CAMBIO | Fuori o dentro la NATO? Grillo e il nuovo dilemma a 5 stelle

Retweet > Quale sarà la posizione del Movimento Cinque Stelle, una realtà non episodica che vuole diventare nuova forza politica di governo, sulla questione controversa dell’uscita o dell’eterna permanenza dell’Italia nel Patto Atlantico e nella Nato? In attesa di conoscere le scelte di Grillo, Casaleggio e dei loro giovani parlamentari che rappresentano l’opposizione nel Paese e nel Parlamento al Governo Renzi, di sapere quali sono i punti programmatici del loro possibile governo in difesa degli interessi del Paese nel mondo globale, legati a quelli della sicurezza nazionale, la politica estera nazionale di marca renziana appare in evidente difficoltà. Navigando a vista e con necessaria cautela nei cieli tempestosi di una sempre più minacciosa crisi internazionale, anche a Renzi e Mattarella appare evidente il rischio di un coinvolgimento in scelte pesanti e pregiudizievoli che potrebbero non collimare con il rispetto dei principi costituzionali della piena autonomia e dell’indipendenza nazionale. Siamo per questo a un punto di svolta della politica nazionale. A una specie di ritorno alla contrapposizione storica tra interventisti e neutralisti di storica memoria, di fronte al quale non si può glissare, magari rincantucciandosi nelle solite diatribe di cucina politica interna. Mai come in questo frangente di scontro e allarme internazionale gli italiani chiedono un giusto orientamento e una incondizionata trasparenza comunicativa, che non può certo venire dalle fonti manipolabili dell’informazione di regime. Una richiesta politica enorme, importante, qualitativamente dirimente e alternativa posta in primo luogo al movimento ‘grilliano’ per capire da che parte sta l’opposizione parlamentare. E se quest’ultima sia decisa a impegnarsi per un Italia e un’ Europa indipendente e pacifica che non si trasformi in un terzo blocco militare contro l’Asia e contro l’Africa, assolvendo una funzione di amicizia, di pacifica coesistenza e di collaborazione con tutti popoli e le nazioni. >


di Vito Barresi | Direttore di Cambio

Fuori l’Italia dalla NATO, fuori la NATO dall’Italia? Soltanto un ossimoro ideologico ben congegnato dagli agit-prop degli anni Sessanta, una specie di strana formula bustrofedica del vecchio politichese di sinistra, oppure l’attualissimo dilemma di qualche nuova forza politica di opposizione pronta a riabbracciare, nelle mutate condizioni di un oggi problematico, lo slogan mitico, famoso e controverso, che un tempo fu il cavallo di battaglia filosovietico e antiamericano del Partito Comunista Italiano?

Come un’Araba Fenice sotto le ceneri di un sistema democratico deformato e semidistrutto dai finti monocolori istituzionali che da Monti hanno portato a Renzi, si fa largo e con maggior vigore non più la tentazione di tornare a indossare la vecchia camicia delle lotta internazionalista ma la consapevole convinzione che per ambire a divenire forza di governo del Paese, il principale protagonista dell’opposizione parlamentare, rappresentato dal Movimento Cinque Stelle, debba far presto ad assumere una posizione chiara e determinata sui grandi temi di politica estera a partire dal ruolo dell’Italia nel contrasto all’Isis, nel quadro nuovo di un reale superamento delle storiche alleanze militari che fin qui hanno pesantemente vincolato il Paese. Dire cioè, in ultima istanza, se nell’immediato futuro qualcosa cambierà, se una volta al governo il Movimento Cinque Stelle, Grillo, Casaleggio e i loro parlamentari decideranno di staccare la spina del Patto atlantico e di aprire una strada nuova nel rispetto del tracciato costituzionale.

