Eugenio Bennato. Il folksinger dei Sud che canta canzoni di contrabbando

4 febbraio 2016, 14:18 100inWeb | di Vito Barresi

Dopo cinque anni Eugenio Bennato si ripresenta sulla scena folk con la suo primo greatest it. Canzoni di Contrabbando è una sintesi sonora e lirica del lungo itinerario artistico di Bennato, musicista e cantante che ha sempre adoperato un rigoroso linguaggio di contaminazione, uscendo dai canoni vieti della cosidetta musica di facile ascolto per proporre anche a una platea più vasta esperimenti e nuove sonorità riprese, riscritte e riadattate proprio nella loro fase evolutiva dai modelli classici della musica popolare. L’album propone tredici brani estratti da diversi long play precedenti, affidando l’ouverture a “Brigante se more”, un pezzo scritto nei primi anni Ottanta e divenuto con il passare dei decenni un inno di massa per movimenti, sentimenti e aspirazioni diffuse dell'orgoglio sudista e di un grande ritorno alle radici del Mezzogiorno, chiudendosi sulle note e sulle parole dell’ultima perla del folk-singer partenopeo, “Mon père et ma mère”.


I tredici brani proposti sono tratti da varie pubblicazioni: oltre a Brigante se more (1980, qui realizzato in una versione assolutamente inedita e con la collaborazione della voce di Pietra Montecorvino), sono presenti titoli da Taranta Power (1998) che segna l’avvio di una nuova stagione di diffuso interesse popolare per la musica etnica italiana, a Che il Mediterraneo sia (2002), dove per la prima volta risuonano, accanto ai dialetti e ai tamburi del sud Italia, gli accenti provenienti dalla nuova migrazione mediterranea. 
E ancora l’apertura prosegue e con Sponda sud (2007) si spinge a latitudini più lontane e misteriose, in cui è possibile intravedere la fonte dei ritmi e delle leggende che risuonano nelle superstiti scintille della nostra musica popolare. 
Da Questione meridionale (2011) sono infine tratti i brani che ritraggono i briganti maledetti, da Ninco Nanco a Michelina de Cesare, protagonisti della storia negata del 1860 che con il nuovo regime imposto portò di fatto il sud alla dolorosa epopea dell’emigrazione nelle Americhe lontane.
Alcuni dei brani sono stati risuonati, ricantati e rimixati, e tutta l’Antologia rinasce attraverso il nuovo mastering che impreziosisce e riscalda l’intera produzione. Un lavoro che racconta al meglio l’intera storia dall’autore partenopeo e che arriva a distanza di cinque anni dall’ultimo album pubblicato.

Questa la tracklist dei brani

1. Mon père et ma mère 2. Il Mondo corre 3. Che il Mediterraneo Sia 4. Brigante se more 5. Juzzella 6. Taranta Power 7. Lucia e la Luna 8. Alfonsina y el mar 9. Ritmo di contrabbando 10. Il Sorriso di Michela 11. Ninco Nanco 12. Sponda Sud 13. Le città di mare

Bennato, intervistato dal critico musicale de Il Mattino,. Federico Vacalebre ha evidenziatoi che «Canzoni di contrabbando» destinate «ai contrabbandieri della nuova generazione, ai ragazzi che affollano i miei concerti in festival, centri sociali, teatri. E al pubblico internazionale a cui mi rivolgo sempre più spesso, cercando di mettere in scena la nostra diversità, ma anche le affinità di tutte le musiche popolari del mondo. Che non sono solo quelle folk: è popolare il blues napoletano di Pino Daniele, è popolare la metrica feroce dei rapper nati all'ombra del Vesuvio. Con Taranta Power abbiamo riavvicinato tanti, giovani e non, alla musica popolare. Oggi è di moda? È vero. La Notte della Taranta è un grande business e corre il rischio di snaturare il messaggio originale? Può essere, ma intanto, tammorre, chitarre battenti e castagnette suonano come mai: possiamo dibattere sul modo di usarle, non avere paura che siano usate, conclude il contrabbandiere del nu folk per cui «la tradizione è sempre una frontiera aperta, mai un muro, un ghetto, una riserva».


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