CAMBIO | A Parigi tra i fiori del male crolla il turismo nel triste autunno delle foglie morte

Retweet > Nel triste autunno delle foglie morte tra i fiori del male, Parigi soltanto pochi giorni dopo il massacro non riesce ancora a rimettersi alla ricerca del tempo perduto. Tra arcate ricoperte di vetro e di ferro, illuminate da luci a gas e arredate da panorami che circoscrivono il terreno di caccia ai terroristi, delimitando lo spazio vitale della libertà turistica, tra i bistrot e i café, si scorgono soltanto le sembianze di uomini e oggetti dalla forma mostruosa. Il cambiamento è evidente, percettibile a tatto, a sentore, a partire dal fatto di sentirsi osservati e spiati nei ritagli e negli scorci di una Parigi assente, frastornata, senza più energie psichiche profonde e collettive. Dal volto tumefatto della popolazione si coglie l’espressione fisiognomica di una nevrastenia, una vera isteria del terrore, che inaugura una nuova epoca, l’alta tensione di un periodo oscuro di lunga transizione. Tutti qui hanno compreso che la portata di questa trasformazione della psicologia di massa non va colta dietro o sopra bensì in quanto deve ancora avvenire, seguendo la traettoria sospetta dal suo interno, nel procedere di tratti anonimi, tic nevrotici e misteriosi, segni e sindromi di un magma freddo, un inferno sotterraneo, il fermento sotto la tavola ristagnante di un mondo che è andato oltre la sua stessa soglia, entrando dentro l’anima malmosta di una città che ha perso ogni allure e poesia. Per cui solo essa è consapevole che non sarà più se stessa ma un’altra cosa, una sconosciuta realtà. >


VITO BARRESI | DIRETTORE DI CAMBIO

Come è straniera Parigi tra le immagini di una città devastata. La ‘ville lumiere’ non è più per sempre ciò che fu per generazioni e secoli, il luogo magico di Baudelaire e Balzac, Verlaine e Valery, Chateaubriand e Victor Hugo, Poe ed Heminway, Blanqui e Nietzsche, Brassens e Prevert, Gide e Sartre, Edith Piaf e Charles Aznavour, Roland Barthes e Michel Foucault, Picasso e Matisse, il teatro proustiano della ricerca del tempo perduto. Dopo quanto è avvenuto, dopo la distruzione del tempio dell’arte e della moda, l’eterno ritorno dei profumi e dello stile, del mito e dell’intangibilità, dei panorami, dell’illuminazione, dell’esposizione universale, della caduta di ogni sicurezza urbana, Parigi non è, e non sarà mai più, uguale a prima.

Adesso rischia di perdere per sempre il suo indiscusso primato di icona gioiosa e romantica persino, frivola e vacua, del sogno turistico internazionale, comunque e sempre happy end e glamour. Dal punto di vista delle precauzioni e del rischio i suoi ingressi sono una cosa diversa di quelli di New York dove si accede venendo dal mondo quasi esclusivamente attraverso i gates a filtro rigido e costante degli aeroporti internazionali. A Parigi si può entrare a piedi, in bicicletta, in autobus, in barca, in auto insomma con tutti i mezzi possibili e non da un solo varco ma da una molteplicità di passages che portano nella monumentalità di una grande reggia tutta intrisa non solo di rivoluzione, ghigliottina, brioches e baguettes, la povera Maria Antonietta, Robespierre, il marchese De Sade, Marat, Danton e la Bastiglia, ma in un teatro in cui risuonano gli echi di spari e mitraglie, non il sound della ‘vie en rose’ quanto quello degli eventi drammatici che si sono riversati con estrema violenza sul tapis roulant del percorso urbano.

Parigi, almeno per ora, è soltanto un viaggio nel passato, un pozzo e un pendolo di terrore e incubo, un tour de France della lontananza tra i miserabili della morte, un paradosso politico mondiale che rende lancinante non solo il dolore ma acceca anche lo sguardo della memoria.

Contro il terrorismo nessuno, proprio nessuna forza politica, sociale, gli intellettuali, è riuscito a far fronte di piazza, come succedeva in Italia ai tempi di Piazza Fontana, di Aldo Moro, di Piazza della Loggia, della strage alla stazione di Bologna, a resuscitare l'élan vital come diceva Bergson della democrazia diretta, le barricate della Comune di Parigi, il solo vero argine ideale, la trincea solidale per fermare e separare il vibrione terroristico che incendia la mente dei giovani e delle donne musulmane, cospiratori di un qualcosa che nemmeno Marx avrebbe immaginato.

