l'Elzeviro di Venturino Lazzaro
Sono fuori da due giorni, e mi accorgo che è Natale anche altrove. Questa ovvietà mi sorprende ogni volta (una sorta di strana, immotivata gelosìa...), considerando, d'istinto, il Natale un fatto intimo, quasi personale. Conservo ancòra una penna (o almeno l'ho conservata per anni) che Babbo Natale aveva usato per i bigliettini dei regali in casa mia (ne ero più che certo), e mi piaceva che nonostante il lungo giro da fare, finisse per passare da casa nostra ogni volta in orari comodi, a noi congeniali (discorso diverso per la Befana, più òstica). Una volta i regali più ambìti (sembra un secolo...) erano pistole e fucili di ogni tipo (l'arco ce lo costruivamo da noi, il più pericoloso con lo scheletro dell'ombrello). Ricordo ancòra due pistole, una si chiamava "Susanna" (da cowboy), e l'altra era l'"Oklaoma", ad aria compressa (obiettivamente più pericolosa). Oggi è "vietato" regalare armi giocattolo ai bambini, e la violenza viene sdoganata direttamente in televisione, o coi videogiochi. Tra noi adulti, invece, si procede stancamente tra il timore del ricìclo e il terrore del dover contraccambiare. In periodi di crisi, poi, il contraccambiare perde terreno e il rischio (o la tentazione) del ricìclo aumenta a dismisura. Anche quest'anno il Circolo aderisce a una campagna di donazioni (abiti usati, alimenti,...anche danaro volendo) per indigenti. Un modo utile e sano di rispettare la tradizione dei regali natalizi, riducendo insieme sprechi e stress (...la modalità della donazione e la tipologia dei destinatari, infatti, minimizzano il rischio di essere contraccambiati, e inoltre è addirittura gradito il ricìclo). Meglio di così... Buon pranzo