CAMBIO | Putin Powerman. Per Forbes è l’uomo più forte del mondo

Retweet > Su questo primo piano torna d’attualità l’obiettivo di un altro mandato presidenziale perché, dicono a Mosca, i russi sanno che cosa aspettarsi da Putin. “I cavalli al valico non si cambiano” dice un vecchio adagio. “Al momento sta portando a termine tutti i suoi compiti, la squadra è bilanciata, ciascuno occupa il proprio posto. Perché cambiare questo ordine?’ avvertono gli esperti. Elegante, di bello aspetto, per Vladimir Vladimirovich Putin, soprannominato “Man in Black” dai media occidentali, “la vita è una cosa così semplice e crudele”. Cinque anni fa, nel 2010, alla cerimonia d’inaugurazione della Centrale idroelettrica della Nizhne-Bureya, nel rispetto della tradizione dei dipendenti dell’impianto, ha gettato nel cemento ancora fresco delle fondamenta dell’edificio, l’ennesimo modello di Blancpain, l’orologio che in genere le altre volte nasconde accuratamente sotto i polsini della camicia. Similmente al gioco nazionale degli scacchi, l’arte suprema dello scacchista sta nel consentire al proprio avversario di mostrare ciò che è in grado di fare. L’importante è che il gioco si dipani tranquillo. Ciò che conta è che, come i giocatori più abili, dopo circa diciotto mosse sullo scacchiere globale, Putin abbia sempre il controllo della partita in corso.>

VITO BARRESI / DIRETTORE DI CAMBIO

Ancora una volta campione mondiale. Non c’è gioco contro il Presidente Putin, 63 anni, che ottiene il rating internazionale più alto, la nomina dal parte del magazine statunitense Forbes di uomo più potente del mondo, vincendo la sfida per la seconda volta consecutiva. E sebbene i suoi nemici non se ne riescano a dare ragione, la prevedibilità del risultato, quasi come in una vera partita a scacchi, è stata enormenente facilitata dagli ingredienti di base utilizzati nella performance per raggiungere il più alto rendimento e il maggior profitto di uno statista e della sua nazionale. Tra i molteplici fattori politici e caratteriali combinati nella ricetta del suo potere, quelle cose che poi hanno determinato la durata della sua leadership, consolidata, ‘condivisa’ e, ovviamente, accanitamente criticata, ve ne uno che sembra sfuggire alla gran parte degli osservatori, parte integrante del comune sfondo della mentalità russa, quel ‘ne quid nimis’, mai niente di troppo, che tutto tiene, fino a rendere plausibilmente coerente l’immagine e interna e internazionale di un prodotto politico, confenzionato con abilità e intelligenza, divenuto icona di una prossima nuova era globale dominata dal protagonismo della Russia. Poi ci stanno le altre spezie e cioè il fatto che di fronte all’inefficienza del potere russo che aveva perso il feedback dei cittadini, Putin ha saputo ridare orgoglio e fiducia ai russi, puntando sulle cinque qualità principali del “potere ideale”: la difesa degli interessi della popolazione, la giustizia, la legalità, l’incorruttibilità e l’onestà. Sorprende e spiazza certa pubblicistica financo quando egli confida che per lui il potere ideale può concretizzarsi a proponendo di importare l’esperienza statunitense, da prendere a modello per i nuovi russi, come quando ‘in alcune delle principali università americane negli anni '20 del secolo scorso si era creato un movimento per lo studio dei canoni culturali occidentali. Ogni studente che si rispettasse doveva leggere 100 libri, elencati in una lista redatta per l’occasione’, persino elogiando quel cinema americano che fu sempre maccartista nei suoi canoni, il mito di ‘Hollywood che ha formato la coscienza di molte generazioni. Introducendo, per altro, dei valori non così malvagi, sia dal punto di vista degli interessi nazionali che della morale pubblica”, da cui ha detto ‘abbiamo qualcosa da imparare’.

Alla maniera di un classico della sociologia come Vilfredo Pareto, Putin e il suo staff hanno saputo praticare l’arte delle derivazionie e delle combinazioni, costruendo una nuova elite del potere russo che corrisponde sia alle richieste della “classe creativa” di democratizzazione della società, sia a quelle di difesa, tutela, sicurezza e stabilità della maggioranza paternalistica. E se democrazia per i russi significa “libertà di parola, stampa e religione”, come ritiene il 44 per cento dei cittadini, più che a un partito bisogna affidarsi a uno statista giusto chiamato a far valere l’inviolabilità dei diritti e delle libertà, non solo in patria ma anche nella nuova scena internazionale che si è determinata dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Un uomo che sa piangere nei momenti tristi ma anche gioire sobriamente nell’attimo alato delle sue vittorie.

Le ragioni per cui Putin è ancora il politico con il più alto livello di popolarità in Russia sarebbero, dunque, molteplici. Vista retrospettivamente, dagli anni Novanta la situazione in Russia è notevolmente cambiata. Quando Putin conquistò il potere, il Pil nazionale era di 300 miliardi di dollari, mentre oggi è di un trilione e mezzo di dollari. Lo stipendio medio mensile è aumentato da 80 a 880 dollari. Sentimento patriottico e autostima nazionale sono connesse e correlate con il suo protagonismo. Per cui gli storici già scrivono che il periodo del governo di Putin è stato uno dei più positivi di tutta la storia della Russia, una presidenza di grande successo, rinadando con la memoria alle cronache degli anni ’90, quando il Paese era nel caos più totale.


Putin Powerman. Forbes is the strongest man in the world - Against this background back topical objective of another presidential term because, they say in Moscow, the Russians know what to expect from Putin. "Horses do not change the pass," says an old adage. "At the moment is carrying out all its tasks, the team is balanced, each occupies its own place. Why change this order? 'Warn experts. Elegant, beautiful appearance, Vladimir Vladimirovich Putin, nicknamed "Man in Black" by the Western media, "life is something so simple and cruel." Five years ago, in 2010, at the opening ceremony of the Nizhne-Bureya Hydroelectric Power Station, in the tradition of plant employees, has thrown into the still fresh concrete foundation of the building, yet another model of Blancpain, the 'clock that typically the other times hidden carefully under his shirt cuffs. Similar to the national game of chess, the supreme art of chess is to allow his opponent to show what they can do. The important thing is that the game unwinds peaceful. What matters is that, as the most skilled players, after about eighteen moves on the global arena, Putin always has control of the game in progress. - Vito Barresi