Nei giorni scorsi un comitato di esperti convocato dall’OMS ha stabilito che il virus Zika può essere considerato un’emergenza internazionale che riguarda la salute pubblica, aggiungendo però che va considerato tale solo in associazione con la microcefalia. Naturalmente questa definizione non aiuta a chiarire nell’opinione pubblica quali siano i reali pericoli che tutti noi corriamo. Per questo motivo abbiamo intervistato la professoressa Landini che fino al 2013 ha fatto parte del Consiglio Superiore della Sanità ed è attualmente direttore responsabile dell’unità operativa di microbiologia del Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna.
_PatriziaMuzzi@CamBioQuotidiano
Dottoressa Landini, dove nasce il virus Zika? Il virus Zika è nato nel centro Africa e prende il nome dalla grande foresta Zika (in Uganda, attorno al lago Vittoria) dove è stato isolato per la prima volta da scimmie nel 1947. La scoperta fu accidentale, in quanto i ricercatori stavano lavorando sul virus della febbre gialla. In seguito il virus è stato isolato anche dall’ uomo in Nigeria e in altri Paesi dell’ africa centrale e orientale. Poi fu segnalato anche in alcuni Paesi del Sud Est Asiatico come la Tailandia e le Filippine.
Di che virus si tratta? Si tratta di un Flavivirus, un gruppo numeroso di virus a RNA molti dei quali vengono trasmessi da vettori (virus della febbre gialla, virus della dengue, virus chikungunya…).
Qual è il vettore principale? I vettori principali sono le zanzare del genere Aedes. In particolare Aedes Aegyptii, ma anche Aedes albopictus (la zanzara tigre)
Perché è pericoloso per l’uomo? Di solito le infezioni decorrono asintomaticamente. Solo in un caso su 4-5 compare sintomatologia con febbre, malessere, congiuntivite, esantema. Il pericolo nasce dal fatto che, come per gli altri flavivirus trasmessi da zanzare, vi possono essere compromissioni neurologiche. Sono virus, infatti, dotati di un certo neurotropismo. Per quanto riguarda l’ associazione tra infezione da Zika e i casi di microcefalia neonatale segnalati in Brasile, questa è tutta da stabilire. Al momento l’ associazione si basa sulla coincidenza di spazio e di tempo.
Attualmente dove si sarebbe propagato? Sono oramai oltre una trentina i Paesi colpiti. A grandi linee tutta l’ America latina con le isole dell’ atlantico (anche i Caraibi) e del pacifico (anche la Polinesia), gran parte del Sud est asiatico, il Centro-africa.
Esiste una cura? No, se non le cure sintomatiche
È possibile prevenirlo? Evitando di essere punti dalle zanzare.
In Italia vi è rischio? No, al momento non vi sono rischi. Se mai bisognerà attrezzarsi bene perché quando inizia l’ attività biologica delle zanzare (e quest’ anno gli entomologi dicono che sarà particolarmente …fiorente) tutte le regioni attuino dei piani di sorveglianza che prevedono che tutti coloro che sono stati in un paese a rischio e tornano con malesseri e febbri in Italia, vengano sottoposto non solo alla ricerca del Virus dengue e del virus Chikungunya, come facciamo da molti anni, ma anche del virus Zika. Questo per identificare eventuali persone che hanno il virus Zika nel sangue e che, qualora punti da una zanzara, la “carichino di virus”, che essa può iniettare in un altro individuo, innescando una catena di infezioni che porta ad un focolaio epidemico.
Perché ciclicamente siamo colpiti da forme virali così preoccupanti per l’uomo? L’ uomo deve combattere per la propria sopravvivenza come fanno le altre specie animali. Penso che siano eventi del tutto naturali peggiorati dal fatto che l’ uomo sta distruggendo l’ ambiente, si alza la temperatura, gli ecosistemi si modificano…
In genere quando i mezzi d’informazione riportano queste notizie l’opinione pubblica viene colta da panico o da scetticismo. Quale consiglio possiamo dare alla gente in queste situazioni? In Italia non vi è alcun rischio, ma, se per turismo o lavoro se si va nei Paesi dove questo virus (ma anche tanti altri), è diffuso ci si deve attenere ai consigli dati dal servizio sanitario nazionale.