CAMBIO | Salvini non è Salvemini. A Bologna una destra tutta interessi e senza passioni

Retweet > Soltanto interessi senza l’ombra di una sola nuova, vera, eccitante passione. Il miracolo dell’ampolla non c’è stato, la trasmutazione del sangue popular-kitct tanto meno. Mancava solo il Mago Oronzo che 'con la sola imposizione delle mani, posso ungervi la giacca e la cravatta'. Alla voce del Caimano, una specie di patetico e surreale richiamo alla cover del Taccuino di un vecchio sporcaccione di Charles Bukovski, si è sovrapposto l’urlo trash di un Salvini che per quanto si sforzi non riesce proprio a staccarsi dal complesso edipico e paterno di matrice bossiana, fatto di antimeridionalismo e ‘celodurismo’, Oggi ci sono gli immigrati con la fatidica domanda che incombe: sai dov'è il Camerun? E' tra la cucinam e il bagnum! Dopo il ritorno di Zelig in Piazza Maggiore davvero possiamo immaginare che il trio Meloni-Berlusconi-Salvini possa affrontare a grandi tappe il tornante quinquennale che dovrebbe portare gli italiani al 2020? Il battito cardiaco dei leaders e delle annesse masse seguaci che si richiamano al centrodestra è ormai rallentato fino al punto di richiedere soltanto strappi da Utic, cure geriatriche da terapia intensiva. >


VITO BARRESI | DIRETTORE DI CAMBIO

Una manifestazione sfrangiata, incollata a pezzi, priva di una vera identità sociale e politica se non il collante elettoralistico. Forze ammaccate dalla loro stessa storia, nel profondo come in superficie persino prive di una loro stessa autostima. Come nel caso di Forza Italia affossata e caduta nel fango delle piccole e grandi immoralità del proprio padre padrone, bollato per indegnità da una sfilza di sentenze. Come la Lega Nord, vampirizzata dalla ‘ndrangheta che è riuscita ad acquistarla a prezzo d’occasione fino a trasformare i vertici bossiani, proprio nel mentre Maroni faceva il Ministro degli Interni sotto il beneplacito di Giorgio Napolitano, in una struttura simile a una ‘ndrina del settentrione. E, infine, Fratelli d’Italia, esamine forza lacrimogena data in mano a un’orfanella almirantiana e finaniana che rattoppa le sembianze di una mini Alessandra Mussolini, persino incapace, nonostante la lunga permanenza parlamentare e ministeriale, di migliorare quel fastidioso accento romanesco quando si trova davanti a un ‘gelato’.

Tuttavia, sebbene a Bologna questi personaggi di un ormai scadente teatrino della politica, malcelando alle loro spalle altri e ancora non visibili pupari, abbiano mostrato al pubblico lo stato vero delle loro contraddizioni psicosomatiche, nonostante abbiano utilizzato una manifestazione di massa per inscenare una terapia contro la propria straziante decadenza politica, ciò che va compreso e tenuto in debita sorveglianza, ai fini della tutela e della ripresa della vita democratica nel nostro Paese, è il dilagare del disprezzo fra chi punta alla cinica strumentalizzazione di una pur reale psicologia reattiva, stabilmente impiantata tra una varietà di frange di disperazione marginale, strumentalmente sollecitata e attratta in ogni periferia del Nord.

Proprio questo giochetto studiato a tavolino da scaltri consiglieri leghisti, molti dei quali annidati anche in qualche apparato dello Stato, vale a dire in ministeri influenti nella determinazione delle scelte politiche nazionali come lo stesso dicastero degli Interni, dove si intravede la minaccia di una tenaglia bipolarizzante Renzi-Grillo, in cui il secondo è inteso come una forza anti-sistema, fanno del progetto di Salvini qualcosa di reale, sostenibile, compatibile per quanto ad altri appare subdolo e insidioso, comunque tale che nè il PDM5S, dunque nessuna forza politica oggi in campo può più sottovalutare. Non fosse altro perché l'offerta politica di Salvini si pone nell’interstizio, la terra di nessuno dove si combatte il corpo a corpo elettorale, situato tra l’astensionismo popolare e il rifiuto netto, se non la ripulsa della politica e di quel che resta, il cascame, della sinistra storica.

Salvini e Berlusconi, sempre attenti al clima internazionale hanno contezza che questo è profondamente cambiato sia in Europa che in Asia. E tutto ciò ricade immediatamente nel riquadro in cui essi pongono, nel medio periodo, la posizione dell’Italia, costantemente sollecitata a schierarsi su uno scacchiere in rapido mutamento globale e regionale, fortemente connotato dal riarmo e dal movimento bellico delle piccole, medie e grandi superpotenze.

Per questo occorre rileggere i valori profondi che stanno alla base dell'Unità del nostro Paese per elaborare una risposta politica, una nuova stagione di cambiamento democratico, oserei affermare ‘ideologica’ per rimarcare la chiarezza della democrazia italiana, abbandonando le strade vetuste di una certa sinistra ormai esclusiva ed autocentrata che ha sempre di più lo sguardo rivolto allo specchio del proprio e ormai inguaribile narcisismo, il leaderismo solitario di troppi e piccoli capò. Promuovere un progetto politico di grande respiro, trasversale e culturale, potrebbe significare ritrovare la partecipazione sia delle classi anziane che delle nuove generazioni, una nuova sintesi basata sul coraggio delle idee, la sapienzialità dell’esperienza e della memoria storica, la tecnicalità delle innovazioni progettuali e programmatiche.

Forse solo così si potranno rinnovare i semi autentici di una diverso modo di concepire ruolo e protagonismo del Paese in una contesto europeo e mondiale che richiede intelligenza, creatività, ottimismo della vita, come amava ripetere Tonino Guerra.

A Bologna si è visto quanto era necessario per avere conferma che è proprio vero quanto scriveva Karl Kraus cioè che tutto può tramutarsi in una barzelletta ma che vale anche il contrario. Davanti al Nettuno si sono messe in scena le ultime ambizioni di un'offerta politica improponibile. Proprio così, nessuno s’illuda anche nell’apparato propagandistico di don Silvio. Salvini non è certo della stessa stoffa di Gaetano Salvemini.


Salvini not Salvemini. In Bologna, the ambitions of a right all interests and passionless. - Interests only without the shadow of a single new, real, exciting passion. The miracle of the state there is, the transmutation of the popular blood-kitct much less. It lacked only the Wizard Oronzo that 'with only the laying on of hands, can ungervi jacket and tie'. The voice of the Cayman, a kind of pathetic and surreal reminder of the cover of the notebook of a dirty old Charles Bukovski, overlapped the scream of a trash Salvini that as we endeavor just can not break away from the Oedipus complex and the father of bossiana matrix, made of antimeridionalismo and 'celodurismo', today there are immigrants with the big question looming: know where Cameroon? E 'between the cucinam and bagnum! After the return of Zelig in Piazza Maggiore really we can imagine that the trio Meloni-Berlusconi-Salvini can face a five-year major stages the hairpin which should lead Italians to 2020? The heartbeat of the leaders and the masses attached followers who turn to the center-right has now slowed to the point of requiring only tears from Utica, geriatric care for intensive care. _vitobarresi@