Retweet > La chiamano già la guerra degli aerei. E per molti è la risposta subdola e immediata alle più recenti scelte di Putin di intervenire nello scacchiere non solo mediorientale, in Siria, ma anche in altri teatri internazionali, luoghi sensibili per gli assetti strategici e tattici di un mondo non più unipolare, come la stessa Europa, Ucraina, e l’Africa, la Libia. Sono in molti tra gli analisti, gli osservatori e i media internazionali a chiedersi se due incidenti aerei così ravvicinati, non solo temporalamente ma anche geograficamente, non siano un segnale preoccupante, tale da indurre ad avere paura di volare con le compagnie aeree russe, se esse sono state prese di mira, o se tutto questo non sia alla fine soltanto prodotto dall’inefficienza, dall’errore o dall’incompetenza. >
Vito Barresi | Direttore di CAMBIO
La Russia è ancora in stato di shock per la catastrofe dell’Airbus-321, schiantatosi sulle colline del Sinai ed ecco un altro colpo duro all’immagine aeronautica nell’era di Putin. un aereo cargo russo si è schiantato nei pressi dell'aeroporto del Sud Sudan poco dopo il decollo e che le prime notizie, sebbene ancora contrastanti riferiscono di 40 persone che sono rimaste vittime dell’incidente. Per la Reuters un testimone oculare ha contato più di 40 corpi sul luogo della catastrofe, ma non è chiaro quanti di questi erano a bordo.
Un ufficiale di polizia non identificato vicino alla scena ha detto a Reuters che ci sono stati due sopravvissuti, tra cui un bambino, ma non poteva dire quante persone erano a bordo o dare ulteriori dettagli. Secondo il twitter della stazione radio locale, l'incidente si è verificato a circa 800 metri dall'aeroporto di Juba. Secondo alcuni esperti del Sud Sudan Tribune che hanno analizzato la scena l'incidente potrebbe essere stato probabilmente causato da un sovraccarico o di un errore tecnico. L'aereo era diretto a Paloich nella regione dell'Alto Nilo.
Intanto in Russia si diffonde la paura di volare. Si chiama aviofobia, una sindrome abbastanza diffusa nel mondo che non esclude ovviamente anche i russi, dichiara Mikhail Vinogradov, psichiatra, specialista in soccorso medico d'emergenza in caso di disastri ambientali e catastrofi di grosse dimensioni. “Ma la gente è costretta a volare per lavoro, spesso prendendo tranquillanti e facendosi accompagnare quasi per mano a bordo dell'aeromobile. L'ultimo tragico evento non ha fatto che esasperare le ansie. Dopo una grande tragedia, molti vivranno questi timori come un postumo di quanto è avvenuto. La prima reazione è il terrore, la seconda, la speranza che ciò non avvenga più e che sia proprio per questo che i biglietti acquistati non vengono rimborsati”, afferma lo specialista.
Secondo il direttore esecutivo dell'associazione dei tour operator della Russia (ATOR), Maja Lomidze, finora praticamente non vi sono state rinunce ai tour, sebbene già da ora si stia registrando una diminuzione delle prenotazioni. “La gente non rinuncia ai viaggi perché le condizioni di rimborso non sono favorevoli, gli analisti però notano un calo delle prenotazioni - spiega -. La prossima settimana le vendite saranno poche, se pure non inferiori a quelle di questa settimana. In seguito, il mercato si aggiusterà. Questo riguarda qualsiasi tour, non solo quelli con destinazione l’Egitto”.
* (The already calling the war planes. And for many it is the subtle and immediate response to the most recent decisions of Putin to intervene in the arena not only the Middle East, in Syria, but also in other international theaters, places sensitive to the strategic and tactical structure of a world no longer unipolar, as the Europe itself, Ukraine, and Africa, Libya. Many people among analysts, observers and the international media to wonder if two plane crashes so close, not only geographically but also temporalamente, not a worrying sign, such as to lead to fear of flying with Russian airlines, if they have been targeted, or if all this is not only the end product inefficiency, error or incompetence. vito barresi)