Alla luce di quanto è purtroppo avvenuto durante tutto il corso del 2015, l’evidenza dell’impressionante connessione tra guerra civile in Siria, minaccia dell’Isis, allargamento del teatro terroristico in Francia, ritorno nel contesto multipolare della Russia, gran parte dell’opinione pubblica italiana si sta sempre di più rendendo conto che la politica estera italiana è sempre di più in difficoltà, profondamente indebolita dai repentini mutamenti del quadro mondiale, sempre più frammentato, sfaccettato, insidioso e pericoloso. Per questo la stragrande maggioranza degli italiani sarebbe sempre più convinta che l’Italia debba riconquistare piena autonomia e indipendenza nazionale, operando prima di tutto per la pace, per la pacifica coesistenza tra gli stati, per il diritto di ogni popolo a scegliere liberamente il proprio destino.

In questa direzione dichiarare la propria diversità rispetto al pensiero unico sull’appartenenza perenne ed eterna alla NATO non sarebbe più un tabù. Anzi tocca proprio all’opposizione ‘grilliana’ sviluppare e formalizzare a un livello più alto, nel rispetto delle problematicità e delle divergenze esistenti, quel pensiero critico ed evolutivo, che da tempo ha già messo in evidenza le trasformazioni strategiche e la modificazione delle finalità ‘statutarie’ originarie che sono avvenute nel Patto Atlantico e nella NATO.

Proprio i sostenitori dell’immediata uscita dell’Italia dalla Nato hanno scritto nei loro appelli che “già il 7 novembre del 1991, subito dopo la prima guerra del Golfo (cui la NATO aveva partecipato non ufficialmente, ma con sue forze e strutture) il Consiglio Atlantico approvò il Nuovo Concetto Strategico, ribadito ed ufficializzato nel vertice dell’aprile 1999 a Washington, che impegna i paesi membri a condurre operazioni militari in “risposta alle crisi non previste dall’articolo 5, al di fuori del territorio dell’Alleanza”, per ragioni di sicurezza globale, economica, energetica, e migratoria. Da alleanza che impegna i paesi membri ad assistere anche con la forza armata il paese membro che sia attaccato nell’area nord-atlantica, la Nato viene trasformata in alleanza che prevede l’aggressione militare. La nuova strategia è stata messa in atto con le guerre in Jugoslavia (1994-1995 e 1999), in Afghanistan (2001-2015), in Libia (2011) e le azioni di destabilizzazione in Ucraina, in alleanza con forze fasciste locali, ed in Siria. Il Nuovo concetto strategico viola i principi della Carta delle Nazioni unite. Uscendo dalla Nato, l’Italia si sgancerebbe da questa strategia di guerra permanente, che viola la nostra Costituzione, in particolare l’articolo 11, e danneggia i nostri reali interessi nazionali.”


OUT OF OR IN NATO? BEPPE GRILLO AND NEW DILEMMA 5 STARS - What will be the position of the Five Star Movement, a non-episodic reality that wants to become a new political force of the government, on the contentious issue of the output or the eternal permanence of Italy in the Atlantic Pact and NATO? Waiting to know the choices of Grillo, Casaleggio and their young MPs representing the opposition in the country and in Parliament the government Renzi, to know what are the programmatic points of their government can defend the country's interests in the global world, linked to those of the national security, foreign policy, national brand renziana appears in obvious difficulty. Browsing view and with due caution in stormy skies of an increasingly threatening international crisis, and also to Renzi Mattarella evident the risk of being involved in heavy and harmful choices that may not coincide with the constitutional principles of full autonomy and 'national independence. We are for this to be a turning point in national politics. In a kind of return to the historical opposition between interventionists and neutralist of historical memory, in front of which you can not skirt the issue, maybe you rincantucciandosi in the usual diatribes cooking domestic policy. Never as in this period of confrontation and international alarm Italians ask for a proper orientation and unconditional transparency of communication, which certainly can not be manipulated by the sources of information regime. A political demand huge, important, qualitatively and nullifying alternative mail first movement 'grilliano' to figure out which way is the parliamentary opposition. And if the latter is determined to commit to an Italian and an 'independent and peaceful Europe that does not turn into a third military bloc against Asia and against Africa, fulfilling a function of friendship and peaceful co-existence and collaboration with all peoples and nations. _vitobarresi@