CAMBIO | Mattarella in bilico tra risparmio perduto e lotta ai crimini bancari

Di fronte alla fine di un sogno come da sempre è stato quello per milioni d’italiani del risparmio familiare è giusto che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella se la cavi con un sermoncino tra il buffetto e il rimbrotto alle più altre cariche dello Stato, una frasetta giustapposta, aleatoriamente intercalata nel suo discorso ‘jingle bells rock’, che di fatto nasconde le enormi e impressionanti responsabilità di chi, oggi come ieri, continua a detenere il potere bancario, senza dir di più sui responsabili reali dello sfascio creditizio in cui è caduta in questi ultimi decenni l’Italia? Quesiti fin troppo banali per un politico navigato e colto come il Presidente Mattarella, più volte ministro, eminente esponente della Democrazia Cristiana e fondatore del Partito Popolare, che pur conosce a menadito la storia italiana, soprattutto quella che ruota attorno alle grandi scelte di politica economica, all’intrico depistante di una legislazione bancaria opaca e farraginosa e a quel vero e proprio pilastro del comando creditizio del Paese costituito dalla Banca d’Italia e dai suoi potentissimi governatori, i Dini, i Ciampi, i Fazio, i Draghi e quanti altri riuscirono, non si capisce ancora bene in virtù di quali auspici politici e democratici, a costruirsi percorsi e immense fortune pubbliche fino ad assurgere nelle stanze dei più ambiti appartamenti istituzionali. Impenetrabile, vigilato e protetto dalla forza armata dello stato, castale, chiuso, corporativo e faraonico, il sistema bancario italiano, con la sua struttura rigidamente piramidale, insindacabile e antidemocratica, è la risultante della connivenza e della strumentalizzazione degli apparati dello stato e dei partiti, dei suoi massimi burocrati e dirigenti, di deputati e senatori, persino interi gruppi parlamentari, al soldo diretto di istituti bancari che hanno inquinato e manovrato ai fini del proprio tornaconto personale come la cronaca ci racconta non solo in questi mesi ma da sempre, l’intero gioco parlamentare, molto spesso ai danni del popolo sovrano. Ancora una volta invece di essere letteralmente portato alla sbarra, per sottoporlo imparzialmente al giudizio secondo legge, il subdolo potere dei banchieri tenta di sfuggire dalle proprie responsabilità. Ricostruire la filigrana del perverso intreccio tra politiche e banche, tra banche e crimine, tra credito e organizzazioni malavitose, in cui spesso emergono i profili ambigui di politici collusi che le hanno rappresentate e sostenute, allorquando approvavano leggi capestro e provvedimenti criminogeni, solo apparentemente in danno di singoli o privati ma sempre in forza di norme collettive, con valore imperativo e coattivo universale, pubblico e collettivo, è la scelta che si richiede non solo a Renzi ma in primo luogo a Mattarella. Mai come ora chiamato a sollecitare la formazione di una apposita commissione parlamentare d’indagine sui crimini commessi nel settore bancario, finanziario e creditizio a danno della Costituzione e del Paese.


_vitobarresi@DirettoreCambio


Sono domande semplici, anzi semplici-semplici, quelle che in queste ore s’infittiscono, nonostante le tombolate natalizie, dopo il discorso sul risparmio che Mattarella che pure hanno sullo sfondo immediato e non lontano le misteriose quanto sempre perfettamente in ordine, vicende, e nefandezze, di un sistema bancario e finanziario italiano che doveva essere costituzionalmente centrato sul ruolo delle banche pubbliche, fino alla sua rapida, implacabile e redditizia privatizzazione, avvenuta con il passaggio delle principali banche nazionali dalla sfera pubblica a quella privata. Le ampie dismissioni che si realizzarono a buon mercato, all’ombra dei titoli di stato e del debito pubblico, quasi sempre senza controllo, nell’emergenza della crisi della finanza pubblica e della necessità di risanare gli squilibri finanziari di importanti settori bancari, e le riforme nell’organizzazione dell’intermediazione e della gestione del risparmio, consegnarono l’intero e ingente risparmio familiare nazionale nelle mani avide e senza scrupoli di banchieri e manager al servizio di banche estere e fondi sovrani che hanno vampirizzato anche i più modesti e ingenui gruzzoli dei pensionali e delle vedove.

Ecco perché sotto questo profilo, quello delle compatibilità legali e della incompatibilità penali, non stupirebbe affatto che un giudice costituzionale si zelasse a perseguire tali, tanti e altri crimini bancari, attuati impunemente in un susseguirsi di anatocismo penale e ideologico, nella forma sia latente che invisibile, tali da essere contrastati dall’azione giudiziaria, molto spesso assente e latitante, non solo ordinariamente ma anche per quel che concerne il profilo speciale e rafforzato di vero e proprio attentato contro la Costituzione, ai sensi dell’art. 47 in cui si dispone positivamente (e implicitamente anche repressivamente) che “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.”

Per questo colpisce e lascia perplessi ascoltare le fin troppo caute e pacate frasi di Mattarella spostare al solo preminente livello europeo, quanto meno estroverso in questo frangente, una questione bancaria prettamente interna al sistema Paese per le responsabilità politiche ad essa connesse, avendo noi a suo avviso "il dovere di chiedere che siano integralmente onorati gli impegni previsti in materia di Unione bancaria. Rassegnarsi a una Unione bancaria lacunosa e vulnerabile - come hanno evidenziato anche la Commissione Ue e Bce - esporrebbe l'intera Europa a rischi di carattere sistemico".

