CAMBIO | Suffragette. Donne escluse tra astensionismo e democrazia

Retweet > Sarà per il successo conseguito dal nuovo leader del Labour, con quel suo modo minimalista, immediato e popolare, un Geremy Corbyn che vuol far dimenticare i decenni di guerra e globalizzazione di Tony Blair, ora tutti parlano del gran ritorno di fiamma sulla scena britannica della memoria moderna, femminile, operaia e democratica. Quasi dietro la regia dei più illustri storici inglesi del secolo breve, che furono tanti e fecero scuola, in contrasto con le sempre più ritoccate immagini di una famiglia reale che appare sempre di più la dipendenza esterna del museo delle cere, contro una ricostruzione della storia che premia le donne del potere (Marghert Tacher, Lady Diana e altre figure del comando) il racconto si capovolge, la rappresentazione si fa più reale, fino al punto che sgorga il motto ‘tremate, tremate le suffragette son tornate’. Tutto questo sta accadendo, quasi prendendo le sembianze di una nuova moda, anche per l’effetto prodotto da un film che sta facendo discutere il pubblico inglese da poco nelle sale cinematografiche. Il suo titolo è ‘Suffragette’, una pellicola che fa tornare gli spettatori nel Ventesimo secolo, quando nacque e si sviluppò, oltre l’immagine stereotipa di Mary Poppins, il movimento delle donne in lotta per la causa del suffragio universale femminile. Una battaglia di civiltà che torna di stringente attualità anche in Italia, ove esaurito ogni ardore per le cosiddette ‘quota rosa’, resta la desolante fuga dalla partecipazione elettorale, un astensionismo dai tratti marcatamente femminili e conseguentemente ancor più diseguale. >


VITO BARRESI | DIRETTORE DI CAMBIO

Prima ignorate dalla stampa e poi respinte dai politici, per conquistare il diritto di voto, le suffragette scelsero di includere nel proprio orizzonte civile e politico la violenza quale forme di protesta sociale e di genere, a tal punto che alcune di loro decisero di abbandonare il terreno della ‘concordia scatenando una carica eversiva e di opposizione, nella forma di un conflitto deciso, da 'mob' urbano, connesso alla scelta di una militanza dura e armata che si manifestò in attacchi distruttivi e incendi dolosi.

Un film racconta questa significativa svolta nella lotta per l’emancipazione che vide le principali città del Regno Unito teatro di una vera e propria escalation di lotte femminili tra il 1912 e il 1913. Suffragette è l’opera che apre il 33° Torino Film Festival in programma dal 20-28 novembre. Basato su un racconto di Abi Morgan, la scrittrice di The Iron Lady, Shame e Brick Lane, Suffragette porta sul grande schermo la disuguaglianza e la disparità, spesso disumana e immorale in cui erano tenute le donne londinesi, una condizione alla quale molte di loro decisero di ribellarsi, intraprendendo straordinarie ed epiche lotte politiche e sociali contro le discriminazioni in base al genere sessuale, proprio come le nonnine, le antenate di quei gruppi che oggi si richiamano alle sigle delle 'Pink Bloc' e ai movimenti delle 'pantere rosa'.

Le vicende della lavandaia Maud, giovane madre di famiglia dell’East End londinese, della farmacista Edith che fabbricava bombe in casa e della proletaria Violet si dipanano in questo nuovo film della promettente regista inglese Sarah Gavron, pronta a illustrare il senso del suo lavoro con questa riflessione: “pochi ricordano quello che successe realmente in quegli anni. Le suffragette appiccavano incendi, bombardavano edifici e non avevano paura di niente. Voglio dire, oggi quante persone conoscete pronte ad affrontare uno sciopero della fame per una causa e, per la stessa causa, essere poi sottoposte alla nutrizione forzata?”.

Carey Mulligan è l’attrice protagonista di Suffragette che interepreta il personaggio immaginario di Maud Watts, ispirata alla figura storicamente esistita di Hannah Webster Mitchell, nata da una famiglia povera nel 1872, che fin da ragazza si ribellò alle ingiustizie maschiliste, aderendo con entusiasmo al Partito Laburista, in cui profuse energie e intelligenza, a tal punto che la cui storia politica e personale divenne un simbolo per tutte le lavoratrici appartenenti alla classe operaia inglese, che abbracciarono la battaglia per il diritto di voto e il suffraggio universale.

Maud seguì l’esempio di Emmeline Pankhurst, l’attivista britannica che nel 1903 fondò l’Unione sociale e politica delle donne (Women’s Social and Political Union) dando così una spinta fondamentale al diritto delle donne al voto politico, il “suffragio”, concesso fino ad allora solo agli uomini, interpretata da Meryl Streep. Una partecipazione davvero speciale, una prova di alta classe nella parte della leader delle suffragette Emmeline Pankhurst. Un cameo forse eccessivamente glorificato da parte del team di marketing, persino 'fuorviante’ per avere connotato in modo predominante il promo e poster, tenuto conto che la Streep appare in una sola scena (quella nel trailer) senza mai riapparire.

Con Suffragette, affresco di lotta e solidarietà di un movimento che mise politicamente in allarme i ceti dominanti che vedevano i segni di un incombente disastro della Gran Bretagna e che volevano a tutti i costi impedirlo si riapre una pagina di storia della questione delle donne, anche nella sua versione sconosciuta e inedita del terrorismo femminile prima e femminista dopo.


The return of the Suffragettes. Excluded women between abstention and democracy - It will be to the success achieved by the new Labour leader, with his minimalist way, immediate and popular, a Geremy Corbyn who wants to forget the decades of war and globalization of Tony Blair, now everyone is talking about the great flashback scene of Britanica modern memory, female, working class and democratic. Almost behind the direction of the most distinguished English historians of the short century, there were many, and made school, in contrast to the increasingly retouched images of a royal family that appears more and more external dependence of the wax museum, against a reconstruction of history rewarding women of power (Marghert Tacher, Princess Diana and other figures of the command) the story is reversed, the representation becomes more real, to the point that flows the motto 'tremble, tremble suffragettes are back'. All this is happening, almost taking on the appearance of a new fashion, also for the effect of a movie that is doing discuss the British public recently in cinemas. Its title is 'Suffragette', a film that brings back the spectators in the twentieth century, when it was born and developed, beyond the stereotypical image of Mary Poppins, the women's movement in the struggle for the cause of universal suffrage for women. A battle of civilizations that returns highly topical in Italy, where exhausted ardor for so-called 'share rose', remains bleak escape from participation in electoral abstention markedly feminine traits and consequently even more unequal._vitobarresi @