Finalmente in Italia piove. Ovunque cateratta, non più sole mio né tanta inutile sparsa nuvolaglia, rain and tears, pioggia e lacrime di gioia, che sgombra il tergicristallo dalla caligine dello smog urbano.
Adesso si vede chiaro e tra bassa e alta pressione, con tanto di cardio aspirina, sblocca Italia funziona, la ripresa economica vola come una mongolfiera, i sistemi di difesa militare brindano senza ombrello, al prossimo via libera desert storm in Libia.
E anche se la Rai sbaglia orario come le Ferrovie dello Stato che non sono precise come quelle fasciste che dire adesso che tutto va bene. Diamo fiato alle trombe, si divulghino e dilunghino i maschi colonnelli e giovani generali senza uniformi né stellette. Spazio al sollievo, persino alla bonomia autosoddisfatta di Mattarella.
Non esageriamo però anche se ci starebbe bene persino un messaggio a reti unificate, una canzone di Pino Daniele, la lirica di D’Annunzio nel Pineto e metteteci pure qualcosa d'altro e di vostro, di nostro, di personale.
Che felicità vedere Matteo Renzi in alta quota a Courmayer, dove ha trascorso le vacanze di fine anno con la moglie e i figli, firmare il decreto Sblocca Pioggia e solo dopo alla guida della sua auto è partire dalla caserma Luigi Perenni per far rientro a Firenze.
Lasciamo stare «L’avevo detto io! Piove, governo ladro!». Antonio Gramsci e la sua rubrica con quell'’espressione vadano al macero.
Meglio il prossimo pezzo di Antonio Polito sul Corriere della Sera. Grande firma, finalmente ci siamo, non sempre piove sul bagnato. Matteo, quasi sempre, lava più bianco.
