CAMBIO | Federica Mogherini dopo Parigi. Un vaso di coccio tra Hollande, Merkel e Renzi

Retweet > Senza più alcun settore industriale fiorente, stretta nella morsa titanica dell’apparato tecnologico tedesco e di quello manifatturiero cinese, l’economia della ‘grandeur’ francese secondo i macroeconomisti è ormai anelastica, assistita e refrattaria a ogni progetto possibile di risanamento e ripresa. Un deserto economico in cui scorazzano le bande balorde di un Califfato sotto casa, composte da giovani rapper e ragazze della morte, fabbricato, prodotto e reclamizzato nelle strade circostanti la Torre Eiffel e le rues tra Montmartre e Saint Denis. Ciò che appare in filigrana, il vero obiettivo di Hollande e dei suoi consiglieri, sarebbe un altro. I tricolori muovendosi con estrema fretta e precisione, sull’onda del massacro di novembre, intendono conquistare al più presto la leadership nel governo della sicurezza all'interno dell'Unione europea, in particolare ai fini della protezione della popolazione civile e delle istituzioni democratiche. Per i francesi l’oggetto al centro di questa nuova fase aperta dai ripetuti attacchi del terrore è la PESC, gestita e promossa dal ministro degli Esteri dell'Ue, Federica Mogherini, la cui sedia traballante di Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza e del Servizio Europeo per l'Azione Esterna, sarebbe in gioco. Ai francesi interesserebbe quel posto per mettere le mani sui grandi affari della sicurezza europea, appropriandosi della cabina di regia e di comando di un megaprogetto politico, economico e militare per costruire un gigantesco sistema di difesa europea. >


Vito Barresi | Direttore di CAMBIO

Si fa presto a dire bisogna reagire al terrorismo. Ma con quali soldi, quali investimenti, quale aumento delle spese pubbliche per affrontare gli effetti devastanti di un massacro il cui raggio d’azione va oltre quello del luogo e delle vittime di raid mirati e devastanti? La guerra non è solo la continuazione di una vecchia politica con altri mezzi ma soprattutto l’espressione più evidente dell’economia moderna che distrugge per ricostruire, che usa strutture e strumenti irregolari e vietati per alterare il libero confronto di mercato. Il frontale attacco sferrato alla Francia, una vera e propria dichiarazione di guerra aperta lanciata dalla filiera francese del Califfato contro Presidente Hollande, non può essere considerato come un’azione estemporanea senza alcuna ricaduta nel sistema economico transalpino. Certo, occorre fare i conti alla mano nelle varie sedi istituzionali europee, computando sia i costi diretti dello spietato colpo, le perdite concrete e immediate, il valore delle strutture danneggiate, le vite perdute, le ferite riportate, i beni distrutti, il commercio e il turismo rallentati, sia i costi indiretti che riguardano i premi più elevati di assicurazione, i costi di sicurezza tecnologicamente robotizzata, le spese per la formazione e l’addestramento antiterrorismo, la conseguente divaricazione tra investimenti per lo sviluppo civile e quello per la vigilanza, la prevenzione e la repressione nei settori del parabellico. Tuttavia nelle ore seguenti l’infernale avvenimento di Parigi, a margine dei costi diretti e indiretti generati da un attacco terroristico che non è mai facile computare, la questione sottotraccia, quella che sta dietro lo scenario delle stragi francesi, sembrerebbe un’altra, tutta racchiusa in una vero e proprio balletto del non detto tra i vari capi di stato su quale dovrà essere il futuro destino della cosiddetta PESC, uno strano acronimo che si disvela nella sua ampiezza quando viene decriptato per le iniziali di Politica Estera e di Sicurezza Comune dell'Unione Europea. Proverò a raccontarla facendo riferimento al fascinoso volto di Lady Pesc, la ministra degli esteri e della sicurezza europea voluta da Matteo Renzi, Federica Mogherini, oggi al centro di una vera tempesta di contumelie politico-diplomatiche.

Dunque, fino a che la ‘banda balordi’, i giovani rapper e le ragazze della morte del Califfato che hanno messo sanguinosamente alla berlina l'inquilino dell'Eliseo, non ha scatenato il finimondo nella nuova notte di San Bartolomeo, Hollande la Merkel e quant’altri, avevano sempre sostenuto che erano altri gli anelli deboli nella catena istituzionale dell’UE, e cioè sommamente la Grecia, il Portogallo.

