L'ELZEVIRO di
_VenturinoLazzaro@CambioQuotidiano
Cari amici, buona domenica. Finalmente il vento! (dopo qualche giorno di bonaccia, ... vado in astinenza...). Ascolto alla radio la cronaca di un'altra giornata di piazza, e mi viene in mente quello "scoglio" che cercava di "arginare il mare". Forse a certe cose è sterile cercare di resistere, come all'estensione dei diritti, alle migrazioni, alle passioni forti, alle stagioni. Chissà perché ripenso a quanto succedeva, da ragazzo, in casa mia. Mi ricordo l'attività frenetica, quotidiana di mio padre, quasi fosse consapevole di avere poco tempo. Andava per casa, sempre fumando, parlando sempre delle cose da fare, mentre già ne pensava altre. E posando la sigaretta dove capitava, lasciava "stimmate" bruciate su ogni mènsola, su ogni davanzale. E poi, non ricordando dove l'aveva poggiata, ne accendeva un'altra, mentre la prima lasciava, lentamente, un altro segno. E mia madre non poteva contenerlo, cambiava l'aria, ripuliva, e non sapendo se tutta quella attività, e quello sbruciacchiare fosse "peccato", nel dubbio, faceva delle offerte (in busta chiusa) a qualche prete lontano, a qualche parrocchia, a qualche associazione religiosa. Crescendo, le ho chiesto spesso a chi andassero quelle offerte, a cosa servissero (oltre che alla nostra coscienza), e qualche volta ho letto un dubbio anche nei suoi occhi. Lei se ne accorgeva e, per espiazione, il mese successivo raddoppiava l'importo nella busta. Oggi, quando entro in casa dei miei (per me una sorta di santuario), c'è silenzio, non sento più odore di fumo, ma ritrovo ancòra quelle bruciature. Ogni scaffale, ogni bordo di comò, anche il lavandino ha i segni di quel passaggio alàcre ed operoso. Mentre di quelle offerte (in busta chiusa) non c'è traccia. Ieri sera brodo di carne, e tortellini. Oggi ospite. Buon pranzo.
* foto di CAIO GARRUBBA