CAMBIO | Burattini Terroristi. Il caso spagnolo de ‘La Strega e Don Cristobal’

Con l’accusa di avere messo in scena uno spettacolo inneggiante al terrorismo, il 5 febbraio a Madrid sono stati arrestati due burattinai della compagnia “Títeres desde Abajo” (Burattini dal basso). La Strega e Don Cristobal (La Bruja y Don Cristóbal),uno spettacolo di carnevale, ha indignato alcuni dei presenti a tal punto da chiamare la polizia: l’opera è stata sospesa e i due burattinai sono stati arrestati e messi in isolamento. L’avvenimento è stato subito riportato dai media locali senza che i due accusati potessero chiarire la propria posizione. In base all’art. 578 del codice penale che "punisce chiunque lodi o giustifichi con qualsiasi mezzo di espressione pubblica o di diffusione il partecipare o l'aver partecipato ad atti terroristici o il compiere atti umilianti verso le vittime del terrorismo" i due titiriteros rischiano fino a 3 anni di carcere. Nei giorni successivi il giudice dell’Alta Corte Ismael Moreno ha ordinato il rilascio sotto richiesta della procura, ma gli accusati ancora agli arresti domiciliari, sono obbligati a presentarsi ogni giorno in tribunale, con il ritiro del passaporto per timore di eventuali fughe. In Spagna si è aperto un accesissimo dibattito. La notizia ha suscitato uno scalpore tale che si è scomodato anche il Financial Times che ha rimproverato sia il sindaco di Madrid sia la magistratura a causa della loro reazione eccessiva, poi ha lanciato l’hashtag: #JeSuisTitiritero. L’opinione pubblica spagnola è divisa tra chi sostiene la libertà di espressione e chi accusa i due titiriteros di esaltazione del terrorismo. Alfonso Lazaro de la Torre, uno dei burattinai, ha dichiarato che l’opera non è per bambini ed è volutamente provocatoria. Citando Ignacio Escolar, editorialista de eldiario.es: “Se i burattinai volevano denunciare il potere con lo spauracchio del terrorismo come pretesto per schiacciare il dissenso e imporre il proprio modello di società, senza dubbio ci sono riusciti.”


_PatriziaMuzzi@CamBioQuotidiano


Di cosa parla ‘La Bruja y Don Cristóbal’? Sul sito degli artisti, la storia è raccontata così: “En este espectáculo revivimos a Don Cristóbal Polichinela, ese oscuro personaje de la tradición popular ibérica. En esta ocasión, Polichinela se presenta bajo diferentes formas para imponer su voluntad a base de cachiporra. Sin embargo, también habita en estas tierras una bruja que tiene la firme decisión de amar su libertad por encima de todo y no dejarse pisotear por ningún Don Cristóbal, por mucho poder que éste se arrogue.”

Che tradottto suona così: “In questo spettacolo riviviamo Don Cristobal Pulcinella, oscuro personaggio della tradizione popolare iberica. In questa occasione Pulcinella si presenta sotto diverse forme per imporre la sua volontà a bastonate. Tuttavia in questa terra abita anche una strega che difende la ferma decisione di amare la libertà prima di tutto e di non essere calpestata da alcun Don Cristobal, nonostante il potere che questo si arroga. “

La Strega e Don Cristobal, un'opera rappresentata in un teatro di burattini in cui "una strega che rappresenta il popolo, sempre sotto la minaccia della pubblica diffamazione, lotta contro i quattro poteri che governano la società: la proprietà, la religione, la Forza di Stato e la Legge.

Nella narrazione uno dei burattini-poliziotto mette uno striscione con la scritta "Gora Alka-ETA" addosso alla strega-burattino per incriminarla, facendole poi una foto. ‘Gora ETA’ in lingua basca significha ‘Evviva ETA’, mentre ‘Alka-ETA’ richiamerebbe alla memoria Al Qaeda. (https://vimeo.com/154508838)

Davvero il comune di Madrid non ne sapeva nulla? Sul proprio sito web il comune aveva segnalato che lo spettacolo fosse adatto a un pubblico adulto, mentre sul cartaceo questa cosa non era stata messa in evidenza. L’errore non giustificherebbe comunque la detenzione. Resta anche il fatto che l'opera fosse stata rappresentata in precedenza nel Municipio di Granada, la cui amministrazione è del PP, senza nessun tipo di protesta, mentre la compagnia Títeres desde Abajo era stata già contattata in passato dal Municipio di Madrid, quando Ana Botella, moglie di José María Aznar, era il sindaco della città.

Allora cosa rende così grave questo episodio?

Durante la precedente legislatura spagnola venne approvata dal PP (Partito Popolare) la cosiddetta Ley de Seguridad Ciudadana o ’legge bavaglio’. Già diverse istituzioni, tra cui l’ONU, avevano segnalato il rischio che potesse venire applicata in modo arbitrario contro la libertà di espressione e così sembra che stia accadendo. Amnesty International ha fatto partire una raccolta di firme per fare cadere le accuse ai due titiriteros, trattandosi secondo Amnesty stessa di accuse infondate e consentite dall’arbitraria interpretazione della legge.

Nel frattempo è stato licenziato il direttore artistico del carnevale di Madrid, Ramon Ferrer Prada mentre il sindaco, Manuela Carmena, si è pubblicamente scusata con i genitori dei bambini che hanno assistito alla rappresentazione per lo ‘spregevole spettacolo di burattini’. La polemica si è risolta con la scarcerazione degli artisti dopo cinque giorni di prigione, ma viene a evidenziare un modus operandi dubbio di colpi di scena, coi quali gli interessi dei poteri, colpiti in questi giorni da casi eclatanti di corruzione, tentano di spruzzare il fango sugli avversari con questi montaggi mediatici. Tali blitz giornalistici colgono a sorpresa e impreparati i nuovi governanti, costretti ad agire intempestivamente ed a pronunciarsi rispetto a fatti descritti a partire dalle versioni offerte all'opinione pubblica.

Il mondo intellettuale reagisce ulteriormente, ed oltre a denunciare l'ingiustizia commessa ai danni degli artisti critica l'ingenuità e la mancanza di sostegno che essi hanno avuto da parte del municipio di Madrid, almeno in un primo momento. Bisogna comunque chiarire che la reazione di attori, scrittori, registi ecc. non è stata immediata e nella maggior parte dei casi è avvenuta quando i burattinai avevano trascorso già tre giorni di detenzione.

Nel frattempo si succedono le denunce: quella contro il sindaco e i consiglieri di cultura che la Corte suprema ha deciso oggi di non ammettere e quella contro il giudice per prevaricazione. La vicenda fa presagire nuovi ed interessanti sviluppi, con implicazioni giuridiche che possono determinare altri colpi di scena.