Banale ricordare la teoria dei cosiddetti sei gradi di separazione? Ma per quanto può essere un’impossibile fantasia, un allarmismo schizoide, l’intuizione di un fumettista paranoico, in una situazione in cui la biosfera del ventunesimo secolo è già, secondo molti scienziati, in una fase di estinzione di massa, simile a quella che segnò la fine dei dinosauri o a quella che centinaia di milioni di anni prima determinò la scomparsa quasi simultanea dalla superficie terrestre di più del 90 per cento delle specie allora viventi, come mai nessuno riesce ancora a comprendere le cause della spaventosa e misteriosa ‘corrente’ di mortalità (pari a più 11,3%, secondo i dati dell’Osservatorio Neodemos, presentati in un abstract da Gian Carlo Blangiardo, docente di demografia presso l’Università di Milano Bicocca) che colpisce alcune classi demografiche in Italia proprio durante gli spettrali appuntamenti stagionali con le polveri sottili? Ben 68.000 morti in più, nonostante il processo di invecchiamento standard ne giustificherebbe al massimo circa 16.000, “tra il 1° gennaio del 2014 e alla stessa data del 2015 scopriamo subito che, a fronte di 159mila unità in meno nella fascia d’età fino a 60 anni, se ne contano in più 70 mila in età tra 61 e 70 anni, 40 mila tra 71 e 85 anni e 62 mila con oltre 85 anni.” Come nel meraviglioso viaggio di Marco Polo, la Cina è vicina all’Italia lontana. Strane diagonali, stratosferiche forze che sembrano turbare la serenità collettiva, collegano comunità tanto diverse, oggi afflitte da un identico male, l’inquinamento e le polveri sottili. Due nazioni, Italia e Cina, così diverse, eppure per via insondabile dentro il retaggio arcaico del senso della vita e delle parole perdute, dai suoni e dalle immagini di storie, saghe, religioni, epoche e periodizzazioni ultramillenarie, rimesse a confronto nel tempo globale, comparate nella loro ‘avulsa’ diversità, fino al punto di svolta di una prima e ultima industrializzazione. Travagliata e vissuta da due popoli con consimili economie di base. La macro fabbrica dell’Oriente accanto al micro paesaggio mediterraneo occidentale.
_vitobarresi@DirettoreCambio
Aveva forse ragione Barrington Moore quando descriveva ne Le origini sociali della dittatura e della democrazia: proprietari e contadini nella formazione del mondo moderno, i tratti di varie civiltà pre industriali, rese progressive solo a causa di modernizzazioni forzate, le stesse che hanno cancellato le loro straordinarie civilizzazioni agrarie e contadine. Un’eredità inimitabile distrutta dalle irragionevoli linee di incremento di un infernale, il satanico meccanismo come lo chiamò Karl Polany, di tipo industriale che solo dopo tanti danni e stragi bianche in Italia è stato praticamente rifiutato da tutti, cancellato da mille, apparentemente parziali e particolarastici, plebisciti locali e territoriali che hanno imposto la chiusura e l’allontanamento di fabbriche e insediamenti nocivi e inquinanti.
Se il tempo è veramente cambiato in peggio occorrerebbe fare qualcosa di più e di diverso che non inaugurare nuove strade, inneggiare a magliari delle micidiali automobili a marca Fabbrica Italiana, che pensano ancora all’automotive come una della A, insieme ad abbigliamento e Alimentazione, che potrebbero tornare a far grande il nostro Paese.
Quella lunga fase del secolo breve è tramontata per sempre, con la fine della dinastia economica e politica degli Agnelli che si è portata via tutta la loro intrinseca decadenza familistica e dinastica. Ripensare lo sviluppo italiano significa decostruire un modello che ha flagellato la struttura stessa della nostra unica e antichissima civilizzazione che nessuno altro al mondo e nella storia potrà vantare.
Città inquinate e campagne devastate dalle alluvioni, montagne abbandonate dallo spopolamento di massa e realtà urbane vampirizzate dalla crescita e dal benessere economico. Ecco l’immagine in sintesi dello squilibrio globale ripresa in una scena locale e nazionale di stile italiano.
