CAMBIO | Thriller sulla borsa del Papa preda inconfessabile degli agenti segreti

Retweet > A metà strada tra mistery e fiction, nel senso che all’occorrenza si servono dell’una e dell’altra in maggiore o minore misura, eccoci a quello che è forse il fatto più importante nella vicenda del pontificato di Papa Francesco, divenuto il personaggio di maggior spicco tra i potenti del mondo su tutti i media globali. I produttori di contenuti, ideologie, idee, immagini, informazioni che determinano la rappresentazione della vita quotidiana di miliardi di uomini, che indirizzano le nostre scelte e le nostre opinioni, coinvolgendo economie, interessi, ambizioni, potere e politica, scoprono l’ultimo lembo del mantello della fede cristiana come una realtà che da ancora senso alla vita attuale e alla storia umana. Al prezzo di coinvolgere il Vaticano, Piazza San Pietro e la Curia romana, con il Santo Padre e le sue gerarchie nella realtà più avventurosa e fantastica delle vatican-story e della fantapolitica mondiale. Fin quando, forse non verrà il giorno che alcuni aspettano, quello in cui un cardinale-robot sarà eletto papa, al computer come avvenne in quella pagina di Oscar Mondadori che dava in copertina, finalmente, le sue news, Buone Notizie dal Vaticano… >


Vito Barresi | Direttore di CAMBIO

Nelle stanze più private che s’affacciano su Piazza San Pietro, durante la tumultuosa giornata di Ognissanti, come una scossa di corrente elettrica senza filo di terra, si è subito sparsa incontrollata l’ansia e la paura che qualcuno avesse potuto rovistare e trafugare anche nelle carte segrete custodite nell’ormai mitica e famosa borsa nera che il Papa conserva gelosamente e guardingamente. Quella stessa borsa che non ha lasciato cadere neanche quando in un momento di vistosa e seria difficoltà all'aeroporto Jfk di New York, negli Stati Uniti, salendo sull'aereo in partenza per Philadelphia, è caduto sulla scaletta, continuando a stringerla nelle sue mani. Di forma tradizionale, senza un fondo rigido, con un sistema di chiusura certamente non a prova di sicurezza, all’inizio interpretata per quel che realmente dovrebbe essere ossia una semplice borsa da viaggio, è provvista di una banale serratura per chiuderla a chiave, con due vistose borchie di color acciaio.

Il ‘fedele’ accessorio che porta sempre con sé, come il postino di Pablo Neruda o il ferroviere con il suo bagaglio presso, quando lascia la sua residenza romana per andare pellegrino sulle strade del mondo, appare ormai circonfuso da un alone di mistero e fascino, che si è accresciuto enormemente nelle ore successive, tra sgomento e incredulità, per l’ennesima sottrazione di documenti consumata in San Pietro, a guisa dei grandi classici dello spionaggio che hanno interpretato i canoni del ‘top secret’ senza tempo.

Ed essendo ormai questo Papa un personaggio universale che si muove con forza e preponderanza nei media globali a proposito della ‘sporta’ papale cominciano copiosamente a circolare controstorie e altre dicerie che raccontano della sua genesi nella versione omerica di un vero e proprio ultimo scudo in dotazione del Sommo Padre per difendersi dagli attacchi di una vera e propria falange di spie demoniache e corrotti assatanati che la vorrebbero ‘catturare’ e far la propria come vero e proprio trofeo da brandire contro la Santa Romana Chiesa.

Così facendo i nemici del Papa, hanno tramutato la borsa di Bergoglio, in un ambito, quanto oscuro oggetto del desiderio da parte di forze occulte e sconosciute, agenti segreti, Mata Hari e barbe finte, autorafforzandone l’enfasi della propria unicità, la sua indubbia caratura magnetica, profetica ed evocativa.

