Retweet > Farsi mettere alla berlina da quattro balordi di periferia che uccidono impunemente tra Parigi e Bruxelles, quei rapper brutti sporchi e cattivi che vivono nelle banlieue, sfuggiti alle carceri e pronti a morire per le loro idee sbagliate, non è certo una bella medaglia per la carriera del socialista Francoise Hollande. Il premier francese, capo di una nazione che siede di diritto nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu, perché fa parte da sempre del circolo delle cinque grandi potenze nucleari, sta valutando ogni opzione, anche le più estreme, per far fronte al dilagare impressionante di una sensazione unanime che altri attentati possano verificarsi e che nel Paese transalpino siano già praticamente penetrati gli avamposti e i fortini terroristici dell’odioso e criminale Califfato. Per questo sarebbe pronto uno scatto d’orgoglio per la salvezza della Francia, per ripristinare la sicurezza e affermare la legalità costituzionale. Rispondere colpo su colpo, terrore su terrore, è diventato l’imperativo categorico che potrebbe dare incipit a un intervento atomico per distruggere Isis, aprendo una pagina imprevedibile e sconosciuta della grandeur francese, che farebbe entrare Hollande nella storia come il vincitore dell’Isis, tale da meritarsi il nomignolo di moderno Bonaparte nucleare. La possibilità che Hollande possa divenire l’uomo politico che scriverà la storia della distruzione dell’Isis non è né una forzatura né tanto meno una ipotesi a cui si possa rimproverare un eccesso di fantasia. L’attacco nucleare a sorpresa contro l’esercito del Califfato potrebbe essere dunque l’unica via d’uscita da un’impasse che mette sotto attacco costantemente la Francia e l’Europa. Le conseguenze internazionali, politiche, diplomatiche e civili di questa vera e propria operazione aprirebbero davanti agli occhi dell’opinione pubblica globale una realtà che andrebbe oltre la scenografia di un generico war movie. L’agghiacciante scenario del terrore nucleare con il passare delle ore appare, secondo gli analisti militari, sempre più plausibile ideologicamente e sostenibile militarmente. >
VITO BARRESI | DIRETTORE DI CAMBIO
Il cerchio si potrebbe chiude improvvisamente. Nel giro di poche ore per le truppe del Califfato non ci sarebbe più scampo. Di esse non resterebbe nessun superstite. Per quanto sinistre le parole scandite da Putin nel corso del G20 in Turchia, risuonano premonitrici di uno scenario che si fa di ora in ora più plausibile politicamente e più sostenibile militarmente: “è impensabile che nel 2015, grandi potenze riunite sotto il nome dell’Europa si possano far mettere in ginocchio da un gruppo di estremisti islamici, l’ISIS, se l’Europa ha ancora intenzione di aspettare la Russia non farà certo lo stesso, è per noi oggi la terza guerra mondiale, abbiamo il nucleare e bombarderemo l’ISIS, entro i prossimi mesi, gli estremisti islamici saranno solo un brutto ricordo”.
Dal punto di vista politico per la Francia l’opzione nucleare contro l’Isis è ritenuta legittima sul piano del diritto internazionale poiché anche se esiste una legge specifica per la quale l’autodifesa giustificherebbe soltanto misure che siano proporzionate all’attacco armato e necessarie per rispondere ad esso, la Corte Internazionale di Giustizia pur ritenendo in passato che la minaccia o l’uso delle armi nucleari sia generalmente contrario al diritto umanitario ed alle regole della guerra, non ha mai assunto alcuna decisione sulla legalità di un’autodifesa che comporti la minaccia o l’uso di armi nucleari allorquando “sia in gioco la stessa sopravvivenza di uno Stato”.
Per cui il passaggio dall’uso straordinario a quello convenzionale delle armi nucleari rappresenterebbe la parte centrale di quel radicale cambiamento costituzionale nella strategia e nei programmi di “sicurezza nazionale” richiesta con urgenza da Hollande.
Dal versante militare, invece, la necessità e la sostenibilità di un attacco nucleare all’Isis, troverebbe fondamento nel fatto che per venir fuori da questo vespaio, ormai non bastano più le sole incursioni aeree, che hanno soltanto frenato e delimitato l’avanzata delle truppe dello Stato islamico, ma sarebbe necessario un intervento in grande stile con truppe di terra, a cui è nettamente contrario il Presidente degli Stati Uniti Obama. Adesso infatti ambivalentemente l’arma nucleare sarebbe intesa come una risposta proporzionata contro un nemico che altrimenti non si può contrastare, una soluzione che permetterebbe di compiere rapidamente il completo smembramento di uno stato avversario attraverso limitate risorse, essendo l’atomica convenzionale affidabile, precisa e flessibile.
