In viaggio da Milano a Bologna l’ex Cav d’acciaio chiede al suo autista di mettere su un motivetto che andava forte nei meravigliosi anni Ottanta della sua felicità. Un brano di un noto cantautore milanese cantichiato in karaoke proprio al solco in cui la strofa intona... “da solo lungo l'autostrada alle prime luci del mattino a volte spengo anche la radio e lascio il mio cuore incollato al finestrino. Lo so del mondo e anche del resto, lo so che tutto va in rovina ma di mattina, quando la gente dorme col suo normale malumore, può bastare un niente, forse un piccolo bagliore, un'aria già vissuta, un paesaggio, che ne so. ” Giusto “come un'illogica allegria di cui non sai il motivo, non sai che cosa sia, come se improvvisamente ” ti ritrovi sul predellino in Piazza Maggiore, leggero fino al punto di raccontare ancora una famosa barzelletta che fa ridere così: “Luca Cordero di Montezemolo viaggia sull'autostrada con la sua nuova Ferrari rossa oltre ogni limite di velocità. Improvvisamente dallo specchietto retrovisore vede arrivare da lontano Silvio Berlusconi sopra una biga, stile Ben Hur. Berlusconi supera Montezemolo e lo sperona, devastandogli la fiancata della Ferrari. I due si fermano. L'ex Presidente di Confindustria scende dalla macchina arrabbiato come una iena e tuona: «Insomma, possibile che tu non permetti a nessun altro di correre in santa pace?». Berlusconi, sorridendo: «E dai, non ti arrabbiare così! Sai che ho la lampada di Aladino e grazie a lei risolveremo tutto ». Il premier estrae dalla tasca il mitico coccio e dice: «Strofinala e chiedi quello che vuoi. Mi raccomando, grida perché il genio è vecchio ed è anche un pò sordo». Montezemolo manipola la lampada; il genio esce. Luca urla con la sua vocetta: «Voglio un miliardo, un miliardo di euro per rimettere a nuovo la Ferrari». Un tuono scoppia e si aprono, in alto, le porte dei cieli. Dalle nubi scende, precipitando, un oggetto: un biliardo, che si schianta sulla Ferrari distruggendola definitivamente. Montezemolo, sconvolto, rimprovera il genio: «Vecchio rincitrullito, ho chiesto un miliardo, non un biliardo ! ». Il Cavaliere gli posa bonariamente la mano sulla spalla e sorridendo dice: «Te l'ho detto che è un pò sordo. Secondo te io gli ho chiesto la biga? »
Vito Barresi | Direttore di CAMBIO
Ma che domenica bestiale la domenica a Bologna con Salvini e Berlusconi, senza più Casini e neanche il meschino traditor Gianfranco Fini. Con in mezzo che spacca al centro la mitica ‘piazza bella piazza ci passò una lepre pazza’, Piazza Maggiore, quel che in fondo può restare di una parentesi, l’ombra ormai diafana, meteora di gloria anni luce lontana, che risponde alla foto ricordo con il ‘macellaio’ Guazza, re ‘per una volta’ della città eternamente impossibile per la destra.
Proprio eternamente impossibile? Non tanto se, come dicono abbia fatto in queste ultime settimane Silvio Berlusconi chiamando a consulto i migliori ‘spin doctor’ in circolazione, in qualche modo si prendono auspici da sondaggi sempre più raffinati che da mesi riconfermano, a ogni suppletiva rilevazione, che le cose a Bologna, definita da Benigni ‘città che era un tempo la fabbrica dei grandi sindaci, la manifattura, la grande mungitrice dei sindaci’, dove il cavallo Merola non beve, al primo turno, sostenuto solo dal Pd, senza liste d'appoggio, otterrebbe tra il 45 e il 48% dei consensi, costretto al ballottaggio contro i candidati senza volto, chiamiamoli pure gli sfidanti X, del Movimento 5 Stelle o della Lega Nord, entrambi stimati con percentuali intorno al 20%. Così l’ex Cav d’acciaio pare abbia detto ai suoi sondaggisti di fiducia di provare a proporre, e a riconoscere, l’identikit di un possibile candidato di alto prestigio, dotato di straordinaria visibilità internazionale, tale da fare la differenza a favore non del centro destra ma degli stessi bolognesi rispetto al primo cittadino di ogni altra città d’Italia, compresa Milano e la Capitale.