In Italia e in Cina spesso i rapporti tra l'uomo e l'ecosistema terrestre sono stati e sono su un punto limite. Se da una parte la sensibilità ecologica si è diffusa in più ampi settori della popolazione, se essa finalmente ha fatto breccia anche nella sfera degli interessi economici e politici, in questi decenni per quanto tanti siano sembrati i progetti e le iniziative in tanti contesti sia locali che nazionali, quel che in fondo è mancato, quel che ora si rende evidente nella propria emergenza, è stata l'incapacità di bloccare o addirittura capovolgere le più pericolose tendenze generate non solo dal cambiamento climatico ed ecologico globale dai danni della vecchia industrializzazione indiscriminata, su cui sono stati costruiti tutti i patti scellereti di potere che hanno diviso l’Italia in due, tra Nord e Sud, paese avanzato e paese arretrato, motore e freno dello sviluppo italiano..
Gli indicatori negativi non si sono arrestati, la crisi ecologica è diventata crisi strutturale e di sistema, più vicino e cronologicamente scandito, appare il punto di non ritorno. Resta difficoltosa la possibilità di introdurre nuove e incisive idee politiche di lungo periodo, perché la politica italiana non ha preso coscienza del più profondo cambiamento storico dei cicli del tempo, del salto impressionante dal breve al lungo periodo, con i suoi prefigurabili e persino modellisticamente prevedibili effetti nel più impensabile futuro territoriale e planetario.
Cicli e configurazione del tempo che sono a volte diametralmente contrastanti come un tempo lo furono quelli tra industria e agricoltura, tradizione e sviluppo così che mentre alcuni vogliono decelerare altri invece spingono il piede sull'acceleratore.
In tante aree del Paese l'obiettivo resta quello della sopravvivenza quotidiana di popolazioni stremate dalla disoccupazione dopo essere state lasciate per secoli nell'arretratezza e nello sfruttamento. In tutti i modi nessuno ormai può più negare che è iniziato una vero e proprio conto alla rovescia, per quanto ancora incomprensibile un'autentica lotta contro il tempo.
In questo duello vinceranno le idee, i progetti, i programmi, le filosofie e le politiche decostruttrici del vecchio ordine industriale, i movimenti e i soggetti che intendono costruire un nuovo equilibrio tra uomo e ambiente, oppure prevarranno le armi e le prassi distruttrici delle attuali forze dominanti che detengono i monopoli e gli oligopoli delle risorse, delle economie, della forza militare e di sicurezza, della legge e degli stati che scelgono per cooprtazione e interesse di parte i loro politiciutili di volta in volta.
Denunce, analisi, studi, approfondimenti, hanno già delineato il quadro di una preoccupazione sempre più ampia per i danni che lo sviluppo indiscriminato delle economie capitalistiche e industriali hanno provocato sugli ecosistemi. Se lo stato di cose presente non verrà cambiato nei prossimi decenni la biosfera italiana resterà intaccata irreversibilmente e trasformata radicalmente rispetto a quella degli ultimi milioni di anni.
The mysterious increase in mortality in the strange season of Particulate Matter - Trivial remember the so-called theory of six degrees of separation? But what may be an impossible fantasy, alarmist schizoid, paranoid intuition of a cartoonist, in a situation where the biosphere is already the twenty-first century, according to many scientists, in a period of mass extinction, similar to that which marked the end of the dinosaurs or the one that hundreds of millions of years earlier determined the almost simultaneous disappearance from Earth of over 90 per cent of species then alive, how come no one yet able to understand the frightening and mysterious 'current' mortality affecting some population classes in Italy precisely during the spectral seasonal appointments with fine particles? 68,000 more deaths, despite the aging process standard would justify at most about 16,000, "between 1 January 2014 and the same date of 2015 we discover immediately that, compared to 159mila units less in the age group up at 60, there are about 70,000 more in age between 61 and 70 years, 40 thousand between 71 and 85 years, and 62,000 with over 85 years. "As to the wonderful journey of Marco Polo, China is close to Italy away. Strange diagonal, stratospheric forces that seem to disturb the serenity collective, connect communities much different today afflicted by an identical evil, pollution and particulate matter. Two countries, Italy and China, so different, and yet because unfathomable in the archaic heritage of the meaning of life and of lost words, the sounds and images of stories, legends, religions, ages and periodization ultramillenarie, remittances compared over time global , compared to their 'divorced' diversity, until the turning point of a first and final industrialization. Troubled and lived by two peoples with similar economies base. The macro factory next to the East Micro western Mediterranean landscape. _vitobarresi@DirettoreCambio