CAMBIO | Grillo a Roma contro il nuovo ‘Generone Renziano’

Retweet > Nel blog ufficiale, uno spazio aperto creato per confrontarsi direttamente, dove vige l'immediatezza della pubblicazione dei commenti senza filtri preventivi, è in rapido svolgimento il dibattito tra gli iscritti al Movimento Cinque Stelle per la scelta del candidato sindaco a Roma, la capitale dell’Italia. Un confronto esclusivamente centrato sul nome di un candidato giusto, colui che ha il mandato imperativo di far risaltare la compattezza, l’unità e l’omogeneità del raggruppamento politico che fa capo alla ex vedette televisiva Beppe Grillo, e che in qualche modo potrebbe finire per sacrificare il tema programmatico sul punto più difficile e reale che si pone ai livelli decisionali sia in sede locale che nazionale. Cioè affrontare e risolvere gli enormi problemi politici e tecnologici, di democrazia e di strumenti, che sono davanti al presente di una città frammentata in profonda crisi d’identità, assediata da misteriosi contropoteri interni ed esterni, l’Urbe in cui sì è spezzato il feeling storico tra popolo e politica che per circa un secolo ha sempre garantito la continuità di potere al generone romanesco, acconciato alla moda e allo stile tipico e felliniano della Dolce Vita capitolina. Ma oggi Roma non è più una città ‘eterna’ , ha perso il suo tipico colore di luogo senza tempo, perchè è ormai dentro il circuito globale in cui le lancette corrono sincronicamente come a Mosca, a New York, a Londra, a Teheran, a Gerusalemme, a Buenos Aires. Tempi, costumi, mode e tradizioni sono rapidamente cambiati nel corso di una grande opera di trasformazione politica, morale, sociale e psicologica dei suoi abitanti. Così, per quanto i grillini come i romani sembrano ben attrezzati con il tipico disincanto del "e che cé frega?" a noi degli altri, se vinceranno le elezioni dovranno 'inventare' di sana pianta un nuovo modello di governo e amministrazione di una città-mondo, una capitale, antica Caput mundi, che spicca e risalta sempre di più sulla scena globale per la sua mancanza di innovazione politica, religiosa, culturale, strategica. >


VITO BARRESI | DIRETTORE DI CAMBIO

A Roma, così come in tutti gli altri comuni dove si andrà al voto nella primavera del 2016, la formazione della lista e la scelta del candidato sindaco saranno fatte dagli iscritti e dagli attivisti come è avvenuto finora. Così hanno stabilito i vertici del M5S, che statutariamente si connota come un movimento di popolo che vuole far partecipare i cittadini alla cosa pubblica a partire dal basso. Non ci saranno quindi nomi "noti" esterni al M5S della cosiddetta "società civile" proposti per la carica di sindaco o nelle liste, né deroghe alle regole finora applicate. Se questa è la linea ora bisognerà passare ai fatti, scendere nell’arena del Colosseo politico e sfidare quello che già si profila come il grande e nuovo generone renziano. E’ questo il nemico potente che sta armando le proprie legioni per annientare Grillo definitivamente, evitando fastidi a Matteo Renzi che punta ormai direttamente a conseguire quell’alloro dell’investitura popolare, l’agognato plebiscito elettorale che lo vedrebbe finalmente Augusto imperatore nazionale. Da Roma, dalla tragica congiura contro il tribuno Marino, parte la lunga marcia del Movimento 5 stelle per conquistare il potere del Paese.

Ma per vincere Grillo deve farcela da solo, come dicono in coro i suoi militanti sulla loro pagina in house. Qualcuno sottolinea “pare più che normale stare alle regole.Il candidato sindaco di Roma dovrà essere un attivista scelto dalla rete e residente in Roma. Se tradiamo queste regole è la fine del movimento. Del resto a noi non interessa l'uomo carismatico. Serve un programma serio da sviluppare e un gruppo di cittadini impegnati nella realizzazione.”

Altri avvertono che ‘le regole del Movimento vanno benissimo e devono essere rispettate. Ciononostante, se vogliamo governare Roma domani e il Paese dopodomani e' indispensabile una maggiore apertura alla cosiddetta societa' civile e non solo come appoggio esterno o truppe ausiliare. Cosi' come, se vogliamo essere un grande movimento di popolo e non una setta di adepti, dobbiamo superare la trappola delle primogeniture e del giovanilismo.’

In sintesi tutti concordano: “Ciò che vuole la base è un catalizzatore di voti, una persona integra, rispettata, rispettosa della Costituzione, incorruttibile e che garantisca la legalità.
Di Maio é indiscutibile che sia predestinato al ruolo di primo ministro, lo escluderei come candidato a sindaco , ha un ruolo importante da giocare a livello nazionale.
Di Battista sarebbe il candidato ideale, verrebbe plebiscitato. E’ romano, ispira fiducia é preparato e conosce la sua città. Anche chi non ha simpatie per il M5S lo voterà perché é uno di casa.”

Intanto il Generone Renziano, la più formidabile concentrazione di upper class della capitale, una specie di cabina di regia dei poteri forti borghesi e d’apparato, dei ruoli e della ricchezza, il bouquet competitivo dei nuovi papaveri pubblici, alti burocrati e palazzinari, professionisti e commercianti, imprenditori e star o pseudo tali della politica, della finanza, dello sport, del giornalismo e della televisione, dopo l’era del Caimano aspetta a filo d’acqua come il coccodrillo di Trilussa la prossima apertura dei Comizi Elettorali.

Grillo in Rome against new ‘Generone renziano’ - In the official blog, an open space created to confront directly, where there is the immediacy of publication comments without preventive filters, is rapidly conduct the debate among members of the Five Star Movement for the choice of candidate for mayor in Rome, the capital of 'Italy. A debate centered exclusively on the name of a right candidate, the one who has the mandate to highlight the compactness, unity and homogeneity of the political grouping headed by the former headliner television Beppe Grillo, and that somehow might end to sacrifice the programmatic confrontation on the most difficult and real that arises in decision-making both at the local and national level. Namely face and solve the tremendous political and technological, democratic and tools, which are before the present of a city fragmented into deep identity crisis, beset by mysterious counterpowers internal and external, the urbe where yes is broken historical feeling between people and politics for nearly a century has guaranteed the continuity of power GENERON Roman, coiffed to fashion and style, and Fellini's Dolce Vita Capitoline. But now Rome is no longer a city 'eternal' because it is now in the global circuit of a time when the clock is ticking synchronously as in Moscow, New York, London, Tehran, Jerusalem, Buenos Aires. Times, customs, fashions and traditions are rapidly changed over to a great work of social transformation and psychological citizens. So, as far as the Romans grillini, they seem well equipped in typical disenchantment romanesco "and that cé cares?" to us than others, if they win the elections will have to invent a new model of government and administration of a world city, a capital, the ancient caput mundi, that stands out and stands out more and more on the global stage for its lack of innovation policy , religious, cultural, strategic. (Vito Barresi)