Storia di Marie Heurtin. Dal buio alla luce, nell’incontro la forza della vita

14 febbraio 2016, 18:03 100inWeb | di Vito Barresi

Ciò che si realizza in questa storia vera è l’incontro fisico tra Suor Marguerite e Marie Heurtin, che è pulito, candido, senza fraintendimenti, autentico. Il contatto che scocca tra loro parla, ascolta e vede il senso delle cose e cioè che per toccare l’impossibile bisogna imparare a toccare e rappresentare ii possibile. C’è solo qualcosa di profondamente spirituale che può rendere possibile superare ogni distanza tra i corpi e permettere di stabilire la comunicazione con questa ragazzina sordo-cieca. Un film luminoso che attraversa e vince la violenza della realtà stabilita e codificata, costruito scena per scena attraverso i racconti lasciati da Marie Heurtin e quelli di suor Margherita. Per il regista, Jean-Pierre Améris la profondità del soggetto, la chiave del suo film è tutta racchiusa nell’importanza straordinaria dell'incontro. Nella sua immaginazione cinematografica, il film è praticamente comincia da quel che succede all'inizio, quanto avviene su quell’albero dove Marie si era rifugiata e suor Margherita ne accarezzò la mano esortandola a scendere. “Questo è il mistero. È vero, il film parla anche della separazione. Mary è strappata dal mondo rassicurante della fattoria dei suoi genitori, dove il giardino è il suo regno. Ha rifiutato di essere lavata, capelli, scarpe ... Era davvero una bambina selvaggia. Nonostante suo padre fosse stato con lei molto affettuoso, aveva felicemente partecipato al suo sviluppo emotivo. E 'vero, il mio percorso di vita mi porta a luoghi dove le persone soffrono. Ma questo e spesso perchè è dove si soffre che si vive di più, che si trova la vera solidarietà. Venite a vedere per essere sorpresi!”

COME IN UN FILM
Marie Heurtin - Dal buio alla luce arriverà nelle sale italiane il 3 marzo, distribuito da Mediterranea Production.


Come sempre accade sono le cronache del reale e le storie di vita vissuta a dare lo spunto e i materiali narrativi al cinema d’autore. Dalla Francia del tardo XIX secolo, ecco risalire la memoria che fa da trama al film Marie Heurtin - Dal buio alla luce, una storia di sordocecità, di sofferenza e volontà.

Tutto inizia sul finire dell’Ottocento, un secolo difficile, spiritualmente inquieto, peino di rimorsi non solo storici, alla prese con la prima scoperta dell’impressionante potenza della scienza e della conoscenza, quando la quattordicenne Marie Heurtin, sorda e cieca che nella pellicola è interpretata da Ariana Rivoire, veramente sorda, prende consapevolezza che non sarà mai più capace di comunicale con gli altri. Il padre dell’adolescente, un umile artigiano in cerca di speranza, si reca all'istituto di Larnay vicino Poitiers, chiedendo alle delle suore di prendersi cura della sua figliola. Marie incapace di relazionarsi con il mondo è impaurita e aggressiva. Nessuno crede davvero che ci sarà una strada aperta, una redenzione, una luce per quel ‘piccolo e selvaggio animale fin quando la pece nera della disperazione viene bucata dallo spillo del destino, l’incontro con la giovane suor Margherita (Isabelle Carré) che si dedica a far scoccare la scintilla della salvezza nonostante lo scetticismo della Madre Superiora (Brigitte Catillon). Suor Margherita insegna alla piccola Marie il linguaggio dei segni ma soprattutto apre per lei un mondo nuovo di dignità e amore. Con le mani, le dita, il segno diventa il grimaldello che spezza la prigione del fatalismo, scioglie il gelo dell’ignoranza, fa risaltare il calore umano della pazienza e della fiducia, l’energia magnetica del corpo e della rappresentazione, la danza e la coreagrofia di un’umanità nuova che conquista i suoi linguaggi, una corrente soprannaturale che agisce su Marie fino a condurla ad apprendere tutti i segni dell'alfabeto muto.

Marie Heurtin avrebbe poi imparato il Braille, l'uso della macchina da scrivere, il domino e altri giochi, il cucito, il lavoro a maglia, la storia e la geografia, lo scorrere del tempo, diventando una delicata giovane donna. L'istituto di Larnay ancora oggi è in attività.

_vitobarresi@CamBioQuotidiano