Affermare solo adesso che "oltre a rafforzare le cautele e le regole, bisogna incentivare progetti e iniziative di educazione finanziaria, perché avere cura della Repubblica vuol dire tutelare e valorizzare il risparmio, elemento di forza caratteristico della nostra economia’, precisare che "si stanno approntando interventi di possibile sostegno, valutando caso per caso, al fine di tutelare quanti sono stati indotti ad assumere rischi di cui non erano consapevoli, ravvisare poi che occorre un accertamento rigoroso e attento delle responsabilità, poiché sono di importanza primaria la trasparenza, la correttezza e l'etica degli intermediari, bancari e finanziari”, potrebbe persino rimanere puro esercizio retorico, il solito richiamo vuoto, neanche alla lontana una tardiva chiamata al 115, il numero d’emergenza dei Pompieri dopo che il Palazzo è già in preda alle fiamme e sta bruciando.

In poche parole il dire e non dire a proposito del vasto, associato e ramificato comportamento del settore bancario non può certo bastare. Per cui si attende che Mattarella esca dal guscio dei primi undici mesi del suo settennato e dica con coraggio che l’agire illegale che deborda da ogni codice costituisce gran parte e materia quotidiana del contenzioso giuridico nazionale a soggetto bancario e creditizio, la cui protervia, violenza e arroganza verso le fasce più deboli e non solo della società ha toccato gradi e indici di odiosa e intollerabile gravità, per non dire cattiveria e cinismo.


Mattarella balanced between savings lost and ruthless struggle to major crimes Bank - Facing the end of a dream as it has always been that for millions of Italians of household savings is right that the President Sergio Mattarella if the cables with a sermon between the flip and the rebuke to most other state offices, a little phrase juxtaposed, randomly interspersed in his speech 'jingle bells rock', which effectively hides the huge and awesome responsibility of those who, today as yesterday, continues to hold the power transfer, without saying more about the real responsible for the breakdown in credit which is fall in recent decades Italy? Questions too trivial for a politician with and learned how President Mattarella, several times minister, a prominent member of the Christian Democratic Party and founder of the Popular Party, which even knows by heart the history of Italian, especially the one that revolves around the major economic policy decisions , all'intrico depistante an opaque and cumbersome banking legislation and the real pillar of the credit control of the country consists of the Bank of Italy and its powerful governors, Dini, the Ciampi, the Fazio, the Dragons and many others managed , it is not clear yet well under what auspices political and democratic, to build trails and immense fortunes public to rise up in the rooms of the most coveted apartments institutional. Impenetrable, monitored and protected by the armed force of the state, caste, closed, corporate and pharaonic, the Italian banking system, with its rigid pyramid structure, final and undemocratic, is the result of connivance and manipulation of the apparatus of the state and parties , its highest bureaucrats and managers, deputies and senators, even entire parliamentary groups, the pay direct to banks that have contaminated and manipulated for the purpose of personal gain as the record tells us not only in the past few months but always, the 'entire parliamentary game, often to the detriment of the sovereign people. Once again, instead of being literally brought to the bar, to subject it to an impartial trial according to law, the subtle power of the bankers try to escape from its responsibilities. Reconstruct the watermark of the perverse interplay between policies and banks, between banks and crime, including credit and criminal organizations, which often emerge the profiles of ambiguous political collusion that have represented and supported, when approve laws and measures halter criminogenic, apparently in damage to individuals or private but always under collective rules, with value imperative and compulsory universal, public and collective, is the choice that is required not only to Renzi but primarily Mattarella. Now more than ever called to urge the formation of a special parliamentary commission of inquiry into the crimes committed in the banking, financial and credit at the expense of the Constitution and the country.


Faced with the end of a dream as it always has been for millions of Italians of household savings is right that the President Sergio Mattarella if the cables a sermon between the flip and the rebuke to most other state offices, a sect between juxtaposed, randomly interspersed in his speech 'jingle bells rock', which effectively hides the huge and awesome responsibility on the part of those who, today as yesterday continues to hold power transfer, without saying more about the real leaders of the banking collapse that has fallen in recent decades Italy? Questions too trivial for a politician with and learned how President Mattarella, several times minister, a prominent member of the Christian Democratic Party and founder of the Popular Party, which even knows by heart the history of Italian, especially the one that revolves around the major economic policy decisions , all'intirco depistante an opaque and cumbersome banking legislation and the real pillar of the credit control of the country consists of the Bank of Italy and its powerful governors, Dini, the Ciampi, the Fazio, the Dragons and many others managed , it is not clear yet well under what auspices political and democratic, they were able to built immense fortunes public to rise up in the rooms of the most coveted apartments institutional. Impenetrable, monitored and protected by the armed force of the state, caste, closed, corporate and pharaonic, the Italian banking system, with its rigid pyramid structure, final and undemocratic, is the result of connivance and manipulation of the apparatus of the party, its top executives, deputies and senators, even entire parliamentary groups, the pay direct to banks that have contaminated and manipulated for the purpose of self-interest banking as the record tells us not only in the past few months but always, the whole game very parliamentary often to the detriment of the sovereign people. Once again, instead of being literally brought to the bar, to subject it to an impartial trial according to law, the subtle power of the bankers try to escape from its responsibilities. Reconstruct the watermark of the perverse interplay between policies and banks, between banks and crime, including credit and criminal organizations, which often emerge ambiguous profiles of politicians who have represented and supported, when approve laws and measures halter criminogenic apparently in damage individual or private but always on the basis of collective rules, with value imperative and compulsory universal, public and collective, is the choice that is required not to Renzi but Mattarella, called to urge the formation of a special parliamentary committee for investigating crimes committed in the banking, finance and credit. _vitobarresi@DirettoreCambio