Le sembianze a matita che sembra aver tracciato il vecchio Silvio corrisponderebbero a un ritratto elaborato seguendo le ricette antiche delle nonnine, i desideri degli ‘umarell’ a spasso sotto le delle Due Torri, faccia affilata, occhio chiaro, capigliatura da sciupafemmine, elegante e raffinato, in breve un bolognese di grande spicco e respiro globale. Uno che scende spesso alla Stazione di Bologna, che sarebbe certamente un sindaco deduttivo capace di stare sia tra gli ingegneri che tra gli operai, con un sorriso per tutti quelli che lavorano bene, ancora pronto a fare una cosa vera, grande, che avvicini anche un po’ di gente capace alla politica che punta a sanare i veri guasti che sono nelle autonomie locali, nella sanità, nelle municipalizzate inefficienti. Un vero e proprio Barone Rosso di stemma emiliano che punta su ‘un mondo di moderati e di liberali, l‘anti sinistra’, che oggi rischia di non avere rappresentanza né riferimento politico, voti che possono finire nella protesta o nel non voto. E malgrado tutta la capacità che ha Matteo Renzi, persino lui potrebbe non avere la forza di recuperarli. C’è molta gente che soffre alla sola idea di mettere una croce sul simbolo del Partito democratico’.
Amici bolognesi lieto di prendere la parola per ultimo. Se fosse vero che Silvio ha questo accordo in tasca già firmato dai principali contraenti, alla Stazione di Bologna la notizia arriverebbe in un baleno. Putiferio e contestazione intesi più che altro come una video necessità, la coreografia pirotecnica messa a contrappunto per suonare la sveglia, serviranno soltanto a inaugurare il taca banda elettorale, la caccia subacquea al culo tondo di Nettuno che guarda e ascolta l’imprevedibile duo che intona i refrain di un vecchio swing, proprio dall’angolo rock di Beppe Maniglia.
Insomma un remake, un sequel dal sapore evergreen che richiama sullo sfondo i grandi meeting Bossi-Berlusconi, la coppia che è scoppiata del Lumbard e del Cav. Dove l’ultimo chiudeva sempre la porta e il primo ripeteva come a oggi le comiche, a microfoni aperti, ‘Berlusconi non è scemo’.
Berlusconi in Bologna in search of his Red Baron - Traveling from Milan to Bologna former Cav steel asks his driver to put on a tune that was strong in the beautiful eighties of his happiness. One piece by a famous singer in Milan cantichiatto karaoke own groove in which the stanza intones "alone along the highway at the first light of the morning sometimes I turn off the radio and also leave my heart glued to the window. I know the world and also the rest, I know that everything is in ruins but in the morning, when people are sleeping with his usual bad temper, can suffice nothing, maybe a little glow, an air already lived, a landscape, which I know. "In short, just" as illogical joy that does not know why, do not know what it is, as if suddenly "back on the running board in Piazza Maggiore, light to the point of telling even a famous joke that makes you laugh so" Luca Cordero di Montezemolo traveling on the highway with its new red Ferrari beyond the speed limit. Suddenly the rearview mirror sees it coming from afar Silvio Berlusconi on a chariot, Ben Hur style. Berlusconi exceeds Montezemolo and rams, devastandogli the side of Ferrari. The two stop. Former President of Confindustria gets out angry like a hyena and thunders: "I mean, you can not allow anyone else to run it in peace?". Berlusconi, smiling: "Come on, do not get angry like that! You know that Aladdin's lamp and thanks to her we will solve everything. " The premier pulls from his pocket the mythical crock and says, "Strofinala and ask what you want. Please, cries because the genius is old and is also a little dull. " Montezemolo manipulating the lamp; the genie comes out. Luke screams with his little voice: "I want a billion, a billion Euros to refurbish the Ferrari." Thunder and bursts open, high, the gates of heaven. It descends from the clouds, falling, an object, a pool table, crashing on Ferrari destroying it permanently. Montezemolo, upset, blames the genius: "Old rincitrullito, I asked one billion, not a pool! ». Knight's laying good-naturedly on the shoulder and said, smiling: "I told you that it's a bit dull. Do you think I asked him the chariot? » Vito Barresi