CAMBIO | Spagna. Il vantaggio di Podemos si chiama ottimismo

La Corrispondenza di Fernando Martínez de Carnero Calzada


Non precipitatevi. Sto sentendo molti amici e familiari in Spagna e sembra che la situazione sia ben diversa di stentare a trovare i consensi tra gli indecisi e i moderati. A mio parere, e qui non relato soltanto le mie sensazioni, ma anche quelle che mi trasmettono, c'è aria decisa di ripresa. Inoltre, ci sono degli ultimi giorni dei cedimenti mediatici già lontani dai maltrattamenti a cui eravamo abituati.

Significativo persino il gesto di Rajoy avvicinandosi a Iglesias alla fine di un dibattito pubblico per dirgli "state andando molto bene" o dichiarando nelle interviste che è meglio che la protesta arrivi al parlamento piuttosto che si esprima nella strada.

La mia impressione è che di nuovo, come accadde nelle municipali, il tentativo di distruggere Podemos sia fallito. Ma adesso, anche se i Popolari non cadono più nell'errore disperato di focalizzare noi come nemici (nelle municipali l'errore era vera impotenza perché sentivano cadere dei loro bastioni ed insieme tanti affari che stavano per scomparire), si son trovati con un ingrediente che prima mancava: il ruolo di Pablo Iglesias come animale mediatico, di gran lungo l'unico che sa in maniera naturale quando deve fissare la camera per parlare direttamente agli ascoltatori, quando deve mostrarsi calmo, quando deve anticipare tutti rispondendo per primo, ecc.

La sensazione è che ogni volta che Pablo va in televisione piovono i voti colore viola sulle urne. Bisogna considerare che inoltre Podemos sembra l'unico interessato a battersi sulle piazze e sulle strade, finora convocando un numero molto più elevato di persone rispetto agli altri partiti. Questo potrebbe diventare decisivo se alla fine il numero di votanti è più elevato rispetto ad elezioni precedenti. Bisogna ricordare che i sondaggi sono stati usati finora come strumento di opinione e che nessuno dei principali gruppi di opinione e di analisi sono proprio interessati a lanciare Podemos; caso mai hanno l'intenzione opposta.

Il caso della Catalogna sappiamo che è stato molto condizionato da diversi fattori che abbiamo già commentato. Per fortuna, questa volta la tempistica continuativa e prematura della questione catalana rispetto alla campagna ha finito per immunizzare la popolazione e gli attentati di Parigi, ieri risvegliati dall'incidente a Kabul, hanno avuto una reazione controversa in una nazione che era già stata colpita dal terrorismo in passato. Di fatto, è stato l'inizio dell'onda discendente per Ciudadanos, dal momento in cui Rivera ha iniziato a ricordare Aznar per diverse questioni.

Dobbiamo anche aggiungere a questo quadro il ruolo importante che iniziano a svolgere Ada Colau ed i dirigenti galleghi di Anova.

La mia diagnosi è, che salvo colpi di scena strani di ultima ora si può prevedere che Podemos superi il tetto del 16% ottenuto nelle municipali. Siamo però in una situazione di grande volatilità. Attualmente vedo dei risultati più vicini al 20% e non chiudo la porta ad una svolta ancora più positiva. Il vero problema sarà il mondo rurale, che potrebbe permettere ai Popolari di rimanere come il partito più votato e al PSOE di avere più seggi di Podemos malgrado ottenga meno voti.

Del resto, i più a rischio in questo momento sono proprio il PSOE e Ciudadanos. Il primo perché ha un leader poco convincente, messo in forse da un settore del proprio partito e che dovrà ancora affrontare un dibattito a due contro Rajoy che sicuramente non attirerà l'interesse di una volta e, in più, potrebbe finire con una perdita ulteriore di credibilità dei due candidati. Il secondo perché ha pagato l'ebbrezza di sentirsi sulla cresta dell'onda e di aver tentato di conseguenza di vincere le elezioni togliendo i voti dell'avversario della destra. Credo che Rivera abbia perso lì definitivamente il suo credito nella sponda sinistra.

Inoltre, non si è mostrato all'altezza nei dibattiti: nervoso ed insicuro, pieno di carenze e con mancanza di solidità. Anche qui c'è il rischio di una grande delusione: è svanito il vantaggio della sorpresa e dell'ottimismo, che in genere catalizza molto bene i voti degli indecisi. E forse qui la forchetta oscilla fra il 20 e il 13%. Ricordate che è il più fragile, in quanto l'intenzione diretta di voto è minore rispetto a Podemos e inoltre non conta con la base forte dei partiti che hanno una tradizionale infrastruttura e un livello di rappresentazione affermato da tempo in tutto il paese.

Insomma, la situazione non è molto cambiata rispetto a quel che si presentava prima delle municipali. Il vantaggio è che Podemos ha a favore l'ottimismo.

Personalmente, non avrei potuto immaginare o desiderare uno scenario migliore, ancora di più considerando come si presentava la situazione negli ultimi due mesi e tutti gli ostacoli che abbiamo dovuto affrontare. Stiamo a vedere.