CAMBIO | Allora non è vero che il DAMS non serve a niente... Intervista a Stefano D’Andrea

Dal 1990, il 17 febbraio è la festa nazionale del gatto. 17 è l’anagramma del numero romano che da XVII si trasforma in ‘VIXI’ cioè ‘sono vissuto’ e di conseguenza ‘sono morto’. Esce l’11 febbraio 2016 'GATTO MORTO - storie di ordinari decessi’ di Stefano D’Andrea, edito da Corbaccio. Da giorni, le gatte (morte anche loro?) del suo quartiere sono accampate fuori dalle librerie. Del resto, Gatto Morto è decisamente un bel gatto. E le femmine, si sa, perdono facilmente la testa per i tipi belli e dannati. Noi facciamo il tifo per lui perché apprezziamo la sua sincerità: finalmente un felino italico che ha il coraggio di dichiararsi bamboccione. La rassegnazione con cui Gatto Morto affronta le proprie giornate ci disarma (allora siamo proprio uguali?!): considerate che ho dovuto recapitargli le domande sei mesi fa per riuscire a pubblicare in tempo l’intervista.

_PatriziaMuzzi@CamBioQuotidiano


Gatto Morto, la sua vita attiva è di pochi minuti al giorno: è doveroso ringraziarla per lo sforzo a cui si è sottoposto per i suoi fan. Lei è diventato una vera e propria star del web, ora scrittore. Essendo così indolente e apatico come è riuscito a convincere il suo editore a pubblicare un libro sulla sua vita?

Sono stati loro a convincere me a suon di sfilaccetti di salmone e la promessa di non disturbarmi più.

Che effetto le fa essere parte di una élite di intellettuali?

Le élite mi hanno sempre spaventato. Esistono solo le personalità eccellenti capaci di leggere la propria epoca e ricordare agli altri poveracci dei valori eterni, come l'ozio.

Visto che si interessa di attualità: lei pensa che sia giusto equiparare i diritti delle coppie umane a quelli delle coppie di gatti?

Ha mai visto dei gatti vivere in coppia? Tra l'altro non abbiamo nemmeno il dito anulare per la fede. Noi siamo liberi, voi non so (e non mi interessa granché).

Crede che siano maturi i tempi per eleggere un gatto alla Casa Bianca?

Tema interessante. Come sa il lavoro di Presidente è stancante e stressante, e poi soprattutto è un lavoro. Non roba da gatti. Tuttavia tutto è deciso da un gatto suggeritore. Chi crede che comandasse la Spectre per esempio? O chi era il vero Faraone d'Egitto?

Se mi permette, e se riesce a raccogliere le energie, vorrei fare con lei il gioco delle domande di Proust. Che cos’è la perfetta felicità?

Un bidet venuto bene.

Se le dico LASER a cosa pensa?

Una barchetta.

Qual è la sua più grande paura?

C'è un gatto in cortile piuttosto pesante e peloso.

Con quale personaggio storico si identifica di più?

Gesù.

In quali occasioni dice bugie?

Ahahahah.

Se le dico PAPEROTTO?

In salmì.

Qual è il grande amore della sua vita?

Lo specchio.

Quali sono i suoi punti di forza?

Non ho debolezze.

Qual è il suo attuale stato d’animo?

#chemmefrega

Qual è la cosa più preziosa che possiede?

Quella che mi dà da mangiare e quello che mi pulisce il gabinetto.

I suoi scrittori preferiti?

Cormac Mc Carthy in realtà è un gatto che si è procurato un prestanome. Come mai non si vede mai, secondo voi.

Se le dico la parola SFILACCETTI?

L'amata Alaska e i suoi salmoni.

Come vorrebbe morire?

In una maniera normale. Morire tutti i giorni in questi modi assurdi mi stressa.

Qual è il suo motto?

Preferisco l'auttomobbile (sono una saggoma).


Stefano D’Andrea: autore di programmi radiofonici, biografo, fotografo, scrittore, giornalista, ricercatore. Allora non è vero che il DAMS non serve a niente… Stefano, quando è iniziato questo sdoppiamento di personalità?


Dicembre 2014. Una tragedia, non ho più un'identità, sono diventato il suo servo.

Sei molto attivo sul web: sito internet, Instagram, hai superato i 25 mila fan su Facebook. Sembri un tipo organizzato... Hai anche creato una linea di prodotti con il logo di Gatto Morto: calendario, tazze,biglietti per san Valentino. Fai tutto da solo?

Tranne la parte dell’e-commerce, sì. Praticamente è il mio lavoro.

Da pochi giorni sei diventato papà, come l’ha presa Gatto Morto?

Appena arrivati a casa, il 19 gennaio, abbiamo messo Margherita sul tappeto per farla annusare al GM. Lui l'ha accettata. Per ora mantengono spazi separati ma negli ultimi giorni lui ha cominciato a starle più vicino anche quando piange. Non si spaventa più, o forse si è rassegnato.

Come possiamo difenderci dagli attacchi di quelli che dicono che stiamo esagerando con tutte queste foto di gatti?

Come ci difendiamo dallo streptococco, evitandolo.

Umberto Eco (voliamo alto) ha dichiarato che c’è un po’ di sé stesso in ogni personaggio che crea, cosa c’è di tuo in Gatto Morto?

Lui è ciò che io vorrei essere, questo è innegabile.

Suppongo che di un tour promozionale in presenza del Gatto Morto, manco a parlarne...

La sua presenza è più spirituale, come quando ti masturbi e poi ti senti in colpa (parlo degli uomini, per le donne c'è sicuramente una fattispecie equivalente) e ti sembra che qualcuno ti stia guardando. Ecco, il GM è sempre presente nella mente di chi lo ha conosciuto e la domanda "Cosa direbbe Gatto Morto" è ormai nella mente di tutti. E lo sarà sempre.


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