Cari amici, buona domenica. Oggi è proprio chiuso, il vento è caduto, ma è umido e uggioso. Sui giornali, questa settimana, ho letto di Einstein con la sua (ri)scoperta, e poi di altri naufragi, nel mediterraneo. Leggendo, in silenzio, mi pare di avvertire il ronzìo di quelle onde gravitazionali, che Einstein aveva già "colto" un secolo fa, e aveva visto giusto. Il concetto di spazio e di tempo, che già prima d'ora esisteva, adesso è finalmente accettato, "decodificato" in un modo diverso, ed è come guardare una cosa nota da sempre, e alla fine capirla. La Storia del mondo e dei popoli me la immagino così, nello stesso modo. La Storia, alla fine, non la fanno gli eventi, nè i popoli, ma i "decoder", la fa chi la racconta, che può farlo in modi diversi. Una volta, secoli fa, più sú belàvano capre e gracidavano rane e ranocchi, mentre qua bellezza e Cultura splendevano sul mare, e succedevano cose che pare sìano state rimosse, dimenticate. Einstein ha impiegato cent'anni per dimostrare che aveva ragione. Può darsi che ce ne voglia ancòra qualcuno, per noi, per ricordare, e riaffermare, che il Mediterraneo è un ponte e non un confine, un varco e non un ostacolo, non è una discarica o un cimitero, ma la culla, e non una tomba, di tutti gli uomini, i pensieri e le culture del mondo. Buon pranzo. Oggi cannelloni, straclassici (dalle parti di Bologna tra il gracidare di rane e ranocchi, facevano un sugo buonissimo...).