. Nell’intervista a Kommersant, Tolboev ha spiegato che, anche in caso di arresto dei motori, l’aeroplano avrebbe potuto proseguire la rotta in sicurezza, chiedendo l’autorizzazione ad atterrare. Ma la richiesta per un atterraggio di emergenza non c’è mai stata. “Ciò significa che a bordo si è verificato qualcosa di improvviso”, ha detto.

Il segnale di SOS - La catastrofe è avvenuta sulla penisola del Sinai. A bordo dell’aereo della compagnia Kogalymavia si trovavano 224 persone, compresi 7 membri dell’equipaggio. Le autorità egiziane hanno fatto sapere che non ci sono sopravvissuti. L’aereo è caduto 23 minuti dopo il decollo. Inizialmente sembrava che, poco prima di sparire dai radar, il velivolo avesse lanciato un segnale di SOS, denunciando guasti all’apparecchio e chiedendo un atterraggio di emergenza al Cairo. Ma la BBC, facendo riferimento a una dichiarazione rilasciata dal ministro egiziano dell’Aviazione civile, ha smentito questa notizia. Così come si legge sul portale Web Flightradar, prima di sparire dai radar l’aereo sarebbe precipitato bruscamente per un chilometro e mezzo. La maggior parte delle vittime sono state trovate carbonizzate in un raggio di cinque chilometri dal luogo dello schianto.