Un fatto questo confermato anche dalla geografia e dalla logistica del teatro operativo costituito dalla specificità dell'area in cui i soldati del Califfo agiscono, vale a dire un grande territorio prevalentemente desertico, mentre più problematici sarebbero gli obiettivi urbani dove i miliziani si rifugiano per mimetizzarsi tra la popolazione. In quegli slum di miseria e povertà anche solo un missile atomico determinerebbe un orrore inaccettabile.
Sono queste le decisioni da prendere in una Parigi muta e svuotata che sembra incapace e priva di una più profonda riserva di energia psichica, umana e collettiva per rispondere al roboante e pressante richiamo alle armi che si ode non placarsi dalle stanze supreme dell’Eliseo.
Lì dove ormai domina una forma di ‘bipensiero’ orwelliano non si avrebbero più riserve né remore per un piano razionale d’intervento atomico, un’iniziativa non più apocalittica ma ben valutabile nelle conseguenze contenibili dei suoi pur terribili effetti.
L’esordio convenzionale delle armi nucleari sarebbe una prima storica e mondiale, un primato per il neo-bonapartismo francese propugnato da Hollande. Ma anche l’addio definitivo alle struggenti e romantiche immagini di Hiroshima mon amour, il poema cinematografico firmato da Alain Resnais, che nel dopoguerra fece credere ai francesi che la pace è l’unica alternativa alla guerra.
Hollande the Bonaparte nuclear to destroy Isis. Operation 'Caliphate mon Amour'? - Being mocked by four suburban thugs who kill with impunity between Paris and Brussels, these rappers ugly dirty and bad living in the suburbs, escaped from the prison and ready to die for their ideas wrong, it's not a nice medal for career Socialist Francoise Hollande. The French prime minister, leader of a nation that sits right in the UN Security Council, because it has always been part of the circle of the five nuclear powers, is considering every option, even the most extreme, to cope with the flood of impressive a unanimous feeling that other attacks might verificasi and that the country transalpine are already practically penetrated the outposts and forts odious terrorist and criminal Caliphate. This would be ready for a burst of pride for the salvation of France, to restore security to and affirm the constitutional legality. Meet head-on, terror on terror, has become the categorical imperative that could give the introduction to an atomic operation to destroy Isis, opening a page of French grandeur unpredictable and unknown, that Hollande would enter history as the winner of the Isis, that earned the nickname of modern nuclear Bonaparte. The possibility that Hollande will become the politician who will write the history of the destruction of the Isis is neither a force nor a hypothesis that can be reproached excessive imagination. The surprise nuclear attack against the army of the Caliphate might then be the only way out of an impasse that puts constantly under attack France and Europe. The international consequences, political, diplomatic and civilian of this real operation would open before the eyes of global public opinion a reality that goes beyond the set of a generic war movie. The chilling scene dl nuclear terror with each passing hour seems, according to military analysts, increasingly plausible ideologically and militarily sustainable. _vitobarresi@
Hollande Bonaparte nucléaire pour détruire Isis. Opération «califat mon Amour»? - Être mis à la honte par quatre voyous de banlieue qui tuent en toute impunité entre Paris et Bruxelles, ces rappeurs laide sale et mal de vivre dans la banlieue, évadé de la prison et prêt à mourir pour leurs idées fausses, est pas une belle médaille pour la carrière la socialiste Françoise Hollande. Le Premier ministre français, leader d'une nation qui se trouve à droite dans le Conseil de sécurité de l'ONU, car il a toujours fait partie du cercle des cinq puissances nucléaires, envisage toutes les options, même les plus extrêmes, pour faire face à l'afflux de impressionnant un sentiment unanime que d'autres attaques pourraient se produire et que le transalpin pays sont pratiquement déjà pénétré les avant-postes et forts terroriste odieuse et criminelle califat. Ce serait prête pour un sursaut d'orgueil pour le salut de la France, de rétablir la sécurité et l'état de la légalité constitutionnelle. Rencontre de front, la terreur contre le terrorisme, est devenu l'impératif catégorique qui pourrait donner l'introduction d'une opération atomique pour détruire Isis, l'ouverture d'une page de la grandeur française imprévisible et inconnue, que Hollande serait entrer dans l'histoire comme le vainqueur de l'Isis, qui lui a valu le surnom de nucléaire moderne Bonaparte. La possibilité que Hollande va devenir l'homme politique qui va écrire l'histoire de la destruction de l'Isis est ni une force ni une hypothèse qui peut être portée contre un excès d'imagination. L'attaque nucléaire surprise contre l'armée du Califat pourrait alors être le seul moyen de sortir d'une impasse qui met constamment sous attaque France et en Europe. Les conséquences internationales, politiques, diplomatiques et civiles de cette opération réelle ouvrirait devant les yeux de l'opinion publique mondiale une réalité qui va au-delà de l'ensemble d'un film de guerre génériques. Le paysage de refroidissement de la terreur nucléaire avec chaque heure qui passe semble, selon les analystes militaires, de plus en plus plausible idéologiquement et militairement viables._vitobarresi@