CAMBIO | Mauricio Macri Presidente dell’Argentina. Vince il cambiamento

Retweet > Secondo l’opinionista del quotidiano Clarin, Ricardo Kirschbaum, il trionfo di Mauricio Macri nel secondo turno su Scioli ha dato ragione alla sua strategia. Scioli era il leader più ambizioso preparato per la successione di Cristina. Ma Scioli ha commesso un errore quando, accecato da un ottimismo corazzato, ha deciso di accettare qualsiasi proposta d’ordine di Cristina. Macri affronta un compito enorme. La ricostruzione del contratto culturale e democratico che dovrebbe iniziare oggi è di fondamentale importanza. Senza entrare nei dettagli precisi sulla situazione economica e sociale, l'insicurezza e il traffico di droga, la politica estera, ecc, questo è il primo passo volto a fermare l’emorragia di fiducia sociale dopo un decennio di esclusione, dopo che il potere ha ignorato l'opposizione trattandola come nemica. In questo passaggio, il dialogo e l'accordo sono strumenti essenziali. Se Macri terrà fede alle promesse della sua campagna elettorale la lotta alla corruzione e il rafforzamento istituzionale daranno un contributo significativo al rilancio del sistema democratico. La corruzione è una truffa che danneggia la fiducia dei cittadini. Non è qualcosa di "secondario" o un'invenzione dei media, come per gli intellettuali di Kirchner e gli scienziati che ne hanno voluto svalutare le conseguenze. Pratiche di corruzione, molte delle quali si verificano nel settore della giustizia, sono state perpetrate in nome di alti ideali. Per questo l’elezione di Macri segna la fine di un sistema politico che ha dominato gli ultimi dodici anni in Argentina. E’ stata la società con il suo voto, quella che ha deciso. >


da Buenos Aires | Bernardino Caligiuri

SÍ, SE PUEDE!!

Quiero agradecerles a todos los argentinos. Esos argentinos que han creído siempre en el camino del trabajo y del esfuerzo, que saben que el país que queremos lo tenemos que construir juntos, compartiendo. Quiero decirles que hoy es un día histórico, es un cambio de época que va a ser maravilloso. Es un cambio que nos tiene que llevar hacia el futuro, a las oportunidades que necesitamos para crecer y progresar. Este cambio no se detiene en revanchas o ajustes de cuentas. Pone la energía en construir la Argentina que soñamos.

Sì, si può!!

Voglio ringraziare tutti gli argentini. Questi argentini che hanno creduto sempre sulla strada del lavoro e dello sforzo, che sanno che il paese che vogliamo lo dobbiamo costruire insieme, condividendo. Voglio dirvi che oggi è un giorno storico, è un cambiamento di epoca che sara ' meraviglioso. È un cambiamento che ci deve portare verso il futuro, alle opportunità di cui abbiamo bisogno per crescere e progredire. Questo cambiamento non si ferma su revanchas o impostazioni di conti. Mette l'energia a costruire l'Argentina che sogniamo.

Con queste parole di ringraziamento ai suoi elettori e con quattro milioni di voti in più rispetto al primo turno Mauricio Macri è il nuovo presidente dell’Argentina, la grande nazione sudamericana di Papa Francesco. Ha vinto una partita che tutti gli osservatori consideravano difficile se non già persa in partenza. Ma alla fine dello scontro con il cosiddetto ‘sistema K’, dall’iniziale della presidente uscente Kirchner, l’obiettivo è stato raggiunto anche grazi al modo con cui Macri ha condotto una lunghissima campagna elettorale tutta protesta aincanalare la protesta, la rabbia e la deluzione della gente comune che si era gradatamente messa contro formata il governo peronista, fino sconfiggere Daniel Scioli nel primo ballottaggio presidenziale nella storia argentina.

Lo scarto quantitativo della vittoria spiegherebbe solo una parte il trionfo di Macri. La variazione è dentro la nuova geografia politica delle circoscrizioni elettorali con il successo ottenuto in 9 delle 24 province argentine, rispetto al 25 ottobre, quando ne aveva conquistato soltanto 5. Ma il nuovo presidente ha fatto anche di più in quasi tutti i quartieri principali delle grande città: a Cordoba ha raggiunto numeri da record, così come a Santa Fe e Mendoza.

Macri ha affrontato una campagna in cui è stato duramente accusato di voler imporre una politica feroce a scapito dei poveri, a cui ha reagito sostenendo di non poter spiegare con sufficiente chiarezza la gravità dei problemi ereditati e l'impossibilità di finanziare molti degli aiuti che il governo definito bugiardo e irresponsabile di Cristina Kirchner gli ha consegnato, un peso gravoso la cui natura non è certo di giustizia sociale, ma soltanto clientelare per ottenere voti.

Non c'è dubbio che il trionfo di Mauricio Macri è molto importante per l'Argentina e può anche diventare importante per America Latina . Ma non mancano le preoccupazioni espresse da un risultato che vede in Argentina oltre il 48% degli elettori a favore del proseguimento peroniste, un’alta percentuale di opinione pubblica che di fatto è disorientata e ancora non ben disposta verso la nuova presidenza.

Macri dovrà affrontare un’ impegnativa sfida di cambiamento nella politica di governo. La sua mappa politica è già segnata da scelte al crocevia senza precedenti: in primo luogo, dovrà gestire la crisi complessa del suo paese confidando sull’alleanza di un esiguo numero di governatori alleati che in maggioranza sono sostanzialmente peronisti.

In parlamento sarà decisivo il confronto e la convergenza con i deputati che fanno capo a Sergio Massa. Il suo blocco, sarà caratterizzato da una trentina di leader nelle cui mani c’è la chiave della maggioranza quando si tratterà di votare alla Camera.

Formalmente, Macri diventerà il sesto presidente eletto con voto popolare dal ritorno della democrazia: tre peronisti lo hanno preceduto (Carlos Menem, Nestor e Cristina Kirchner), e due radicali (Raúl Alfonsin e Fernando de la Rua).

Quanti conoscono la storia vera di Macri, politico, uomo d'affari, presidente del Boca, afermano che nel corso dei decenni si è realizzato nel suo carattere un profondo cambiamento. Se prima veniva considerato arrogante e distante, ora egli appare più sensibili e cordiale, forse anche per via della sua simpatia per le pratiche buddiste. Figlio di un imprenditore di successo, messo in discussione dalla straordinaria carriera economica avvenuta soprattutto negli anni di piombo, indagato per evasione fiscale durante la presidenza Menem, Mauricio Macri ha fatto e continuerà a fare quanto è necessario per cancellare il luogo comune che lo vorrebbe per sempre e soltanto come un "figlio di papà".

Una frase spregiativamente pronunciata da Diego Maradona, negli anni in cui Macri era presidente del Boca Juniors. Il 24 agosto 1991, Mauricio Macri venne rapito da una banda criminale formata da agenti di polizia attivi, tra cui alcuni commissari. Lo perelevarono dalla sua auto e Tedin Tagle. Lo picchiarono, mettendolo in una bara in un furgone e lo portarono nel seminterrato sporco di un locale di Avenida Garay 2882. Furono quattordici giorni di calvario in cui la vita di Macri restò in bilico. Macri riapparve alle due di mattina del 6 settembre, dopo che la famiglia pagò sei milioni di dollari.