Ora, invece, viene a galla la sconcertante condizione finanziaria in cui si trova una superpotenza atomica come la Francia che si riscopre Cenerentola e pezzente, senza alcun fondo di riserva per affrontare i sempre più elevati costi, gli investimenti esorbitanti e da capogiro, della sicurezza pubblica, costretta a battere cassa e a chiedere con il cappello in mano l’obolo solidale agli altri partner, per derogare senza leggi né referendum, ogni limite del patto di stabilità, dopo che proprio il duetto franco-tedesco aveva sollevato il pugno di ferro contro quel fuscello in una tempesta che fu la Grecia durante il suo default.

In realtà nella mappa dell’economia globale, dove l’Unione Europea e l’Euro continuano a rappresentare un avversario tenace e un sistema economico di mercato solido, forte e competitivo, la smagliatura, la sacca di depressione e sottosviluppo imperiale, è rappresentata proprio ed esclusivamente dalla Francia.

L’economia francese ormai da alcuni decenni è una vera e propria stella morta, un cratere spento, un vero e proprio buco nero. L’asse franco-tedesco diventerebbe il cuore, il cervello e il volano di un ciclopico e mastodontico investimento in risorse per allestire e costruire, a somiglianza di quello americano, il nuovo modello di sviluppo post terroristico dell’Unione Europea.

Così mentre gli economisti fanno finta di parlare degli spiccioli, vale a dire la diminuizione della portata del carrello ai carrefour, la flessione congiunturale delle spese al consumo, strateghi, marpioni, affaristi, economisti di stato e di accademia, lavorano alacremente per imprimere una violenta accelerazione ai vari progetti di innovazione e modernizzazione della difesa europea, in sintonia con le strategie della casa madre rappresentata dalla Nato.

I navigati esponenti del partito di Hollande puntano direttamente alla cassa, al deposito blindato dei vari Fondi Europei, al drenaggio delle risorse della BCE, da accatastare e strutturare per avviare uno spettacolare programma finanziario di concentrazione bellica, alzando la posta in gioco sull’allarme terrorismo e immigrazione, con il solo fine di determinare un ampio e forte consenso intorno alla nuova piattaforma di una promettente ‘military new industry’ paneuropea.


Federica Mogherini after Paris. A crock pot between Hollande, Merkel and Renzi - No longer any industry thriving, gripped titanic apparatus technology the German and Chinese manufacturing, the economy of the 'grandeur' French second macroeconomists is now inelastic, assisted and refractory to every possible project of rehabilitation and recovery. An economic desert where gangs roam balorde a Caliphate under the house, composed of young rappers and girls death, manufactured, produced and advertised in the streets surrounding the Eiffel Tower and the rues between Montmartre and Saint Denis. What appears in the watermark, the real goal of Hollande and his advisers, would be another. The tricolor moving very quickly and accurately, in the wake of the massacre of November, as soon as they're taking the leadership in security governance in the EU, in particular as regards the protection of the civilian population and democratic institutions. For the French, the object at the center of this new phase opened by the repeated attacks of terror is the CFSP, managed and promoted by the EU Foreign Minister, Federica Mogherini, whose rickety chair of High Representative for Foreign Affairs and Policy Security and the European External Action Service, would be at stake. The French would affect the place to get your hands on the big business of European security, appropriating the control room and the control of a megaproject political, economic and military giant to build a European defense system. _vitobarresi@

Federica Mogherini après Paris. Une mijoteuse entre Hollande, Merkel et Renzi - Non plus une industrie florissante, saisi de la technologie de l'appareil titanic la fabrication allemand et chinois, l'économie de la 'grandeur' deuxième macroéconomistes français est maintenant inélastique, assisté et réfractaire à chaque projet de réhabilitation possible et la récupération. Un désert économique où les gangs errent balorde un califat sous la maison, composée de jeunes rappeurs et des filles mort, fabriqués, produits et la publicité dans les rues entourant la Tour Eiffel et les rues entre Montmartre et Saint Denis. Ce qui apparaît dans le filigrane, l'objectif réel de la Hollande et ses conseillers, serait une autre. Le tricolore se déplaçant très rapidement et avec précision, à la suite du massacre de Novembre, dès qu'ils sont de prendre le leadership dans la gouvernance de la sécurité dans l'UE, en particulier en ce qui concerne la protection de la population civile et les institutions démocratiques. Pour les Français, l'objet au centre de cette nouvelle phase ouverte par les attaques répétées de la terreur est la PESC, géré et promu par le ministre des Affaires étrangères de l'UE, Federica Mogherini, dont la chaise branlante de la Haute représentante pour les affaires étrangères et la politique Sécurité et le Service européen d'action extérieure, seraient en jeu. Le Français aurait une incidence sur le lieu pour obtenir vos mains sur les grandes entreprises de la sécurité européenne, l'appropriation de la salle de commande et le contrôle d'un mégaprojet géant politique, économique et militaire de construire un système de défense européen. _vitobarresi@