Cosa resta e cosa ne sarà della Parigi seducente e luminosa sfigurata dopo il massacro terroristico di novembre? E’ forse Parigi una città turistica in rovina come i templi distrutti da Isis, una Pompei moderna sommersa dal terremoto terroristico franco-orientale? Sarà intesa e percepita come l’anticipo del imminente grande freddo, la glaciazione dei desideri e delle passioni, la necrosi del cuore e dell’amore come lo fu Roma per secoli e secoli, prima che il sole si spegnesse per sempre sul suo splendore, dopo che iniziò ad essere saccheggiata proprio dai Barbari Galli in Campidoglio?

Sono già in molti flaneur, commentatori, analisti, semplici cittadini della strada, i pochi turisti rimasti a ciondolare sospesi in questi angoli di terrore e insicurezza, vegliati da forze di polizia che non richiamano il ricordo di Maigret ma la sagoma inquietante dei vigilanti di un impianto atomico, a leggere e classificare questa sequela di attentati tra la ‘reverie’ letteraria e artistica e la caducità di ogni politica, la violenta secolarizzazione degli stati nazionali e di quelli canaglia, fra tremore e paura, premonizione presagio. Fra uova à la coque andate in acido, tazze di tè a temperatura ambiente e bande di gigolos a St-Germain-des-Prés le soirées de Paris si corazzano di un proibizionismo plumbeo e massimalista che certo non può far piacere alla vague turistica cosmopolita. Già da ora in cerca di vicine destinazioni e distrazioni italiane.

In Paris, among the flowers of evil collapses tourism in the sad autumn of dead leaves - In the sad autumn of dead leaves from the flowers of evil, Paris only a few days after the massacre still can not get back in search of lost time. Among arches covered with glass and iron, lit by gas lights and decorated by landscapes that surround the hunting ground for terrorists, defining the living space of freedom tourist, between bistro and café, you can see only the likeness of men and objects the monstrous form. The change is evident, perceptible to touch, to smell, from the fact of being watched and spied on in their spare and in glimpses of Paris absent, dazed, without more profound and collective psychic energies. Face swollen the population captures the expression physiognomy of a neurasthenia, a real hysteria of terror, which ushers in a new era, the high voltage of a dark period of long transition. All here they have understood that the scope of this transformation of mass psychology should not be caught behind or above but as yet to come, following the trajectory suspect from the inside, in the progress of anonymous tracts, neurotic tics and mysterious signs and syndromes magma cold, hell underground ferment under the table of a stagnant world that went beyond his own threshold, entering into the soul malmosta of a city that has lost its allure and poetry. So only it is aware that it will no longer itself but something else, an unknown reality. _vitobarresi @

A Paris, parmi les fleurs du mal effondrements tourisme dans la triste automne de feuilles mortes - Dans la triste automne de feuilles mortes dans les fleurs du mal, Paris quelques jours seulement après le massacre ne peut toujours pas revenir dans la recherche du temps perdu. Parmi arches couvertes de verre et de fer, éclairée par des lampes à gaz et décorées par les paysages qui entourent le terrain de chasse pour les terroristes, définissant l'espace de vie du tourisme de la liberté, entre un bistro et un café, vous pouvez voir que la ressemblance des hommes et des objets la forme monstrueuse. Le changement est évident, perceptible au toucher, à l'odorat, du fait d'être observé et espionné dans leur secours et des aperçus de Paris absent, hébété, sans plus profondes et collectives énergies psychiques. Visage gonflé la population capte la physionomie d'expression d'une neurasthénie, une véritable hystérie de la terreur, qui ouvre la voie à une nouvelle ère, la haute tension d'une période sombre de longue transition. Tous ici, ils ont compris que la portée de cette transformation de la psychologie de masse ne doit pas être pris derrière ou au-dessus, mais encore à venir, suivant le suspect de la trajectoire de l'intérieur, dans le progrès de tracts anonymes, les tics névrotiques et signes mystérieux et syndromes magma froid, l'enfer fermenter souterrain sous la table d'un monde stagnant qui allait au-delà de son propre seuil, entrant dans le malmosta de l'âme d'une ville qui a perdu son attrait et de la poésie. Alors seulement, il est conscient que ce ne sera plus lui-même, mais quelque chose d'autre, une réalité méconnue. _vitobarresi @