Quella cartella tanto vintage e da generico ceto impiegatizio terziario tradizionale, sta diventando per l’intera cristianità la simbolica borsa di Papa Francesco, più che una borsa, una vera e propria icona pontificia. Un papa che si è convertito alla borsa, un Santo Padre che così lascerebbe intendere che l’antica bisaccia è molto chic, il trend di moda incline al genio femminile delle postine.

Forse un giorno qualcuno scriverà un thriller sulla borsa di Sua Santità. Suspence, supposizioni, fantasiose ipotesi per mettere in scena qualcosa di speciale a proposito dei documenti di fede o quanto meno quelli della ragion di stato che stanno dietro alla caccia di atti, scritti e verbali che Papa Francesco porterebbe dietro in ogni suo viaggio e spostamento per evitare che qualcuno li trafughi e li utilizzi contro di lui e la Chiesa. Un avventuroso intrecciatesi di fede e lobbismo, fedeltà e tradimento al centro della vita vaticana di Francesco, il cui pontificato si vorrebbe irretire nel susseguirsi di vicende spionistiche e allarmistiche finalizzate a impossessarsi di speciali segreti sottratti da uffici e archivi papalini.

Plot narrativo curiosamente già letto in un romanzo pubblicato negli Stati Uniti nel lontano 1979, poi tradotto in italiano per i tipi di Sonzogno, dove un ex ufficiale dei Marines, Walther F. Murphy, successivamente divenuto professore di diritto costituzionale all’Università di Princeton, infine scrittore e letterato, narrava la cronaca del pontificato di un papa che, guarda caso, portava il nome di Francesco I.

Nella sua versione originale il romanzo in questione, intitolato ‘Il Vicario di Cristo’, si segnalava per un ben più dettagliato particolare, consistente nella descrizione di un attentato pontificale. Proprio questo rese plausibile il titolo dell’edizione italiana ‘Bersaglio il Papa’, pubblicata dopo il tentato omicidio di Giovanni Paolo II, che lascia soltanto adesso constatare la strana e allusiva assonanza tra le parole bersaglio, bagaglio e il cognome Bergoglio.

“Non ci sono dubbi al riguardo” disse il cardinale segretario di Stato, quando entrò nello studio del papa la mattina dopo. “Stanno attentando a Vostra Santità”.

Sarebbero in tanti a pensarla così.Tantissimi che non si danno per convinti neanche di fronte all’evidenza delle stesse soavi e semplici confessioni del Papa, secondo cui nella sua it-bag “non c’è la chiave della bomba atomica! Mah! La porto perché sempre ho fatto così: io, quando viaggio, la porto”. E allora vien da chiedersi dentro, cosa c’è? “C’è il rasoio, c’è il breviario, c’è l’agenda, c’è un libro da leggere – ne ho portato uno su Santa Teresina di cui io sono devoto. Io sono andato sempre con la borsa quando viaggio: è normale. Ma dobbiamo essere normali … Non so … è un po’ strano per me quello che tu mi dici, che ha fatto il giro del mondo quella foto. Ma dobbiamo abituarci ad essere normali. La normalità della vita».


Thriller on the bag of Pope prada unspeakable secret agents - Halfway between fiction and mystery in the sense that if necessary they use of both a greater or lesser extent, we are in what is perhaps most important in the story of the pontificate of Pope Francis, who became the most prominent figure among the powerful of the world on all global media. Content producers, ideologies, ideas, images, information that determines the representation of the daily lives of billions of people, which direct our choices and our opinions, involving economies, interests, ambitions, power and politics, they find the last piece mantle of the Christian faith as a reality that still makes sense to present life and human history. Priced to involve the Vatican, St. Peter's Square and the Roman Curia, with the Holy Father and his hierarchies in reality most adventurous and fantastic of vatican-story and the political fiction world. Until, perhaps the day will come that some expect, the one where a cardinal-robots will be elected pope, to the computer as it did on that page of Oscar Mondadori that gave the cover, finally, its news, good news from the Vatican ...Vito Barresi